Lost in translation, un viaggio nelle parole intraducibili

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Come spiegare l’intraducibile in tempi di globalizzazione? Connessione è anche comunicazione linguistica.

In una società globalizzata come quella che stiamo vivendo in un mondo ad alta connessione, l’interazione tra persone costituisce ancora un nodo cruciale nella comunicazione. Lo scambio di parole, infatti, non garantisce al cento per cento l’arrivo di un messaggio tra due parlanti di una stessa lingua, figuriamoci in una lingua che non è la nostra.  

Lost in translation, un viaggio nelle parole intraducibili 1
copertina di “Lost in translation”
In Lost in Translation – libro illustrato di Ella Frances Sandres, autrice e illustratrice di questo gioiello tascabile – farete comodamente da casa un viaggio tra le parole.

Parole che pur essendo intraducibili, trovano la loro rappresentazione in un connubio fatto di parole, figure e colori. Una suggestione, un’esperienza che vi catapulterà all’interno di culture lontanissime ed esotiche ma che in qualche modo vi faranno empatizzare con mondi apparentemente lontanissimi. Empatia in questo senso potrebbe richiamare il senso del romantico (non nel senso romantico del termine). Un richiamo di qualcosa di lontano da noi ma che in qualche modo ci appartiene e lo riconosciamo solamente tramite le descrizioni della Sanders che ci ricorda:

“Per quanto ci piaccia distinguerci dagli altri, sentirci individui ed esaltare l’espressione, la libertà e le esperienze che sono uniche per ognuno di noi, siamo tutti fatti della stessa pasta.”

Perciò, se tante volte vi capita di aver commesso una grave dimenticanza e non sapendo come porvi rimedio andrete a comprare un regalo per farvi perdonare, ricordatevi che state per regalare ciò che i tedeschi chiamano “Drachenfutter”, letteralmente tradotto con “il pasto del drago”, ovvero il regalo che il marito fa alla moglie per farsi perdonare qualcosa.

Lost in translation
“Drachenfutter” da “lost in translation”

Cosa che vi resterà di questo libro illustrato dopo averlo terminato? La voglia di rileggerlo da capo, anche in modo casuale, prendendo pagine sparse, e rileggerlo ancora e ancora, prestarlo, regalarlo e parlarne con gli amici perché a volte, rivedersi nelle culture altrui, ci fa capire qualcosa di più della nostra e soprattutto ritroviamo noi stessi là dove la nostra lingua madre, non basta a rendere giustizia a ciò che stiamo provando.

La lingua ci avvolge e ci accompagna in un viaggio lungo una vita, crescendo e modificandosi con noi perché se è vero che le regole grammaticali sono la base di una lingua lo è altrettanto il mutarsi della sua forma e della sua sostanza perché le lingue sono vive e per questo mutabili. Come noi, le lingue nascono, si evolvono e a volte muoiono ma soprattutto ci cambiano. Le lingue ci influenzano e danno voce ai nostri pensieri anche quando le nostre emozioni sembrano ridursi nel loro significato quando trovano la loro raffigurazione tramite le parole, forse stiamo solo sbagliando appunto…le parole!

E proprio li dove non arrivano le parole del nostro bagaglio personale ci viene in soccorso “lost in transaltion” spaziando dall’urdu al norvegese, dal tulu allo yiddish, dal gallese all’hindi.

Al prezzo di Euro 15,20 non avrete solo un libro illustrato ma un gioiellino da collezione per i più curiosi e gli appassionati di linguistica e traduzione.

Lost in translation su Amazon

Quindi, senza ulteriori indugi: buon viaggio lettori!

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