David Bowie, l’intramontabile Aladdin Sane

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Uscito il 13 aprile 1973, Aladdin Sane di David Bowie è una vera e propria pietra miliare nel panorama musicale internazionale. L’album continua la narrazione – iniziata con The Rise and Fall di Ziggy Stardust e Spiders from Mars – del personaggio immaginario di Ziggy Stardust.

Anche se non lo considero il miglior lavoro di David Bowie da un punto di vista puramente artistico, Aladdin Sane è certamente uno dei suoi migliori album rock. Bowie non fu mai un rocker nel senso purista della parola: ha suonato diversi generi musicali, immergendoli con le sue prospettive e il suo stile inconfondibile.

Per molti – in parte anche per me – “Aladdin Sane è Ziggy Stardust dopo un viaggio negli Stati Uniti”: provocante, seducente, sensuale e colorato. Forse è davvero così. O forse no. Seppur un unicum nel suo genere, la musica di Bowie è sempre stata influenzata da diverse sonorità. In lui ritroviamo dei soud più strettamente british che quelle americane.

Eppure quest’album è considerato da molti – a partire dalla cover che divenne un vero e proprio marchio di fabbrica, una delle più celebri immagini della carriera del “Duca Bianco”: la foto del cantante a torso nudo, con gli occhi chiusi, i capelli fiammeggianti e il volto diviso in due da una saetta rossa e blu mentre una lacrima gli scivola lungo la clavicola – come il passaggio definitivo all’americanizzione dell’artista inglese.

Aladdin Sane traccia per traccia

L’album prende il via in modo incredibile, con Watch That Man, un giro di chitarre su un ritmo rock stabile, a tratti intelligentemente smorzato dall’uso di cori gospel e del pianoforte. La title track, Aladdin Sane, ha una melodia estremamente laboriosa in cui si alterna tra i versi di pianoforte eterei, d’avanguardia, guidati musicalmente da Mike Garson, e i cori più rockeggianti che si combinano per dare un tocco psichedelico al brano. Aggiungendo un’ulteriore dimensione, alla fine del brano troviamo una breve citazione della popolare canzone On Broadway

Drive-In Saturday – uno dei singoli dell’album – descrive un mondo post-apocalittico e futuristico in cui gli abitanti guardano vecchi film porno in un teatro, riprendendo così i temi americani del boom economico sulla liberalizzazione sessuale. La stessa sensualità e gli stessi toni vocali di Bowie li ritroviamo in Cracked Actor, quarta traccia del disco.

In Panic in Detroit la voce di Bowie tocca colori diversi, ha sfumature particolari simile a Mike Jagger, trattando un tema all’epoca attualissimo in quanto è liricamente basato sulle descrizioni che Iggy Pop fece a Bowie sulla sua esperienza della rivolta di Detroit del 1967 – conosciuta anche come rivolta della 12th Street o Ribellione di Detroit del 1967.

Un brano toccante e reale meraviglioso, a mio avviso il più bello dell’album. La storia raccontata acquisisce un impatto diverso, ha un potere esponenziale stupefacente se ha la musica di supporto. Poi le grida sul brano di Linda Lewis amplificano il senso di panico che la canzone vuole generare. Panic in Detroit ha quella strabiliante capacità di dare all’ascoltatore un’esperienza incredibilmente emozionante.

I versi burlesque di Time caratterizzano il pianoforte da sala da musica di Garson prima che la traccia esploda in un arrangiamento completamente rock. La canzone raggiunge il massimo della sua intensità nella lunga sezione di coda. 

The Prettiest Star è un’altra canzone strutturata in “vecchio stile” con voci di accompagnamento doo-wop e sormontata da elementi sonic rock moderni, mentre l’unica cover del disco, Let’s Spend the Night Together, ha una breve intro intervallata prima di rompersi in una versione jazzizzata e pre-punk del classico dei Rolling Stones. Un’interessante versione, ma che non ha lascito il segno dovuto.

A rinfrescare l’album ci pensano i due brani colti e raffinati che chiudono l’album, a cominciare dalla jam session rock I Jean Genie. Registrato a New York, questa è una traccia con un’ottima quantità e qualità per permettere all’ascoltatore di godersi questa canzone semplice ma divertente, che è diventata la più grande hit pop di Bowie fino ad oggi, raggiungendo il picco numero 2 nel Regno Unito.

Invece, Lady Grinning Soul inizia con un lungo intro di piano prima di dare spazio al suono impressionante della chitarra acustica. Il brano narra di una donna indipendente e multi talento, la classica donna che colpisce i cuori della popolazione maschile più insicura.

Sensuale, curioso, reale, e drammatico Alladin Sane è un album intramontabile che, con quel tocco di teatralità, regala all’ascoltatore una notevole varietà di stile e di arrangiamento che solo uno come David Bowie poteva mettere in piedi. Con oltre 100.000 ordini anticipati, il disco ha debuttato in cima alle classifiche del Regno Unito, raggiungendo la Top 20 negli Stati Uniti.

Nel corso del tempo, avrebbe continuato a vendere oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo. Pochi mesi dopo l’uscita dell’album, Bowie annunciò drammaticamente la “morte” del personaggio di Ziggy Stardust verso la fine di un concerto dal vivo.

Isabella Insolia
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