Il Booker Prize: perché è importante e chi sono i finalisti di quest’anno

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Cresce l’attesa dopo l’annuncio della shortlist del Booker Prize, il più importante premio letterario dedicato alla narrativa in lingua inglese.

Come il cinema vanta da sempre la sua award season, la sua stagione dei premi, che inizia all’incirca a metà gennaio con i Golden Globes e le nomination agli Academy Award e si conclude con Cannes a inizio estate, così anche la letteratura anglofona assegna i suoi riconoscimenti durante la stagione autunnale.

È un periodo ricchissimo anche per le uscite in libreria, un periodo che mette in competizione tutte le case editrici anglosassoni, che gareggiano per ottenere il maggior numero di ordini e preordini sulle piattaforme di vendita online e di premi: e le due cose sono molto spesso collegate.

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Anuk Arudpragsam, uno dei finalisti del Booker Prize.

Senza dubbio, il più importante e prestigioso premio per la narrativa in lingua inglese è il Booker Prize, fondato dall’azienda britannica Booker McConnell Ltd e che si assegna dal 1969. Inizialmente il premio era aperto solo alle opere pubblicate in Gran Bretagna o Irlanda, scritte da autrici e autori cittadini del Commonwealth. Successivamente, la partecipazione al premio è stata ampliata a tutte le opere di narrativa scritte in lingua inglese.

I finalisti e le finaliste del Booker Prize ricevono un premio di 2500 sterline; al vincitore o alla vincitrice, invece, spettano 50000 sterline, uno dei premi in denaro più alti tra tutti i riconoscimenti letterari. Il premio viene assegnato da un comitato in cui devono figurare uno scrittore, due editor, un agente letterario, un libraio, un bibliotecario e un presidente nominati dalla fondazione del Booker. Questo comitato, poi, seleziona a sua volta la squadra dei giudici, che cambia ogni anno e che è formata dai maggiori esponenti della critica letteraria e accademica e della cultura.

Ogni aspirante autore nel mondo anglofono sogna di vincere almeno una volta nella vita il Booker Prize – solo in quattro sono riusciti a vincerlo due volte – e ogni anno aumenta l’attesa per il romanzo vincitore, la cui diffusione nel mondo e le cui vendite crescono in modo esponenziale grazie al prestigio del premio.

Quel che resta del giorno (Einaudi) di Kazuo Ishiguro, Amsterdam (Einaudi) di Ian McEwan, Il senso di una fine (Einaudi) di Julian Barnes, Il paziente inglese (Garzanti) di Michael Ondaatje e i più recenti Ragazza, Donna, Altro (Sur) di Bernardine Evaristo e I testamenti (Ponte alle Grazie) di Margaret Atwood – questi ultimi due, vincitori a pari merito nel 2019 – sono solo alcuni dei romanzi che hanno fatto la storia del Booker Prize e della letteratura anglosassone.

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Patricia Lockwood, una delle finaliste del Booker Prize.

Lo scorso 14 settembre sono stati annunciati i sei finalisti dell’edizione 2021. Dalla dozzina della longlist, ovvero della prima scrematura delle opere in concorso (che sono inizialmente centocinquantotto), si è passati al sestetto finale che ha visto esclusi due dei maggiori favoriti di quest’anno: Klara e il sole di Kazuo Ishiguro (Einaudi) e Second place di Rachel Cusk. Il vincitore verrà annunciato il 3 novembre durante la tradizionale cerimonia organizzata in collaborazione con la BBC.

I sei romanzi finalisti, tutti ancora inediti in Italia, sono:

A passage north di Anuk Arudpragsam;

The promise di Damon Galgut;

No one is talking about this di Patricia Lockwood;

The fortune men di Nadifa Mohamed;

Bewilderment di Richard Powers;

Great circle di Maggie Shipstead.

Solo Richard Powers, che ricorderete per Il sussurro del mondo – The Overstory (La Nave di Teseo), premio Pulitzer nel 2019, e il sudafricano Damon Galgut sono già due veterani del Booker Prize, con due candidature in curriculum a testa. Gli altri autori sono tutti nominati per la prima volta. Tre sono gli americani, Powers, Lockwood e Shipstead, e Anuk Arudpragsam dallo Sri Lanka. Nadifa Mohamed è la prima autrice anglo-somala ad essere nominata al Booker Prize.

A passage north esplora la devastazione del dopo guerra civile in Sri Lanka, una guerra durata trent’anni, e le conseguenze traumatiche che un evento di tale portata ha sui singoli individui; The promise è un romanzo famigliare ambientato negli anni dell’apartheid in Sudafrica; No one is talking about this segue le vicende di una giovane americana, social media influencer, negli Stati Uniti post 11 settembre; The fortune men è ispirato alla storia vera di Mahmood Mattaf, ingiustamente accusato di omicidio e  l’ultimo uomo ad essere stato condannato a morte a Cardiff nel 1952; Bewilderment di Richard Powers è la storia di un bambino, Theo, terrorizzato dal cambiamento climatico, e di suo padre, astrobiologo in lutto per la morte di sua moglie; Great circle racconta la vita dell’aviatrice Marian Graves e del suo tentativo di compiere il giro del mondo in aereo nel 1950.

Tutte le opere in competizione, i giudici sono d’accordo, ci mostrano come l’essere umano affronti la sua vita quando eventi più grandi di lui la influenzano. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove il cambiamento climatico e la pandemia governano e condizionano quotidianamente le nostre vite, la letteratura, come sempre, ci corre in soccorso, e ci offre mondi e modi possibili per affrontare le sfide che ci attendono.

Simona Adinolfi
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