Abbiamo avuto il piacere di intervistare Giulia Lupetti, attrice, modella e regista che fa parte del cast del film Top Gun: Maverick diretto da Joseph Kosinski, con Tom Cruise
Classe 1988, Giulia Lupetti ha recentemente ottenuto un ruolo nel film Top Gun: Maverick e preso parte al film Clique. Ha recitato in film internazionali, nel film Rapiscimi accanto agli attori internazionali Virgilio Castelo e Sao Josè Coreia in lingua portoghese. Nel film Mission Possible ha recitato accanto agli attori James Duval, John Savage, Bret Roberts nel ruolo di Claudia. Inoltre, Giulia Lupetti è la regista e sceneggiatrice dello short film Memento Audere Semper e con lei abbiamo parlato di questo progetto e tante altre cose.
Ciao Giulia, benvenuta su Shockwave Magazine. Sei una modella, attrice, sceneggiatrice e regista: in quale di queste vesti ti senti più te stessa?
Grazie Innanzitutto a voi di Shockwave per questa intervista, allora direi che ognuna di queste mansioni esprime una parte di me, non ce ne è una che vale più dell’altra; magari ho delle aspettative diverse per ciascuna di queste, ma tutte in realtà sono parti di me ed esprimono un mio modo di vedere le cose; tutte a funzione e strettamente connesse.
Nonostante tu sia giovanissima, hai un’esperienza invidiabile. Hai preso parte al film Clique e alle pellicole internazionali Rapiscimi e Mission Possible. Che cosa ti hanno dato questi tre lavori a livello personale?
Posso dire che ognuna di queste è stata un esperienza indimenticabile e che tutte mi rimangono profondamente nel cuore. Clique è stato il primo film in cui ho lavorato quando mi sono trasferita qui in America, dunque ci tengo moltissimo anche perché avendo sperimentato il ruolo anche di “script supervisor” ha portato una grandissima lezione che mi ha spinto poi a decidere di creare uno short tutto mio. Per quanto riguarda Rapiscimi, ci sono molto legata a questo film, innanzitutto per le solide amicizie che si sono create con molte persone della troupe; l’aria sul set era festosa, è stato bellissimo poter essere a Lisbona, poter lavorare con persone meravigliose conoscere una parte del mondo che non conoscevo fino a quel momento; recitare in una lingua nuova, direi che è stata una ventata di aria fresca, un colpo piacevole all’anima. Mission Possible, è stato emozionante per tantissimi fattori, tra cui lavorare a fianco di star come John Savage, James Duval e Bret Roberts; condividere le scene con animali, che sono una delle mie più grandi passioni, realizzare il sogno di poter avere scene a cavallo; in un paese come le Marche a cui sono legata in quanto la mia famiglia è originaria di lì, direi che non potevo chiedere di più onestamente.
Ci sono interpreti alle quali ti ispiri per rendere al meglio?
Nella mia costante ricerca di migliorare le mie performance e di provare a rendere sempre il massimo nei personaggi che interpreto, devo dire che sono arrivata al punto nel quale, cerco di evitare innanzitutto di emulare qualcuno, ma soprattutto vorrei poter dare al pubblico “me” tramite il personaggio che interpreto, per farlo, cerco di rimettermi in quella condizione mentale di quando si è bambini e si gioca a “Guardie E Ladri”. E’ fantastico guardare un bambino giocare, non ha bisogno di molto per dare spazio alla fantasia per credere totalmente di essere nel suo mondo fantastico, i bambini sono totalmente presenti nella loro dimensione quando giocano, non hanno bisogno di tecniche, loro lo fanno e basta. Con questo non intendo dire che le tecniche non siano utili, ma che avendo studiato moltissime tecniche in maniera profonda sto cercando adesso di metterci ancora più Giulia; molte volte noi attori tendiamo a volere risultare perfetti nei nostri ruoli, come se ci sia un manuale che decide cosa sia perfetto o no in una interpretazione, dunque vorrei liberarmi di queste profonde e impossibili aspettative e cercare di essere più bambina piuttosto.
Quest’anno ti vedremo in Top Gun: Maverick. Come è stato recitare accanto a Tom Cruise, uno degli attori più amati di Hollywood?
Che dire più di “Sognare ad occhi aperti”? E’ stato molto emozionante, sono profondamente grata per questa esperienza, è stato un onore poter condividere la scena con un attore come Tom Cruise. Vederlo recitare è una delle lezioni più grandi che si possano ricevere e sono grata per questo.
Ci parli del tuo personaggio in questo film?
Purtroppo per contratto non mi è concesso di parlare molto circa la storia, ma in breve il mio personaggio è quello di un ufficiale, sono una collega di Maverick, grazie a lui nel film sono libera di avere ancora il mio posto di lavoro.
Per avere questo ruolo hai dovuto fare tanti provini?
