August Burns Red – Guardians [Recensione]

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Il 3 aprile 2020 uscirà, “Guardians”, il nuovo album della band metalcore americana August Burns Red per Fearless Records. Il nuovo album esce a tre anni di distanza dal loro precedente lavoro, “Phantom Anthem”.

Conosciamo gli August Burns Red come una band principalmente metalcore, ma con questo “Guardians” sembrano proprio aver voluto cambiare allontanarsi dal metalcore per avvicinarsi al progressive, inserendo qualche elemento melodic death. Gli August Burns Red quindi passano da composizioni considerate mainstream nel metalcore (breakdown ripetitivi, “soliti” quattro accordi e così via) a delle composizioni più “studiate”.

Con la canzone uscita in anteprima lo scorso 6 febbraio, ovvero “Defender” (quarta traccia dell’album) abbiamo avuto quello che possiamo definire un “riassunto” dell’album. Un riassunto che viene confermato già dalle prima traccia, “The Narrative”. Una traccia con un riff che rappresenta alla perfezione il cambio di genere della band. Segue “Bones” più “leggere” rispetto alla traccia precedente. “Paramount” e la già nominata “Defender” si chiude la prima parte dell’album.

La seconda parte di “Guardians” si apre con la prima canzone che più si avvicina al melodic death, ovvero “Lighthouse”. Possiamo definire quest’ultima canzone come quella anche in cui si capisce ancora meglio la trasformazione della band. Ad aiutare questa trasformazione ci sono le due tracce seguenti “Dismembered Memory” e “Ties That Blind”, quest’ultima inoltre rappresenta una delle composizioni più ragionate dell’album sotto molti aspetti.

Con “Bloodletter” gli August Burns Red si distolgono dal cambio di genere di “Guardians” per tornare alle origini, per poi riprendere in mano la situazione con le ultime tre tracce: “Extinct by Instinct”“Empty Heaven” e “Three Fountains”. E proprio con “Three Fountains” che troviamo la giusta chiusura per un album che sa di nuovo inizio per gli August Burns Red, anche se c’è molto lavoro da fare.

August Burns Red
Marco Mancinelli
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