Oggi rendiamo omaggio, nel giorno della sua nascita, a Virginia Woolf, genio di Una stanza tutta per sé, donna che seppe rivoluzionare la condizione femminile dal punto di vista socio-culturale, dando voce alla propria forza senza nascondere sofferenze e debolezze.
La “cercatrice irrequieta”, così si definiva, è sempre stata impegnata nella lotta per la parità di diritti tra uomini e donne. A seguito di alcune conferenze legate al tema “le donne e il romanzo” del 1928, Virginia Woolf scrisse il saggio Una stanza tutta per sé dove esprime al meglio il suo pensiero femminista, saggio che divenne presto il manifesto della condizione femminile dell’epoca, dell’esclusione della donna dal panorama letterario e culturale del tempo.
Virginia Woolf e il suo pensiero femminista racchiuso in un saggio
Una stanza tutta per sé può essere considerato un ”saggio romanzato”. Anche se conta poco più di un centinaio di pagine, rappresenta un omaggio e un invito alle donne a osare, a uscire dagli schemi sociali imposti da un’epoca che le vedeva escluse da ogni ambiente culturale e a spingerle così ad entrare nel mondo della scrittura e della letteratura. Invita le donne a mostrare il loro punto di vista e a gridarlo così al mondo. Le spinge a far sentire la propria forza e lasciar anche trasparire la propria rabbia e le proprie debolezze. Invita, soprattutto, a seguire i propri sogni, anche a costo di fuggire via.
Una stanza tutta per sé, romanzo d’altri tempi? Forse, ma solo nello stile
I temi trattati da Virginia Woolf in questo saggio romanzato sono più che attuali. Come sono attuali la passione e la determinazione che Woolf mostra tra queste pagine, passione e determinazione che noi donne di oggi dobbiamo mettere in ciò che facciamo. Le stesse che dobbiamo tenere strette in pugno e nel cuore per poter lottare per i nostri diritti, per farci valere e farci rispettare in ogni ambito, che sia familiare, lavorativo, sociale e culturale. È uno scrigno ricco di indicazioni e consigli per essere donne forti, oggi e domani.
“Per tutti questi secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi, dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo. […] Perciò Napoleone e Mussolini insistono tanto enfaticamente sull’inferiorità delle donne, perché se esse non fossero inferiori cesserebbero di ingrandire loro. Questo serve in parte a spiegare la necessità che gli uomini spesso sentono delle donne.
E serve a spiegare come li fa sentire inquieti la critica femminile; come a lei sia impossibile dir loro che il libro è brutto o il quadro difettoso, o cose del genere, senza provocare assai più dolore e suscitare assai più rabbia di quanta potrebbe suscitarne un uomo con la stessa critica. Perché se la donna comincia a dire la verità, la figura nello specchio rimpicciolisce; l’uomo diventa meno adatto alla vita.“
da Una stanza tutta per sé – Virginia Woolf
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