Un live acustico suggestivo, tra musica e immagini. Patti Smith ha aperto la sua finestra sul mondo al pubblico di Pescara, rendendolo partecipe di un dialogo tra fotografie e canzoni iconiche del suo istrionico repertorio.
Patti Smith è salita sul palco del Teatro Massimo alle ore 21:15 accompagnata dal figlio Jackson alla chitarra e da Tony Shanahan al basso e alle tastiere. La sacerdotessa del rock ha ammaliato la platea con un live che ha attraversato le fasi più importanti della sua carriera artistica, uno spettacolo-omaggio agli amici e icone musicali che l’hanno accompagnata lungo il cammino.
Smith è stata accolta sul palco da un applauso scrosciante. La cantautrice ha mostrato una forma fisica e vocale invidiabile, non ha ceduto il passo nemmeno per un minuto, nemmeno quando è stata interrotta dall’allarme antincendio. Ha ancora la stessa intensità e passione che la caratterizza da sempre. Alcuni artisti hanno quella che si chiama “qualità da star”; non puoi distogliere lo sguardo da loro nemmeno per un istante. Patti Smith è senza dubbio una di quegli artisti.
Ha aperto il live con Grateful dedicandola a Jerry Garcia, mentre My Blakean Year l’ha interpretata per ricordare William Blake. Con Ghost Dance, invece, sono scattati i primi battimani dalla platea sempre più coinvolta dalla poetessa. Smith ha recitato meravigliosamente L’Infinito di Leopardi per poi incantare letteralmente il suo pubblico con la dolcissima Guiding Light.
Intima e delicata la sua versione di One Too Many Mornings di Bob Dylan. Segue la solenne Nine accompagnata dai riff e dall’assolo di chitarra elettrica, un brano perfetto anticamera del diamante di repertorio della sacerdotessa Dancing Barefoot, dedicato a tutte le donne. Dopo aver ricordato tutte le persone care che non ci sono più, Smith ha intonato un’energetica Beneath the Southern Cross.
Non poteva mancare il grido per la pace Peaceable Kingdom, un inno contro la guerra. Religioso silenzio nel teatro quando Patti Smith recita la poesia Rimani di Gabriele D’Annunzio per poi interpretare un’intensa ed energetica Pissing in a River dove le sfumature della sua voce regalano uno dei momenti più belli della serata. La standing ovation della platea è d’obbligo.
Tutti in piedi per Because the Night, dove la sacerdotessa sprigiona un’energia inarrivabile, un’entusiasmante interpretazione di quella che è la sua canzone più famosa scritta da suo marito ed “eterno fidanzato”, Fred “Sonic” Smith, morto nel 1994. È con Gloria, brano richiestole dalla platea, che decide di chiudere una delle serata musicali più belle a cui abbia mai assistito.
Patti Smith, con la sua voce carismatica e quel timbro da ragazzina, rimane un riferimento culturale senza tempo. Un’artista simbolo di pace e libertà nel variegato presepe del rock. Come lei non c’è nessuna.
Photogallery a cura di Marzia Santurbano
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