Città futura, l’album d’esordio di Bassolino, esce per Periodica Records in Italia e per Jakarta Records sul mercato internazionale.
C’è un filo rosso che lega la musica partenopea a partire dalla riscoperta del sound funky e disco anni 70 e 80 da parte di producer e dj come Famiglia discocristiana che, passando per i Fitness Forever arriva fino ai Nu Genea, ha (ri)aperto una vena compositiva capace di sfornare una serie di album che si sono fatti strada a colpi di groove.
Città futura di Bassolino è solo l’ultimo dei dischi annoverabili in questo prolifico filone che ha visto altri autori come Pellegrino ad esempio arricchire la produzione della nuova scena partenopea. A questo lavoro hanno preso parte anche etichette come Periodica Records che hanno saputo portare sul mercato discografico nuove produzioni alternate a lavori di riscoperta di vecchi classici. Andando a scandagliare le biografie e le collaborazioni di artisti come Bassolino troviamo inevitabilmente tutta una serie di collegamenti che formano un grandissimo albero genealogico musicale che ci dica una sola cosa: tutto si tiene.
Città futura, nel caso di Bassolino, nasce dal tempo liberato dalla pandemia, che proprio in questi giorni compie quattro anni. In quel tempo sospeso anche Dario Bassolino riesce a trovare il modo di concentrarsi su un progetto che potesse sentire più personale. In questo mix cucito su sé stesso Bassolino riallaccia storie che uniscono Pino Mauro con le colonne sonore dei poliziotteschi anni 70. Cinema e musica, Napoli e le cavalcate musicali disco che incontrano la tradizione napoletana di Mario Merola.
Città futura finisce per essere la colonna sonora di un film mai girato che esiste solo nella mente del suo produttore, Bassolino. Ogni brano scandisce un momento diverso della storia che si apre con una traccia che prende il titolo da un libro dello scrittore napoletano Luigi Compagnone: Napoli Visionaria. La traccia successiva, ‘E parole, è un brano cantato da Linda Feki (LNDFK) che si costruisce su echi artistici che ci riportano a Teresa De Sio. La voce di Bassolino fa il suo ingresso nella canzone che segue, Oro di Miele, dalle contaminazioni prog. Malavita invece è una canzone dai richiami neomelodici su sonorità disco anni’70, affidata alla voce di Gennaro Canaglia, stimato interprete della tradizione popolare.
Quasi in chiusura abbiamo il blues metropolitano della title-track Città Futura, in cui il sax risuona come un eco anni 80 che riporta alla mente alcune delle prime cose di Pino Daniele con i Napoli Centrale. Il disco si chiude con una non solo metaforica “fuga finale” in cui il protagonista del fantomatico film è in fuga dopo un omicidio e prova a nascondersi tra le barche, sulla spiaggia.
Il disco di Dario Bassolino ha il merito di ripescare dalla tradizione musicale più varia e colorata della città di Napoli senza mai sembrare didascalico. Unisce il filone delle colonne sonore tanto caro ai Calibro 35 con il neapolitan sound riportato in auge dai Nu Genea. In questa operazione Città Futura diventa un disco che tiene insieme passato e futuro anche grazie alla sapiente produzione di Paolo Petrella e all’apporto di musicisti affermati come Andrea De Fazio.
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