Monuments Men è un film del 2014 scritto, prodotto, diretto, e interpretato da George Clooney. Seppur con qualche modifica racconta la storia vera di uomini coraggiosi che hanno difeso e protetto opere d’arte dal valore inestimabile dall’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. E’ tratto dal romanzo The Monuments Men: Allied Heroes, Nazi Thieves and the Greatest Treasure Hunt in History.
Noi di Shockwave Magazine vogliamo raccontarvi questa storia, sconosciuta a molti di noi.
A New York, Frank Stokes (George Clooney), studioso d’arte, riesce a convincere il presidente degli Stati Uniti a permettergli di arruolare un piccolo gruppo di esperti d’arte e architetti nell’esercito allo scopo di ritrovare le opere d’arte trafugate da Adolf Hitler per i propri scopi egoistici ed egocentrici.
Non sono soldati professionisti, addestrati, ma questo non gli impedirà di lottare per ciò in cui credono. L’unica cosa che non possono permettere è che la guerra cancelli la loro storia, la loro identità.
Dopo aver formato il gruppo, chiamati “Monuments Men”, Stokes parte alla volta dell’Inghilterra con i suoi compagni per l’addestramento base, dove gli spiega in cosa consiste la loro missione e gli comunica che alcune opere potrebbero essere state nascoste in Francia. In Normandia, Stokes viene informato dal suo collaboratore Sam Epstein (Dimitri Leonidas), che ha ascoltato di nascosto i discorsi di ufficiali tedeschi, che questi erano diretti in Germania, incaricati di trasportare migliaia di opere d’arte rubate che sarebbero diventate parte integrante del Führer Museum.
Ci tengo qui a sottolineare quanto sia stato determinante il ruolo di Sam, quello che ai giorni nostri chiameremmo un interprete. L’unico a conoscere sia l’inglese che il tedesco, e quindi in grado di comunicare informazioni decisive ai compagni per portare a termine la propria missione. Un ruolo che ancora oggi viene sottovalutato e poco considerato, ma importantissimo.
Intanto, un altro dei Monuments Men, James Granger (Matt Damon), si reca a Parigi, dove deve incontrare l’esperta d’arte Claire Simòne (Cate Blanchett) con la speranza di ottenere informazioni sull’attuale collocazione delle opere d’arte, provenienti non solo dai musei, ma anche da collezioni private. Ma la donna è riluttante, perché non si fida di uno sconosciuto e ha paura che le opere non vengano poi restituite a chi di dovere.
Per coprire più zone, Stokes decide di cambiare strategia ed inviare Rich Campbell (Bill Murray) e Preston Savitz (Bob Balaban) in Belgio, mentre Walter Garfield e Jean-Claude Clermont partono diretti in Germania.
Donald Jeffries (Hugh Bonneville) invece si reca dal colonnello Langton per ottenere il permesso di entrare a Bruges, ancora occupata dalle truppe tedesche, e così salvare la Madonna col Bambino di Michelangelo, ma la sua richiesta gli viene negata. Jeffries però, spinto dalla sua voglia di riscatto e dall’amore per l’arte, entra nella città di nascosto e senza alcun supporto ma nel tentativo di portare via la statua viene ucciso dai nazisti.
La guerra non è dalla parte della Germania, e James viene a sapere di una direttiva dello stesso Hitler in cui indica esplicitamente che se la Germania dovesse essere sconfitta e lui dovesse morire, tutto ciò che gli appartiene alla nazione dovrà essere distrutto, comprese le opere d’arte.
Campbell e Savitz vengono condotti da un ex soldato tedesco esperto d’arte, che si rivela essere Stahl, uno degli ufficiali nazisti che avevano requisito le opere d’arte. Contemporaneamente in Belgio Garfield e Clermont si scontrano con le truppe tedesche, dove Jean-Claude viene ferito a morte.
Di nuovo insieme, i Monuments Men attraverso una mappa rubata ai nazisti, capiscono che alcune miniere tedesche nascondo le opere d’arte. Prima a Siegen, in una miniera di rame, trovano migliaia di dipinti e poi a Merkers oltre alle opere anche migliaia di lingotti d’oro.
A James, ancora in Francia, gli viene comunicato di dover tornare dai compagni, così prima che parta, Claire gli rivela tutto ciò che sa.
Intanto i tedeschi cominciano a bruciare centinaia di dipinti, mentre Stokes e compagni arrivano troppo tardi per impedirlo.
Giunti ad Altaussee, nella speranza di trovare una delle opere più importanti, i Monuments Men scoprono che gli ingressi della miniera sono stati ostruiti e che hanno poco tempo per liberare l’ingresso con un’esplosione perché la guerra è finita e il territorio sta per passare sotto il controllo della Russia. Ma per i Monuments Men la guerra non è ancora finita.
Una volta dentro, Stokes ritrova tra le tante opere la Madonna di Bruges e la pala d’altare di Gand.
Terminato il conflitto, gli Stati Uniti si occupano di restituire le opere ritrovate ai propri luoghi di appartenenza: i Monuments Men possono così tornare a casa.
Il film si conclude con un ultimo frammento della vita di Stokes, ormai anziano, in visita alla Madonna col Bambino con suo nipote, ricordando quanto lui e i suoi compagni abbiano sacrificato pur di salvare dei capolavori immensi.
Questo film è la riprova che l’arte non muore mai e che anche in tempi difficili trova il modo di tornare dai suoi ammiratori.
“Puoi sterminare un’intera generazione…bruciare le loro case…e troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi la loro cultura è come se non fossero mai esistiti. E’ questo che vuole Hitler ed è esattamente questo che noi combattiamo”
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