Mika torna con un nuovo album, uscito il 4 ottobre scorso, completamente svestito di ogni orpello. “My name is Michael Holbrook” è l’album della svolta, è l’album in cui l’artista decide di essere se stesso con i fan, nel bene e nel male, fino in fondo.
My name is Michael Holbrook è una rinascita, un modo di ricominciare da capo, è come dire:”eccomi, sono io, mi presento!”
Mika album
Era il 2006 e un giovane interprete con l’estensione di Freddie Mercury iniziava a scalare le classifiche della musica mondiale. Quel ragazzo era semplicemente Mika, artista britannico di origine libanese. Un artista che ci ha insegnato a guardare la vita a colori, a combattere contro la diversità e, perché no, a guardare X Factor Italia con un respiro molto più internazionale. Quel ragazzo “era” semplicemente Mika, un soprannome che sua mamma gli ha dato fin da piccolo e che gli serviva per tenere le distanze da quel cognome che giudicava scomodo, che non si allineava perfettamente con la sua identità.
Con l’avvento del suo quinto album Mika e Michael si fondono, perché l’artista che era sul palco si stava allontanando troppo da quello reale. Dietro questo cammino di riscoperta di se stesso c’è un far pace con la figura paterna che per un periodo non era più stata riconosciuta come tale e un omaggio alla “famiglia in generale” soprattutto a quella mamma che ora è malata con la quale ha sempre condiviso il suo sogno. “My name in Michael Holbrook” non è un distanziarsi dalla precedente produzione ma un affermarsi come artista sempre più consapevole della strada intrapresa e sicuro del messaggio da inviare a chi ascolta.
My name is Michael Holbrook: tracklist
1. Tiny Love
2. Ice Cream
3. Dear Jealousy
4. Paloma
5. Sanremo
6. Tomorrow
7. Ready To Call This Love
8. Cry
9. Platform Ballerinas
10. I Went to Hell Last Night
11. Blue
12. Stay High
13. Tiny Love Reprise
“Tiny Love” è un misto di alcuni brani precedenti di Mika: buffo, orecchiabile, la descrizione di un “piccolo amore” da custodire e apprezzare. Ritroviamo il brano nel reprise orchestrale che chiude l’album. Verso la fine del brano si nota la svolta con Mika che ribadisce la sua identità:
“mi chiamo Michael Holbrook e sono nato nel 1983”,
primo segnale che l’artista sta cercando di farsi conoscere, di scoprirsi per quello che è realmente non per quello che ha mostrato fino ad ora. “Ice cream”, primo estratto dell’album, è sulla stessa scia, si cerca di alleggerire e di veicolare un desiderio dato anche dal linguaggio esplicito addolcito dalla musica allegra del brano.
È con “Dear Jealousy” che assistiamo alla vera svolta, alla discesa verso la parte più scura di Michael con questa dedica di amore e odio alla gelosia che lo ha preso e che gli ha fatto avere paura dell’uomo che è stato e di quello che sarà.
“Paloma” è una dolce e delicata dedica alla sorella vittima di un brutto incidente. Nove anni fa, cadde dal quarto piano e rimase infilzata in un cancello. Mika ha dichiarato di essere il suo grande orgoglio ma anche la sua più grande tristezza, infatti lei avrebbe voluto sempre fare l’attrice ma non ha mai potuto a causa della semi paralisi alla parte sinistra del corpo con cui è nata. Suo fratello la invita a volare contro tutte le avversità con la positività che lo contraddistingue.
E arriviamo a “Sanremo” brano dance-pop in cui non si parla del festival ma delle vacanze italiane del giovane Mika. Una cartolina di un’Italia vista dagli occhi di un adolescente.
Uno sguardo al futuro: la nuova sfida di Mika
“Tomorrow”, il nuovo singolo, è la canzone simbolo dell’intero album. Mika affronta di nuovo una tematica a lui molto cara: nonostante la vita ti ponga di fronte degli ostacoli tu affronta tutto con gioia e colore, non lasciarti abbattere, guarda al domani con positività, senza paura del giudizio. È un invito che Mika fa anche a se stesso, cercando di lasciare indietro il suo passato e di guardare avanti.
“Ready to call this love” è la collaborazione con l’artista Jack Savoretti dopo “Youth and love”, niente di nuovo ma le voci dei due artisti si sposano perfettamente e ci conducono in un mondo magico. Si prosegue con “Cry” pezzo dance dalle sonorità anni ’80 alla divertentissima “Platform ballerinas” dove ritroviamo i tipici acuti in falsetto di Mika e ci troviamo a sorridere senza sapere perché.
“I went to hell last night” è il brano più commovente e profondo dell’album. L’artista descrive le proprie difficoltà affermando insistentemente che
“there’s a little bit of God in everything”,
“c’è un po’ di Dio in tutto”. Il parlare dei problemi vissuti rende la storia personale una storia universale, di tutti, con la speranza che ci sia qualcosa che veglia su di noi, che ci sia qualcosa in noi che ci aiuti a superare tutto nel migliore dei modi. Concludiamo con “Blue” il tocco di colore che non guasta e “Stay high” una botta di energia che ci “tira su”.
“My name is Michael Holbrook” ci investe ancora una volta come solo Mika sa fare e ci porta via, ci fa ballare, piangere, sorridere, è una terapia d’urto per affrontare la vita e se ce lo dice una persona che di disavventure ne ha passate tante e si è rialzata alla grande, non possiamo far altro che lasciarci convincere.
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