“I Tre Moschettieri – Opera Pop”: il Palapartenope di Napoli abbraccia il fascino del romanzo di Dumas.
La sera del 20 dicembre, il Palapartenope di Napoli si trasforma nel regno di cappa e spada con “I Tre Moschettieri – Opera Pop”, un sontuoso adattamento musicale del celebre romanzo di Alexandre Dumas. Lo spettacolo, diretto con maestria da Giuliano Peparini, combina teatro, musica e danza in un’esperienza coinvolgente che riporta sul palco l’epica storia di D’Artagnan e dei tre inseparabili amici, Athos, Porthos e Aramis.
Un cast di stelle e talenti emergenti
Sul palco, il pubblico ammira un cast straordinario. Giò Di Tonno, che firma anche le suggestive musiche dello spettacolo, dà vita a un Athos profondo e carismatico; accanto a lui, Vittorio Matteucci interpreta un Porthos potente e ironico, mentre Graziano Galatone incarna un Aramis elegante e malinconico.
Nel ruolo di D’Artagnan, il giovane e brillante Sea John sorprende con una performance ineccepibile, un mix di energia e talento che conquista i presenti fin dalla sua prima apparizione. Le donne dello spettacolo non sono da meno: Camilla Rinaldi (Milady) affascina con il suo carisma oscuro, mentre Beatrice Blaskovic (Costanza) regala al pubblico momenti di dolcezza e intensità.
A impreziosire l’opera, la presenza del romanziere stesso: Roberto Rossetti, nei panni di Alexandre Dumas, intreccia i fili della narrazione, rendendo omaggio all’autore originale e guidando lo spettatore in questo viaggio nel tempo.
Musica, goliardia e coreografie: il cuore pulsante dello spettacolo
Le musiche originali, composte da Giò Di Tonno e arrangiate insieme a Giancarlo Di Maria, sono un autentico punto di forza. Brani pop dal respiro internazionale, con decisi richiami al rock, si intrecciano in una trama sonora che ricorda in più punti il successo di Notre Dame de Paris. Alcuni passaggi richiamano forse un po’ troppo l’opera di Cocciante, ma ne conservano anche i grandi pregi: il senso del dramma e una spettacolarità travolgente.
Oltre alla drammaticità della trama, lo spettacolo sa trasmettere il senso di goliardia e amicizia che permea il romanzo originale. I momenti di scherzo e di affetto tra i moschettieri regalano al pubblico sprazzi di leggerezza, equilibrando perfettamente la tensione delle scene più drammatiche.
Le coreografie, curate da Veronica Peparini e Andreas Müller, si rivelano perfette: movimenti armoniosi e incisivi che accompagnano le scene chiave con grazia e intensità, amplificando l’impatto emotivo dello spettacolo.
Uno spettacolo tra luci e ombre
Se da un lato la messa in scena brilla per il talento del cast, la qualità delle musiche e la bellezza delle coreografie, dall’altro le scenografie risultano un po’ spoglie. Gli oggetti di scena essenziali e non riescono spesso a rendere giustizia alla grandiosità dell’opera. Tuttavia, la forza dell’interpretazione e la cura nei dettagli artistici compensano questa mancanza, lasciando il pubblico rapito fino all’ultima nota.
Un finale che lascia il segno
La standing ovation che conclude la serata è il segno tangibile del successo dello spettacolo. Sul finale, tutto il cast torna in scena per un emozionante bis di “Parigi”, l’unica canzone dell’opera già disponibile sulle piattaforme digitali. Il brano, con la sua intensità e melodia avvolgente, diventa un inno al cuore dello spettacolo, lasciando il pubblico con la voglia di ascoltare e rivivere ogni singolo pezzo.
“I Tre Moschettieri – Opera Pop” conquista Napoli con la sua anima drammatica, spettacolare e profondamente umana. Il senso di amicizia e fratellanza che lega i protagonisti arriva dritto al cuore dello spettatore, trasformando il Palapartenope in una festa di emozioni condivise.
Non vediamo l’ora che un intero album con tutte le musiche venga pubblicato: dopo aver vissuto l’opera dal vivo, ascoltarla a casa diventa un necessario bisogno.
Nonostante qualche pecca scenografica, lo spettacolo si conferma una produzione di grande qualità, capace di unire tradizione e modernità in un’esperienza unica. Il pubblico esce dal teatro con gli occhi lucidi e il cuore colmo, pronto a rivivere ancora e ancora le gesta dei leggendari moschettieri.
A cura di Stefano STRE Crispino
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