Il segreto di don Ciccio – Angela Sorace e i dolori che diventano tormento

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“Il segreto di don Ciccio” è un romanzo, in parte autobiografico, di Angela Sorace, nata a Catania nel 1961. Vive e lavora all’Unità Intensiva Coronarica dell’Ospedale “Gravina” di Caltagirone.

Il romanzo ripercorre la vita della famiglia Marchese ed è ambientato nella Sicilia dei primi del Novecento. La storia si sviluppa a Catania, durante la Prima Guerra Mondiale, dove il progresso scorrerà inesorabile anche laddove vi è più reticenza. Le prime automobili, i primi, tram prenderanno il posto delle carrozze e l’energia elettrica sostituirà le lampade a petrolio, togliendo la bellezza di via Crociferi, che mai è stata così viva, come negli anni che precedono la trasformazione. Gli abitanti, già colpiti dalla miseria e dall’Etna, che mai dorme e tanta distruzione e rinascite porterà, troveranno conforto nelle preghiere e in ciò che li avvicina all’Alto, per questo il negozietto di immagini sacre di Don Ciccio riuscirà a sopravvivere.

il segreto di don ciccio

Un viaggio nel tempo con Il segreto di don Ciccio

Francesco Marchese, detto Don Ciccio, è il padre padrone di tredici figli che, pur non vedendo di buon occhio i Nobili, vive nel palazzo dei baroni Zappalà, come affittuario. È grande la solidarietà e la coesione che lega la madre, Maria Rosa, e i figli, uniti, non contro, ma sicuramente in contrapposizione con il padre, il marito, che sembra non amarli. Le sfuriate di don Ciccio sono improvvise e violente e tutti, nel vicinato li conoscono e più volte si sono goduti “lo spettacolo”. Nessuno conosce l’origine e, anche se non trova redenzione, è in un passato lontano e tenuto nascosto che è nato quel dolore, quella voragine che risucchierà ogni cosa. Anche la felicità.

Il segreto di don Ciccio è una storia di amore e sacrifici, quella della famiglia Marchese, e come Oroborus, il serpente che si mangia la coda, formando un cerchio perfetto, in cui la fine è anche l’inizio, in cui l’energia si rigenera solo se si consuma, vanno avanti con loro vite, nonostante il dolore provocato dalle colpe degli antenati, come un cerchio infinito.

Angelica sta vivendo un periodo delicato e vuole andare a Catania e conoscere le proprie origini, contattando l’ultimo sopravvissuto di quei giorni, il barone Zappalà, avendo trovato in soffitta un diario della zia Matilde, l’ultima figlia di don Ciccio.

È grazie a queste testimonianze che il viaggio nel tempo sarà possibile. Ripercorrere le gioie, i dolori e le disillusioni di una famiglia, già colpita duramente dalla vita. Leggende, come quelle di Colapesce che da sotto il mare sostiene la Sicilia e come Aci che morirà per amore di Galatea dando il nome alle città delle vicinanze, piatti profumati sono lo sfondo di quei giorni, principale protagonista è il mare che, con la sua forza inarrestabile, rappresenta la speranza di riuscire a staccare la testa al serpente, facendo sognare di andare via, oltre l’orizzonte.

“Barriere invisibili fatte di pregiudizi
Separano la comunità dividendola e discriminandola
E le rare anime che riescono a vedere
Attraverso quelle barriere comprendono
Quanto tutto questo sia ingiusto e doloroso”

Angela Sorace con Il segreto di don Ciccio ha superato le barriere imposte dal tempo e dallo spazio, regalandoci un viaggio nella Catania del secolo scorso, quasi attraversando la Quarta Dimensione. Struggente e senza remore, riesce a colpire il cuore, sperando, insieme ai protagonisti, che una vita migliore sia possibile.

Giusy Di Benedetto

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