The Old Guard è il nuovo thriller d’azione di Netflix. Un film nato dalla collaborazione tra la piattaforma streaming e il fumetto d’autore, in cui Charlize Theron è a capo di un gruppo di mercenari immortali tra cui Luca Marinelli
Basato sulla serie di graphic novel di Greg Rucka e Leandro Fernandez, con il primo che ha anche scritto la sceneggiatura dell’adattamento, The Old Guard è diretto da Gina-Prince Bythewood. Un film che viaggia ad un ritmo piacevole nelle storie di un gruppo di sovrumani. A capo della squadra c’è Andromaca di Scizia (Charlize Theron), per tutti Andy, la persona più anziana del mondo. La conosciamo via via nel corso delle sequenze, grazie a brevi flashback nei secoli addietro, in cui la vediamo che riesce a mimetizzarsi perfettamente all’interno delle comunità: dal copricapo ingioiellato ad un taglio corto ed un guardaroba casual.
Andy è la guida di un piccolo gruppo di anime immortali che usano i loro superpoteri per il bene superiore. C’è Booker (Matthias Schoenaerts) che fu al fianco di Napoleone nel 1812; Nicky (Luca Marinelli) e Joe (Marwan Kenzari) invece hanno combattuto insieme durante le crociate. Insieme – e da soli – sono da secoli macchine da combattimento spietatamente efficienti, pronte ad uccidere e morire ed uccidere e morire fino alla nausea.
La maggior parte di loro ha alle spalle secoli di traumi e violenze. Ed Andy inizia a sentire il peso dei secoli sulle sue spalle. Fino a quando non incontra Nile (KiKi Layne), la nuova recluta, in cui apprende ben presto che la vita a cui era abituata è finita e che l’immortalità può essere un vero ostacolo. L’incontro tra Andy e Nile è propedeutico alla trama, segna una sorta di passaggio di testimone, subito non chiaro per le due.
Dopo varie missioni, in cui hanno salvato milioni di vite umane. Oggi entrano in contatto con un associato passato (Chiwetel Ejiofor) e si trovano ad affrontare un CEO farmaceutico (Harry Melling) che vuole sfruttare i loro poteri e inventare una sorta di super-droga che conferisce l’invincibilità. Tra colpi di scena e tradimenti, rapimenti e salvataggi dell’ultimo minuto che regalano al film azione e suspance, l’intento di Prince-Bythewood è anche quello esistenzialista e psicologico.
La regista vuole passare il messaggio che l’immortalità è un dono che potrebbe essere più una maledizione che una benedizione, e che coloro che lo possiedono sono unici ma vulnerabili per i loro nemici. Una sorta di dilemma filosofico trattato con arguzia umoristica e un senso cupo dell’assurdo.
«Solo perché continuiamo a vivere non significa che smettiamo di ferire»
Parliamoci chiaramente. Nonostante l’attenzione per la metafisica della vita e della morte, e di alcuni passaggi storico-sociali davvero interessanti, The Old Guard ha dinamiche d’azione viste e riviste, in cui i cattivi sono sacrificabili e i bravi ragazzi sono – nel vero senso della parola – invincibili. Ma lo accettiamo, perché accettiamo questi film. Ci piacciono e ci fanno sentire vivi, ci fanno sentire dalla parte giusta del mondo.
In The Old Guard la protagonista è una donna – ce ne sono così pochi di film d’azione con a capo delle donne che è difficile anche a giudicarli e metterli a paragone – che non guida altre donne, come nel caso di Charlie’s Angels o Mad Max: Fury Road. Ma Andy guida donne, uomini, bianchi, neri, gay, etero, musulmani e cristiani. Le loro identità non sono – e non devono essere – irrilevanti, ma sono dettagli simbolici, funzionali alla trama, in cui, grazie alle loro origini, capiamo come reagiscono alle vicende. Ma comunque è un film che celebra le donne che danno ad altre donne la possibilità di assumere il comando.
Un altro punto forte del film è la mancanza dei vuoti narrativi. Le scene d’azione non sacrificano la storia e non sono confusionarie, ma la regista modera con attenzione le sequenze, in modo che i colpi siano pieni di movimento, ma non fa perdere di vista allo spettatore chi sta combattendo con chi. Poi bellissimo il volerci mettere da subito davanti la realtà, ovvero che l’immortalità è a tempo determinato: dura millenni ma potrebbe svanire da un momento all’altro.
Il merito di The Old Guard è anche quello di poggiarsi su un cast eccezionale.
Su tutti una sempre bravissima Charlize Theron, che si conferma un’attrice credibile nel genere action, capace di dare vita ad un personaggio stanco, che diventa visibilmente più cinico e vulnerabile nel corso della storia. E poi non posso non citare “il nostro” Luca Marinelli. Che, dopo le splendide interpretazioni che ci ha regalato, avvalora quello che ho sempre pensato di lui: che è un attore pronto per calcare i grandi set internazionali, mostrando la sua straordinaria eleganza non solo nei generi d’autore.
In definitiva, The Old Guard è un action movie piacevole, in grado di intrattenere e far riflettere. Cammina con disinvoltura tra dialoghi più intimi e scene di combattimento, in cui Gina-Prince Bythewood ha dimostrato che questo “vecchio genere” ha ancora molta vita davanti a sé, perché ha ancora qualcosa da dire – e dare – al suo pubblico.
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