È con piacevole sorpresa che si assiste all’uscita del nuovo album dei Sede Vacante, Conium, prodotto dalla Scarlet Records. La band greco-finlandese si cimenta in un prodotto che lascia il segno fin dai primissimi attimi di ascolto.
L’introduzione sinfonica di Furia lascia presagire atmosfere epiche, antiche, mitiche, forse un po’ pompose, ma è dalla partenza di Mistaken che abbiamo subito modo di capire che abbiamo di fronte qualcosa di tutt’altro che scontato. La ritmica incalzante e terzinata si muove agile e allo stesso tempo imponente, permettendo alla voce della singer Stephanie Mazor di librarsi in linee vocali ruvide e piacevolmente inedite. Difatti, quando si tratta di female-fronted band si è soliti aspettarsi delle voci tendenzialmente liriche (si pensi a Simone Simons degli Epica o a Floor Jansen dei Nightwish). Invece la voce di Stephanie è decisamente più rock, muovendosi con sfumature abrasive sia su registri più bassi sia su levature più alte.
Se Mistaken è il campo di prova (e che prova!) per presentarsi all’ascoltatore, la successiva Dead New World consente sia alla singer di esplodere in tutto il suo arsenale sia alla band di esprimersi maggiormente a livello strumentale. Raffinatissimo il lavoro di composizione, con un pregevole special riccamente arrangiato, straordinario il lavoro nell’intro e nelle strofe, con un riffing intensivo perfettamente sostenuto dal comparto ritmico di Nick Gkogkomitros al basso e Jannis Konst alla batteria.
La title track Conium ci spinge in atmosfere ancora più dark e funebri, quasi ci trovassimo all’interno di uno degli anfratti inospitali e inquietanti del videogioco Bloodborne: in questo merita l’apprezzamento l’intro basata sul lugubre rintocco di una campana e su una nenia femminile.
Il brano poi si sviluppa attraverso strofe cantante da Michael Tiko, che nella band suona anche le chitarre e le tastiere, lasciando a Stephanie i voli sui ritornelli aperti e subito orecchiabili (I was dragged on the trial and drank the conium!!!)
Raindrops tende a proseguire il mood della title track, muovendosi nuovamente su un riffing molto aggressivo e cupo nelle strofe, per librarsi attraverso i ritornelli e le pregevoli melodie di chitarra a fare da bridge. Molto interessante l’arrangiamento strumentale, in particolare nello special, dove vengono tirati in ballo anche alcuni synth piuttosto moderni e un po’ insoliti negli ambienti sinfonici e gotici.
Dopo questa serie di brani più potenti, più veloci e più spinti, ecco che i Sede Vacante offrono Paint It Black: la potenza è sempre la stessa, sostenuta dal perfetto comparto ritmico, ma ben gestita anche a livello di arrangiamenti, cori e produzione generale del suono, un lavoro davvero ammirevole per la qualità del materiale realizzato. L’inserimento di questo brano in questo punto della tracklist permette tra l’altro un giusto intervallo di respiro, senza tuttavia scaricare troppo la forza del repertorio.
Difatti è adesso che il livello complessivo della band, già molto elevato, si innalza ulteriormente.
Con Melancholy Bled abbiamo sicuramente la punta di diamante di Conium e non si può non guardare con ammirazione all’arrangiamento dei sintetizzatori, perfettamente coesi con il riffing dritto della chitarra e il supporto ritmico di doppia cassa e basso, sempre con un’identità ben definita. La strofa già meriterebbe un grande applauso, ma la spinta che si percepisce al ritornello è veramente un vero surplus.
And I can’t breath, it’s the end?
I can’t see, don’t pretend
Feel alone, windy road, is it time?
I can’t weep, melancholy bled
Commovente poi l’assolo di chitarra che, senza dover necessariamente strafare con miliardi di note e voli pindarici, ribadisci la linea del tema principale: perché questo brano non ha assolutamente bisogno di nulla di più di quello che già ha. Davvero un piccolo capolavoro dei Sede Vacante.
Sulla falsariga di quanto già espresso in questo brano, ecco Walk On A Lie. Anche qui si assiste a una notevole spinta, soprattutto nell’intro, fornita da backing tracks e sintetizzatori/arpeggiatori. Il mood complessivo del brano si fa però più cupo, non più un urlo di rabbia e disperazione come nella traccia precedente, ma una triste e disarmata constatazione.
Skies paint with blood of my
Eyes swim in tears of demise
Everytime I stand still
You will feel how I feel
Pregevole il lavoro svolto dai riff di chitarra, ma anche l’inserimento di una voce maschile radiofonica particolarmente azzeccata. Un grande merito va conferito anche al batterista Jannis Konst per un drumming ricco di gusto e groove, capace di sostenere con partiture non banali la struttura dello special, aprendo la pista al pregevole assolo di chitarra (stavolta estremamente virtuosistico) di Michael Tiko.
La coppia The Bride e Wheel of Misfortune si caratterizza necessariamente su un livello di intensità inferiore rispetto alla coppia di tracce precedenti, mantenendo comunque elevata la qualità esecutiva di tutto il gruppo e in particolare degli arrangiamenti di tastiere e synth, che costituiscono qualcosa di ben più importante di un semplice sottofondo.
La conclusiva Tattoo è invece impostata come una delicata e malinconica ballad di commiato. L’incontro tra voce e pianoforte, arricchita poi da un arrangiamento di tastiere e archi e poi da una poderosa drum machine, conferma le grandi potenzialità dei Sede Vacante.
Conium è un album assolutamente da non perdere.
La band presenta delle qualità compositive ed esecutive tutt’altro che frequenti nel circuito Metal odierno, soprattutto per quanto riguarda molte delle uscite più recenti da parte di gruppi più o meno affermati. Il fatto che i Sede Vacante, giunti solo alla seconda pubblicazione e a ben sei anni dalla precedente, sfornino un album di questa fattura sa quasi di rinascita e ripartenza. Un’operazione che è stata compiuta adeguatamente dal punto di vista del prodotto discografico: il lato compositivo è notevole, l’arrangiamento anche, per non parlare delle qualità esecutive di tutti i membri e, ultima ma non meno importante, la produzione del suono in generale.
I Sede Vacante con Conium hanno realizzato un album di straordinaria qualità, quasi perfetto, in cui ogni traccia rende ottimamente all’interno di questa tracklist e con diverse punti di elevata fattura.
Per consolidare l’importanza di una simile uscita discografica, nonché lo stesso status di una band che merita già un posto elevato nel panorama contemporaneo… non resta che attendere le loro esibizioni live. Uno spettacolo che, data la qualità di Conium e dei Sede Vacante, sarà assolutamente da non mancare.
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