Uscito il 22 novembre, Accetto Miracoli è il lavoro discografico che mancava a Tiziano Ferro. Un album sensibile, intimo, personale, liberatorio. Un disco maestoso ed elettrizzante, capace di coinvolgere traccia dopo traccia
Potrei cominciare la recensione di Accetto Miracoli in maniera secca, sobria e senza sentimentalismi. Ma no. Tiziano Ferro da me merita di più. E allora via ogni moderazione – ma poi quanto mai mi sono piaciuti i moderati a me? – e dentro ricordi ed emozioni autentiche.
Così, mentre nelle mie orecchie suona per la terza volta Balla per me, ritorno con la mente al mio primo incontro con Tiziano. Torno a quel 2002, a quando avevo 9 anni e le radio – e le mie orecchie – erano invase dalla sua Rosso Relativo. Non è stato colpo di fulmine, tutt’altro. A volte lo trovavo fastidioso, ma aveva quel “non so cosa” che mi spingeva verso di lui. Fino a quando mi sono innamorata. Perdutamente.
Tiziano è entrato nel mio cuore con discrezione, in punta di piedi. E’ entrato per restarci. Mi ha ricordato che il sole esiste per tutti, mi ha insegnato che in caso di pericolo si salva solo chi sa volare bene e che la pazienza ci fa divertire.
Perché lui ha saputo prendere con sé il “fai arte del tuo cuore spezzato” della tanto cara Meryl Streep, che lui – come lei – di arte ne ha da vendere. Mi ha fatto capire che la passione è sinonimo di libertà. Che se una porta ci viene sbattuta in faccia dobbiamo avere la forza di buttarla giù a calci. Che a vincere sono bravi tutti, ma è con le sconfitte che si vedono i coraggiosi.
E allora mentre sono alla fine del terzo giro di ascolto dell’album, inizio a comprendere che Accetto Miracoli è l’ennesimo dono di Tiziano Ferro al panorama musicale che spesso ha poco da dirci e meno da offrirci. Un dono che emoziona. Un dono che a volte è un pugno allo stomaco. Un dono che solo un animo come quello di Tiziano poteva partorire. Un dono eterogeneo, di quelli che mi piacciono a me, dove ogni traccia è una scoperta. Ed è proprio questo Accetto Miracoli: una scoperta. E’ una stanza con 12 cassetti da aprire, e in ogni cassetto ci trovi un sussulto. Si alternano ballade romantiche, in pieno stile Tiziano, a brani ritmati, complice la collaborazione con Timbaland, che strizzano l’occhio a sound elettronici più sperimentali, quei sound che tanto ci fanno ricordare l’ormai “vecchia” o meglio classica Xdono.
Eppure io preferisco Tiziano Ferro quando fa Tiziano Ferro. Quando mi distrugge. Quando sforna canzoni che non hanno bisogno di commenti
Perché va bene il sincopato di Buona (cattiva) sorte – devo ammettere che ho temuto che tutto l’album fosse sulla scia di quel brano – e il beat di Balla per me, canzone cantata con Jovanotti, o il groove gospel di Le 3 parole sono 2, brano comunque molto bello. Ma vogliamo parlare delle canzoni strappalacrime? Quelle malinconiche, struggenti e intrise di ricordi? Quelle che sono un fiume in piena di emozioni e sensazioni sorprendenti? Quelle che ti sanno strappare un sorriso e ti fanno capire che, nonostante tutto, c’è il lieto fine? Ed è di quelle ballate che riesco a capire che Tiziano Ferro è, e sarà sempre, il compagno di vita perfetto. Un compagno complice che dovrò condividere con milioni di persone, ma all’amore non c’è un limite. No?
Fin dall’inizio ho amato profondamente Accetto Miracoli – la versione deluxe piano e voce è da brividi – che mi ha restituito il “vero Tiziano”. Meravigliosi anche i sentimenti che mi ha regalato l’ascolto di Vieni ad amarti e Amici per errore, quest’ultima una delle più belle dell’album insieme a Casa a Natale e Un uomo pop dove la Budapest Scoring Symphonic Orchestra ha marcato il pathos del testo. Un colpo al cuore e all’anima sono anche Il destino di chi visse per amore e Seconda pelle, uno stimolo sublime a ricominciare anche se si è perennemente “al confine tra terrore e un altro errore”. Come farebbe un uomo invece ci spalanca le porte a quello che verrà, a quello che sarà Accetto Miracoli negli stadi, una carica di adrenalina pronta ad esplodere per “un grande finale a San Siro o all’Olimpico insieme”.
Ma la mia preferita è In mezzo a questo inverno, una canzone declinata al maschile ma dedicata alla nonna Margherita, scomparsa recentemente e figura di riferimento per Tiziano Ferro. Una ballad commovente nel quale mi immedesimo in ogni parola. Un brano capace di dare voce ai miei sentimenti, un testo in grado di liberare il mio amore per mia nonna e di farmi capire quanto io sia fortunata a vivermela ancora. Perché lei è sempre più forte di me “in mezzo a questo inverno”.
Se dopo tre anni di silenzio il risultato è Accetto Miracoli, devo ammettere che l’attesa ne è valsa la pena. Che poi alla fine aspettare Tiziano Ferro ne vale sempre la pena. Aspettare un uomo che della sua vita ha fatto un capolavoro e di un disco un miracolo è un privilegio.
Perché Tiziano vale la pena. Sempre.
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