Ci sono stati due provini, è stato onestamente più semplice di moltissimi altri che ho fatto nella mia vita. Probabilmente per via del mio modo di affrontare i provini recentemente che e’ totalmente diverso da quello che avevo negli anni passati.
Sei la regista e sceneggiatrice di Memento Audere Semper, un film che ha già vinto due awards all’Independent Short Awards di Los Angeles. Come è nata l’idea di portare sullo schermo una favola moderna e di chiamarla con l’espressione latina coniata da Gabriele D’Annunzio?
Sono fiera del mio short “Memento Audere Semper” e di tutto il successo riscosso ai vari festival, di fatti abbiamo vinto awards all”Independent Short Awards, Global Awards, Palm Beach International Mini Movie and Film Festival. L’idea è nata perché ho sempre voluto creare qualcosa di mio che mi desse l’opportunità di esprimere le mie idee in maniera personale e allo stesso tempo “facile da digerire”. Avevo l’intenzione di rendere reale qualcosa che era solo nella mia mente e che all’inizio non sapevo come esprimere. L’idea del titolo mi è venuta durante il processo di scrittura del soggetto, è una frase presente all’interno del mio short film, usata come password per accedere a questo mondo fatto di sogni, per entrare in questa dimensione del sogno dove si è liberi di essere ciò che si vuole. La scelta del titolo non ha nulla a che vedere con l’inclinazione politica che l’espressione latina ha rappresentato nell’epoca di D’Annunzio; piuttosto il suo significato cioè quello di “ricordarsi di osare sempre”. Per me indica esclusivamente il modo in cui dovremmo vivere la nostra vita, ricordandoci di osare per superare i limiti fisici e mortali della nostra esistenza e di osare per le cose che amiamo, per le nostre passioni per amore, inteso nel suo senso più generale amore non solo per qualcuno ma per quello che ci rende felici e dunque vivi. Cosa è la vita d’altronde senza l’amore?
Un progetto sicuramente ambizioso e impegnativo, maturato dalla tua esperienza, con un tema attuale. Quanto tempo ti ci è voluto per realizzarlo?
Ci sono voluti un po’ di mesi, diciamo che ho iniziato a pensarci a gennaio 2019, dopo di che ho iniziato a mettermi all’opera a marzo e a fine aprile sono riuscita a girare; è stato un processo emozionante, non privo di ostacoli o paure, ma aldilà di tutto sentivo che era la cosa giusta da fare, che ce la potevo fare; da sola sarebbe stato impossibile e dunque devo ringraziare tutte le persone che in piccola o in grande scala hanno reso tutto questo possibile.
Quanto ti senti vicina alla discussione sulla parità di genere? Ti sei sentita qualche volta discriminata rispetto ai tuoi colleghi maschi?
E’ sicuramente un argomento a cui sono molto vicina; non mi piace polemizzare anche se di solito è la cosa più facile da fare, quella di lamentarsi per qualcosa che non va, piuttosto preferisco rendermi attiva e dare il mio contributo per cambiare le cose. Credo che le donne nelle varie ere della storia sono state molto discriminate e messe all’angolo. Credo però che ci stiamo riprendendo in mano il potere che ci è stato tolto. Non mi sento discriminata non nel senso di non avere visto situazioni nelle quali ci siano state preferenze per il maschile ma semplicemente perché se mi sentissi discriminata vorrebbe dire che io per prima confermerei che c’è qualcosa di sbagliato nell’essere donna; io non credo che noi donne siamo la minoranza tutt’altro. Dunque si tratta solo di cambiare approccio alla situazione e cercare di adoperarsi attivamente per cambiare quello che non va bene.
Da donna, è più difficile emergere in Italia o Los Angeles? Che consiglio senti di dare alle giovani ragazze che vorrebbero emergere?
Donna o non donna, onestamente la differenza non sta né nel genere sessuale, né nel Paese in cui si vive, ma quello che pensiamo circa cosa sia “emergere”, come intendiamo farlo e quello che facciamo affinché accada; personalmente in Italia c’è un sistema differente da quello che c’è qui negli Stati Uniti, riconosco che qui c’è più meritocrazia senza dubbio ma questo non vuol dire che ti stendano un tappeto rosso appena arrivi.
Hai altri progetti in cantiere?
Si ci sono un po’ di cose su cui sto lavorando, un altro short film, una serie tv, e altri progetti con varie produzioni.
Sogni che vorresti realizzare?
Vorrei poter ispirare le persone a essere la versione migliore di loro stessi, vorrei poter curare tramite la mia arte le anime delle persone, vorrei riuscire a migliorare il mondo in cui viviamo senza per questo criticarlo ma smuovendo la parte migliore delle persone. Credo nella potenza dell’arte come espressione di catarsi attraverso cui si possono superare i propri limiti mentali, fisici e umani.
Grazie a Giulia per esserti raccontata e in bocca al lupo per tutto!
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