Maneskin: la nuova “I Wanna Be Your Slave” è una lezione alla Gen Z

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Ormai da qualche giorno è uscita la nuova versione di “I Wanna Be Your Slave” in featuring con Iggy Pop. Una traccia con cui, involontariamente, la band romana da una lezione alla parte più giovane del fandom.

L’uscita della nuova versione di “I Wanna Be Your Slave” in featuring con Iggy Pop è un altro grosso passo in avanti per la carriera dei Maneskin, che da quando hanno vinto l’Eurovision continuano a macinare record su record e farsi sempre più un nome all’interno della scena rock internazionale. Un pezzo che da l’impressione di essere uscito, in teoria, per portare avanti una grossa mossa di marketing, ma purtroppo, almeno per ora, non sembra essere stato così.

Sembra che i Maneskin abbiano fatto male i calcoli, e da quella che poteva essere una grossa mossa di marketing, si è finiti ad avere una traccia che, credo temporaneamente, li sta mettendo di fronte a molte critiche, incredibilmente anche da parte dei fan più giovani che in questi mesi si sono dimostrati sempre fedeli alla band romana, per qualsiasi scelta essi facessero, a cui però viene data una lezione da parte dalla band.

Maneskin: la nuova “I Wanna Be Your Slave” è una lezione alla Gen Z 1

Prima di concentrarci sulle critiche da parte della Gen Z dobbiamo parlare della parte musicale della traccia, che rimane, proprio come l’originale, povera di contenuto

La scelta di avere un featuring con Iggy Pop per la nuova versione di “I Wanna be Your Slave” non è casuale. Prima di tutto è il brano che sta avendo più successo di Teatro d’Ira Vol. 1 (a livello di ascolti e visualizzazioni non fa male averne una seconda versione), e poi essendo quella che più rappresenta la trasgressione dei Maneskin risulta perfetta per essere risuonata insieme ad Iggy (altro rocker che ha sempre fatto della trasgressione uno dei suoi punti forti).

Personalmente “I Wanna be Your Slave” non è stata, e non è tutt’ora, una delle mie tracce preferite dell’album. Una traccia povera di contenuto a livello di strumentale (a differenza di altre tracce come “Zitti & Buoni” o “Nel Nome del Padre”) che trova la sua forza soprattutto nel testo, reso ancora più forte dal video musicale. La versione insieme ad Iggy Pop guadagna qualche punto di gradimento in più. L’entrata di Iggy non è delle migliori, ma nella seconda strofa riesce a riprendersi, per poi lasciare spazio alla voce di Damiano che sembra essere in simbiosi quasi perfetta con il rocker statunitense, e ne abbiamo l’esempio alla fine della canzone, quando le due voci si sovrappongono.

I Wanna Be Your Slave

In definitiva avrei preferito che fosse stato il contrario, ovvero i Maneskin a riarrangiare un pezzo di Iggy Pop per poi chiamare il rocker statunitense a duettare con loro. Seguendo il cuore invece sarebbe stato perfetto se fosse uscita una versione in studio di “Amandoti” (dei CCCP – Fedeli alla Linea) insieme a Manuel Agnelli, che ha tanto affascinato quando fu fatta al Festival di Sanremo, ma capisco la necessità di diventare il più possibile internazionali da parte di una band che è ormai lontana dall’essere una realtà solamente italiana.

Passiamo invece alla critiche ricevute, soprattutto da parte della Gen Z, che sembrano essere concentrare più sulla presenza di Iggy Pop che sul lato musicale della traccia, ma come dicevo dietro a questo brano c’è un grosso insegnamento

Se da una parte ci sono ormai le solite critiche da parte di chi, ancora dopo mesi, continua sulla strada del pretendere che i Maneskin non siano vero rock, tanto che ora sembra che anche lo stesso Iggy Pop a causa di questo feat sia diventato il nemico numero uno del genere, dall’altra ci sono quelle critiche praticamente inedite da parte della parte più giovane del fandom, critiche che però non sono tanto concentrante sulla parte musicale delle traccia, ma sulla presenza di Iggy.

La presenza di Iggy Pop in “I Wanna Be Your Slave” catapulta la Gen Z in un mondo del passato a cui non appartengono e a cui non vogliono appartenere. Quello stesso mondo a cui però appartengono i Maneskin che duettano con un’artista che probabilmente ha dato molto al bagaglio musicale della band, e da cui arriva un’importante lezione che gli artisti, involontariamente, decidono di dare alla parte più giovane del fandom.

Chiaramente i Maneskin in questi mesi stanno trovando la loro forza, purtroppo, in quelle canzoni che sono diventate dei trend sui social come Tik Tok ed Instagram (vedi il caso di “Beggin’”), ma forse con l’uscita della nuova versione di “I Wanna Be Your Slave” lanciano un messaggio importante. Davanti ad un mostro sacro del rock, ed alla possibilità di avere dei duetti con altri grandi rocker della storia, non c’è trend che tenga e la Gen Z dovrà farsene una ragione se Iggy Pop non si adatterà alle storie.

I Wanna Be Your Slave

Marco Mancinelli
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1 commento su “Maneskin: la nuova “I Wanna Be Your Slave” è una lezione alla Gen Z”

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