Martina, dopo Amici: lucciola tra le falene

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La sua voce arriva un po’ a fatica dall’altro lato del telefono, ma mentre la ascolto nelle cuffie è tutt’altro: precisa, forte, decisa. È uscito ieri il suo primo EP, Al centro del panorama, che già dal titolo sorprende. Martina infatti non sembra una che vuole stare al centro della scena, figuriamoci del panorama. Ma in lei c’è molto più di quel che sembra, e ora che ne è sicura lo mostra a tutti.

Le tracce sono 6, di cui due brani registrati durante Amici di Maria De Filippi, così come la cover di È vero che vuoi restare di Alessandra Amoroso, scelta come chiusura del progetto.

È l’esordio nell’industria musicale, per Martina, che l’ha sempre sognato e oggi sa che è proprio il suo destino, come mi ha raccontato al telefono.

“Io ero piccolissima quando ho cominciato a memorizzare le canzoni e canticchiarle, ma la svolta è stata dopo un viaggio di danza in cui ad accompagnarci c’erano due cantanti. Mentre ballavo notavo che ad emozionarmi erano loro e ho detto a mia mamma: ‘Io voglio fare quello'”.

E così è cominciato il suo viaggio: lo studio del canto dai 9 anni fino a poco tempo fa, la gavetta nei pub e nei locali di Roma insieme a band e gruppi di amici che accompagnavano la sua voce, ma non erano sintonizzati sulla linea della sua ambizione. E infine Amici, la full immersion che forma e fa prendere il volo. A chi sa coglierne gli insegnamenti. 

“Ogni giorno avevamo lezioni e più vocal coach, ognuno dei quali ci dava la sua idea e la sua prospettiva”, mi racconta Martina, mostrando sincero entusiasmo. “Ogni volta, esibirsi era come arrivare sul palco con un bagaglio di informazioni diverse: la performance era un collage di tutti, cercare di far interagire ogni insegnamento per essere più bravi possibile”.

Sono stati mesi indimenticabili, ma non è stato un percorso leggero: “Certo, quando abbiamo cominciato anche a registrare il lavoro è diventato più pesante perché dovevamo incastrare le ore in studio con le lezioni”. Eppure si sa che è solo l’inizio di una vita così, e quindi si sopporta, è una ‘fatica buona’: è proprio lei a dirmi che anche ora, con le date dell’instore alle porte e l’EP in uscita, la stanchezza non diminuisce l’entusiasmo.

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Cover di Al Centro Del Panorama di Martina, suo primo EP

“La mia più grande sfida in gara era lavorare sull’interpretazione: la voce non basta, serve usare tutto il corpo per riuscire a raccontare al pubblico una storia. Basta l’espressione fatta con un sopracciglio, un sorriso, e la canzone è molto più vissuta”. Non è facile infatti sentire proprie canzoni scritte da altri e rese celebri da interpretazioni iconiche, così i consigli dei vocal coach sono più che guide, veri e propri manuali da seguire. “Quello che mi ha aiutato di più è stato il collegare le canzoni a ricordi: molto spesso andando a ricordare, uscivano delle emozioni molto potenti. Mi ricordo una lezione in cui ho singhiozzato tutto il tempo, cantavo senza smettere di piangere”.

Oggi ascoltando il suo album risulta evidente come ogni canzone le sia entrata dentro come se l’avesse scritta lei stessa. Da Lucciola, in cui esorta una persona a scegliere ancora l’amore e non lasciarsi abbattere dopo un’esperienza brutta, passando per Da quando non ho smesso di amarti, ballad classica in cui traspare tutta l’energia della sua voce e la grinta che mette sul palco.

Ma il suo timbro deciso e il suo gusto legato alla tradizione soul dei brani strappalacrime non l’hanno limitata, perché nel brano Al centro del panorama, che dà il nome all’album, Martina sa essere leggera ed allegra. Torna intensa con Niente come te, in cui mostra tutta la sua energia e Scegliersi un giorno, un brano che esorta a lasciare da parte l’orgoglio per – appunto – scegliersi.

Si conclude dunque con la sua cover di È vero che vuoi restare, hit celebre di Alessandra Amoroso, che ha cantato in puntata ad Amici: “Anche se ascolto soprattutto altre artiste, Alessandra è una cantante bravissima e quando ho avuto questo brano come proposta pensavo sarebbe stato troppo difficile per me”.

E invece, come le diceva sempre fuori e dentro lo studio Anna Pettinelli, non le mancava niente. Doveva solo crederci lei. Basta sentirla oggi tra le cuffie per non avere dubbi: con la sua voce potrebbe cantare le canzoni delle sue artiste preferite – “Adele, Beyoncé, ma anche Elisa e Noemi” – senza far brutta figura. E magari, chissà, nel prossimo progetto ci sarà – oltre alla sua voce – qualche pezzo della sua storia.

Giulia Scolari
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