TikTok made me do it: ho visto Saltburn solo perché Jacob Elordi è ormai considerato uno dei nuovi giovani Dei dell’Olimpo di Hollywood e perché online si parlava di scene abbastanza discutibili che coinvolgevano acqua del bagno e altri malesseri. Di solito guardo film per molto meno, ma stavolta l’incentivo era anche Barry Keoghan, il Druig di The Eternals (okay, sì, il film è terrificante ma lui è una delle poche cose che si riesce a salvare) e il Joker del Batmanverso di Reeves (anche piuttosto inquietante, a giudicare dalla scena in cui appare).
Ma il bello è che Saltburn non l’ho visto una volta sola. Per riuscire a capirlo in modo decente l’ho visto tre volte. E non sono nemmeno sicura di averlo capito davvero.
Premessa: questo è un film che parte lentamente. Non si capisce dove voglia andare a parare. Ma soprattutto, è un film che va assaporato in ogni suo dettaglio. Già dall’inizio lo spettatore capisce che c’è qualcosa che non va nel personaggio di Keoghan, e più si procede con la storia, più tutto si trasforma in un creepy drama che ha un culmine e una fine che lasciano con l’amaro in bocca, con la sensazione di non poter fare nulla per fermare tutta la serie concatenata di eventi che ha poi portato alla danzante conclusione (sì, uso danzante con cognizione di causa).
La trama di Saltburn
La vita di Oliver (Barry Keoghan) da tranquillo e invisibile studente al college viene stravolta dall’arrivo di Felix (Jacob Elordi), che lo prende sotto la sua ala protettrice: dopo la fine degli esami e venuto a conoscenza della morte del padre dell’amico, Felix lo invita a trascorrere l’estate a Saltburn, la tenuta di famiglia. Qui Oliver inizia a rivelare sfumature della sua personalità quasi impossibili da prevedere, e lentamente si insinua nella vita della famiglia Catton, composta dal padre James (Richard E. Grant), la madre Elspeth (Rosamund Pike), la sorella Venetia (Alison Oliver) e il cugino Farleigh (Archie Madekwe).
Nessuno può prevedere come si evolverà la storia, fra scene che coinvolgono vasche da bagno, tumuli freschi e momenti del mese particolari, ma anche references alla storia del Minotauro, a quella di Dedalo e Icaro, al culto del bello e dell’armonioso che viene spezzato in modo violento e non fa altro che disintegrarsi in 131 minuti di film.
Avete presente Il talento di Mr Ripley, no? Quello con Matt Damon e Jude Law del 1999. Ecco, Saltburn è una versione più… inquietante? No, credo che la parola adatta sia grottesco. Non nel senso buffo del termine, intendo bizzarro. I riferimenti alla mitologia greca, alla letteratura, si snocciolano davanti allo spettatore e quest’ultimo gode di una visione tanto sublime quanto orrorifica che non gli lascia altro dentro se non shock e angoscia.
Un finale simile nei toni a quello di Midsommar (2019) di Ari Aster, con Florence Pugh che sorride dopo aver deciso la morte brutale del fidanzato ed essere stata incoronata Regina di Maggio (su TikTok infatti girano dei montaggi della Pugh nella scena finale con in sottofondo Murder on the dancefloor di Sophie Ellis-Bextor, pezzo importante della colonna sonora di Saltburn). Si oscilla fra karaoke stonati e tombe profanate, tranquilli pomeriggi in piscina e folli nottate a base di droga e alcol. Ah, ho già detto che c’è una scena di più di cinque minuti con Keoghan completamente nudo che balla?
Il cast
Il cast di Saltburn è d’eccellenza: oltre ai già citati Jacob Elordi (Euphoria, The Kissing Booth, Priscilla) e Barry Keoghan (The Eternals, Il sacrificio del cervo sacro, Gli spiriti dell’isola) appaiono anche una meravigliosa Rosamund Pike (An Education, Gone Girl, Radioactive), sempre eterea e quasi ultraterrena, nel ruolo di Elspeth, la madre di Felix “allergica al brutto”, e Richard E. Grant (Dracula, The Iron Lady, Loki) nel ruolo del padre di Felix, James, austero ma non troppo. Il cugino Farleigh è interpretato da Archie Madekwe, che ha già avuto a che fare con sceneggiature “particolari”: era infatti nel già citato Midsommar, ma anche nel film Netflix Heart of Stone con Gal Gadot e Jamie Dornan.
Appare anche Carey Mulligan (An Education, Il Grande Gatsby, Maestro), protagonista del primo film della regista di Saltburn Emerald Fennell, Una donna promettente: per questo film ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 2021. La Fennell è anche attrice, ed è conosciuta ai più per aver interpretato la giovane Camilla in The Crown, Barbie incinta in Barbie (2023) e per aver co-scritto Killing Eve, la serie TV con Sandra Oh e Jodie Comer. Interessante è anche il cameo di Ewan Mitchell, l’Aemond Targaryen di House of the Dragon, qui quasi irriconoscibile.
Un omicidio sulla pista da ballo
Dalla colonna sonora, alla fotografia, alle scelte stilistiche, beh, Saltburn è un vero e proprio capolavoro per gli occhi. Nella tenuta di Saltburn, dopotutto, ciò che è brutto è bandito, ma forse è proprio il brutto ad avere la meglio, alla fine. Barry Keoghan non ha una bellezza canonica o armonica, eppure risulta affascinante, magnetico, a tratti diabolico: la contrapposizione a Elordi e al suo Felix con le ali d’angelo dorate alla festa in maschera è lampante, oltre ai riferimenti alla mitologia greca si intravede una simbologia cristiana (e anche pagana, vedendo Oliver con le corna da cervo, che sia un omaggio all’Irlanda di Keoghan e alle sue leggende?).
In conclusione, Saltburn non è un film da guardare la domenica pomeriggio sul divano con tutta la famiglia, ma vi assicuro che una sola visione non basterà a farvelo comprendere/amare. E… in ogni caso, un giro su TikTok a vedere le reaction live alle scene peculiari me lo farei, quattro risate non fanno mai male. Ah, Saltburn è disponibile su Prime Video.
[Fonte foto: Instagram]
Leggi anche
- The Idea of You: l’idea che ho di Hayes Campbell | Recensione - Maggio 3, 2024
- Fabbricante di lacrime: ma perché sussurrano tutti? – Recensione - Aprile 25, 2024
- Players: una commedia romantica a San Valentino? Avanguardia pura – Recensione - Febbraio 27, 2024