I Negrita tornano a suonare dal vivo nei club per un tour elettrico che che copre tutto lo stivale e che riporta in scena la carriera trentennale della band aretina.
Pau può dirsi, a tutti gli effetti, un napoletano acquisito. Molti lo sanno già ma ormai è un abitudinario dello Stadio Maradona come dj nei prepartita ma anche e soprattutto come appassionato. C’era all’addio al calcio di Ciro Ferrara e c’era in mille altre occasioni. Per questo motivo il concerto dei Negrità alla Casa della Musica di Napoli sembra un po’ un ritorno a casa.
La band non manca di dedicare un brano a Massimo Jovine dei 99 Posse presente tra il pubblico insieme a Decibel Bellini, speaker ufficiale del Napoli a cui a fine concerto lo stesso Pau affida il microfono per la presentazione della band al completo in stile squadra di calcio.
La band appunto, ad accompagnare il tridente offensivo di Pau, Drigo e Mac l’ormai rodata squadra formata da Giacomo Rossetti (basso, cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (pianoforte, tastiera, violoncello), Cristiano Dalla Pellegrina (batteria).
La scaletta inanella una lunga serie di classici e di singoli che hanno fatto la fortuna di Negrita, ed il bello è che altrettanti brani storici come ad esempio Sex, Greta o In un mare di noia e molti altri restano fuori. Solo questo può restituire la cifra di quanto Pau e soci nel corso dei loro quasi trent’anni di carriera hanno dato alla musica rock italiana. Questo è infatti un tour che non promuove nessun disco nuovo ma che celebra in qualche modo un percorso, lo dice dal palco lo stesso Pau introducendo Io sono, brano tratto dall’EP Paradisi per illusi del 1995 che non veniva suonata dal vivo da quasi vent’anni.
La scaletta scivola via inesorabile coinvolgendo il pubblico in un’altalena di brani che alternano ballad come Non ci guarderemo indietro mai e pezzi che scatenano il pogo come Negativo. Due ore tiratissime in cui non manca un pensiero a Pino Daniele e ai tanti amici persi per strada in questi anni nell’incipit del brano Non torneranno più.
I Negrita insieme a molti nomi importantissimi della musica italiana hanno segnato gli anni 90 e i primi duemila contribuendo a creare un’immaginario musicale che accomunava moltissimi dei presenti alla Casa della musica. Una generazione oramai per lo più brizzolata che ancora sente scorrere l’energie che Pau e soci sanno trasmettere dal palco. Il pubblico però era quanto di più trasversale poteva esserci perché nel corso degli anni la band di Arezzo ha saputo esplorare linguaggi e generi diversi, senza il timore di perdersi in territori lontani dal loro background. Non dimentichiamo i dischi contaminati dal sound sudamericano che hanno ottenuto grandissimi riscontri di pubblico.
Non a caso quando partono Rotolando verso sud e Gioia infinita il palazzetto esplode. Non c’è tempo per prendere fiato, la scaletta non fa sconti e spara le ultime cartucce come A modo mio e Mama Mae che chiudono un cerchio di un live incredibile. Vecchie maniere, musica senza troppe intermediazioni, questo sono ancora i Negrita. La voglia di divertirsi e di divertire sembra quella del primo giorno, vicino però tantissimo mestiere e una presenza scenica e una padronanza tecnica che non lasciano spazio a sbavature. Un concerto che riappacifica con l’esperienza live.
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