Ho bisogno di dirti domani è il nuovo album di Nicolò Carnesi. Il cantautore palermitano classe ’87 è arrivato al suo quarto album, a tre anni di distanza da Bellissima Noia.
Già il precedente capitolo aveva aperto uno squarcio sul buio che Nicolò si portava dentro. Era quello un album doloroso che cercava in qualche modo di espiare il dolore. Noi comunichiamo male e il tempo ci sfugge di mano. Un anello che collega il vecchio col nuovo album, perché l’instabilità e la fugacità delle relazioni e dei progetti è il tratto comune di una generazione, ormai quasi due, di persone che vedono la vita sfuggirgli di mano senza riuscire a costruire qualcosa di duraturo, senza riuscire a piantare un’ancora nel futuro.
Ho bisogno di dirti domani, che domani ci saremo. È così che comincia infatti il disco. L’album era stato anticipato da due singoli, Borotalco e Turisti d’appartamento in cui il chiudersi in sé stessi raggiunge un ché di poetico immaginando il proprio appartamento come un intero mondo da scoprire, esperienze surrogate quasi come quelle che si fanno sempre più online che nella vita reale.
Lo stesso tipo di tema trattato nel brano “Futuro” dove nel testo si trovano alcune delle frasi migliori di tutto l’album.
“Non è strano che sia Navigare la parola più usata in questo millennio?”
Come a connettersi con un tempo che vede una guerra combattuta su una frontiera eretta in mare, una frontiera in cui si chiudono gli occhi, in cui si gira lo sguardo altrove. Nicolò Carnesi, siciliano, estremamente connesso a questa dimensione di confine in cui il mare è usato come limite divisorio piuttosto che come terreno comune per unire persone diverse ed apparentemente lontane tra loro. La maggior parte delle persone pensa a vivere in modo surrogato la propria vita tramite la percezione che vuol trasmettere di sé attraverso i social
“Non è strano che condividere sia condividere l’esempio più usato?”
Nel disco le sonorità sono in linea con la produzione precedente del cantautore siciliano, proprio un altro suo conterraneo Antonio Dimartino sembra essere stato un punto di riferimento per vari brani, dal momento che sembra esserci un parallelismo con alcuni dei brani del suo ultimo album Afrodite vedi alla voce Amore Capitale e Carta da parati.
Il disco esce con Godfellas ed ha visto al missaggio la mano dell’ormai onnipresente Andrea Suri Suriani.
Un album quello di Nicolò Carnesi che trova anche momenti di vitalità in brani come Borotalco, uno dei singoli di lancio, e Sportiva. Un disco che racchiude dieci tracce in poco più di 35 minuti che scivolano già dal primo ascolto, con alcuni spigoli nell’utilizzo troppo carico di effetti della voce ma che trova nei testi e nella riflessione generale il suo punto di forza. Una sorta di concept album sull’eterno presente che questi anni di cambiamenti ed instabilità ci hanno costretti a vivere. Non a caso il disco si apre con una canzone che si intitola futuro e si chiude con un brano intitolato Passato.
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