Bludfest 2024: Yungblud realizza il suo sogno e trasforma Milton Keynes nel paradiso dei fan del rock

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Yungblud e i suoi amici conquistano Milton Keynes Bowl con la prima edizione del Bludfest, un festival che celebra l’inclusività, l’energia punk, e l’amore per la musica dal vivo.

In un weekend ricco di eventi musicali come Bloodstock e il concerto dei Korn a Gunnersbury Park, il Bludfest si è distinto come qualcosa di davvero speciale. Creato dall’infaticabile Yungblud, il festival ha offerto biglietti a metà prezzo rispetto ai normali eventi di questo tipo, garantendo comunque una giusta retribuzione agli artisti. Con un’atmosfera che richiama un Camden in miniatura, completo di un pub Hawley Arms, e un messaggio di inclusività e accettazione al centro di tutto, il Bludfest ha incarnato lo spirito di Dominic Harrison in forma di festival.

Nonostante il caldo torrido di agosto e le lunghe code all’ingresso dovute ai severi controlli di sicurezza, Yungblud ha subito preso le redini della situazione, scusandosi su Instagram per i disagi. Una volta superato l’ingresso, i fan hanno potuto godere di un’intera giornata di musica pop-rock, punk, rap e molto altro, il tutto in linea con il sentimento di essere un outsider nel mondo di oggi, il tutto nel luogo che ha ospitato spettacoli storici di David Bowie, Green Day, Foo Fighters, Bon Jovi e Metallica.

Jazmin Bean apre il Bludfest sul Main Stage Jazmin Bean ha avuto l’onore di essere il primo artista a esibirsi nel primo Bludfest di sempre. Con un abito rosa da ballo e la melodia sintetica di Favourite Toy a fare da sfondo, Jazmin ha dato il via al festival con energia e stile. Nonostante fosse ancora presto e il pubblico stesse iniziando a riempire il Milton Keynes Bowl, la loro esibizione di brani come Traumatic Livelihood e la nuova canzone It’s Not My Fault It’s Yours ha mostrato una sicurezza e una potenza da vera star.

Nessa Barrett incanta il pubblico con il suo mix di Lana Del Rey e Kesha Con stivali platform rosa scintillanti e shorts leopardati, Nessa Barrett ha portato un tocco di glamour e vulnerabilità al Main Stage. La sua performance di American Jesus ha suscitato un’ondata di applausi, mentre la nuova canzone Dirty Little Secret ha visto Nessa prendere il basso, mostrando una nuova sfaccettatura del suo talento. Il momento più toccante è stato durante Club Heaven, dedicata al suo migliore amico scomparso, un istante di condivisione del dolore che ha unito il pubblico in una riflessione comune.

Landon Barker e il suo pop-punk rilassato su Stage 2 Landon Barker ha portato il suo mix di pop-punk e ballate malinconiche su Stage 2, attirando un pubblico numeroso e coinvolto. Sebbene abbia scherzosamente chiamato Milton Keynes “Londra” più volte durante la sua esibizione, Landon ha saputo instaurare un legame con il pubblico, mostrando gratitudine e a tratti emozione per l’accoglienza ricevuta. La sua esibizione, pur essendo rilassata e casual, ha catturato l’attenzione e l’affetto dei presenti.

The Damned: leggende del punk che uniscono le generazioni Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i fan di Yungblud non sono affatto estranei al punk classico. Sul Main Stage, The Damned hanno dimostrato perché sono considerati icone con brani senza tempo come Neat Neat Neat e Smash It Up. Con un mix di giovani fan della Gen Z e seguaci più maturi, la loro esibizione è stata un perfetto connubio tra stile, energia e un senso di ribellione intramontabile.

Jesse Jo Stark: una forza della natura su Stage 2 Jesse Jo Stark ha dominato il palco con la sua voce potente e viscerale, che ha letteralmente colpito il pubblico in faccia, nel senso migliore del termine. Con brani come Lipstickdedicati a chi ama “davvero intensamente” e Skeleton che esplora la lotta con l’immagine corporea, Jesse ha lasciato tutto sul palco, incanalando la sua rabbia e passione in una performance indimenticabile.

SOFT PLAY: un’esplosione di punk e divertimento Il duo SOFT PLAY ha portato il loro mix unico di punk e umorismo sul Main Stage mentre la giornata iniziava a raffreddarsi. Con un’introduzione a suon di We Like To Party dei Vengaboys, la loro esibizione ha subito preso una piega energica e divertente, con brani come Punk’s Dead e Bin Juice Disaster che hanno scatenato il pubblico. Con il loro tipico spirito scherzoso, hanno saputo anche creare momenti di riflessione, ricordando al pubblico l’importanza delle relazioni e dell’affetto tra amici.

NOAHFINNCE chiude in grande stile su Stage 2 NOAHFINNCE ha chiuso la giornata su Stage 2 con un set potente e coinvolgente. Introducendo il brano GROWING UP ON THE INTERNET con i suoni nostalgici del dial-up, ha creato un’atmosfera di caos gioioso che ha fatto breccia nel cuore del pubblico. Con canzoni come SCUMBAG che affrontano tematiche come la transfobia, NOAHFINNCE ha usato il suo palco per mandare messaggi forti e chiari, ricordando che al Bludfest non c’è posto per l’odio.

Yungblud: il trionfo di un sogno trasformato in realtà Il momento più atteso della giornata è arrivato con l’esibizione di Yungblud, il creatore del Bludfest. Prima di salire sul palco, ha trasmesso un messaggio ai fan sui maxi schermi, esprimendo il suo apprezzamento per tutto ciò che ha portato a questo giorno storico. Con l’apertura di superdeadfriends e un’esplosione di fuochi d’artificio, Yungblud ha stabilito subito il tono della serata: nessun compromesso, solo pura energia.

Tra un brano e l’altro, Yungblud ha ricordato più volte al pubblico che questo festival è un trionfo collettivo, un movimento condiviso da tutti i presenti. Un momento spontaneo ha catturato l’essenza di Yungblud più di qualsiasi discorso: un fan sconosciuto è salito sul palco, e invece di essere cacciato dalla sicurezza, Yungblud lo ha accolto, scattando un selfie insieme e dimostrando che al Bludfest nessuno è più grande o più piccolo degli altri.

Con brani come Fleabag e Breakdown, Yungblud ha offerto una performance emozionante e coinvolgente, culminando in un momento di pura connessione con il suo pubblico. Le lacrime di Yungblud durante Breakdown hanno contagiato l’intera arena, trasformando la sua esibizione in una celebrazione collettiva di espressione e appartenenza.

Conclusione: un festival per i fan, dai fan Il Bludfest 2024 ha dimostrato che, con passione e dedizione, è possibile creare un evento che vada oltre le aspettative, offrendo un’esperienza unica e indimenticabile per tutti i partecipanti. Yungblud ha realizzato il suo sogno, trasformando Milton Keynes in un luogo di celebrazione e inclusività, dove ogni fan ha trovato il proprio spazio e la propria voce. Con qualche piccolo aggiustamento, il Bludfest potrebbe diventare un appuntamento fisso nel calendario musicale, continuando a crescere e a evolversi, mantenendo però intatto il suo spirito autentico e rivoluzionario.

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