Caro m’è ‘l Sonno è il decimo album di Susanna Parigi, il disco è prodotto da Taketo Gohara e condensa molta delle caratteristiche dell’artista fiorentina
Susanna Parigi è un’artista a tutto tondo, cantante, autrice, scrittrice con una carriera da sempre divisa tra musica e teatro. Negli anni è stata protagonista di concerti, produzioni televisive e teatrali, ha collaborato con nomi come Pat Metheny, Noa e Tony Levin, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia e Raf.
Negli otto brani del suo decimo lavoro in studio condensato in mezz’ora intensa e prolifica troviamo riferimenti ad artiste come Angela Baraldi, Cristina Donà ma anche uno sguardo alle produzioni più contemporanee. La penna di Susanna infatti sa affondare nelle viscere di una società che lascia ai margini porzioni sempre maggiori di esistenze. A quelle persone che spesso non hanno rappresentanza sociale ed artistica di dirige Caro m’è ‘l sonno.
Il titolo cita una quartine delle rime di Michelangelo in cui dice “Fatemi dormire mentre fuori perdura il danno e la vergogna” ed è questo il vero e proprio riassunto dell’album. Un disco che assomiglia ad un concept album nel suo senso più ampio perché ogni brano contribuisce a restituire una sfumatura compositiva e musicale capace di formare una tavolozza, per restare in campo michelangiolesco, con cui poter comporre le immagini degli invisibili. Dagli ultimi di questa società fino alle giovani generazioni spesso date per scontate o non capite abbastanza.
Susanna Parigi si muove con disinvoltura tra i diversi registri musicali, da quelli più intimistici, piano e voce fino a quelli più insoliti (vedi Oh mio Dio le lezioni di canto). Il disco è stato anticipato dal singolo Io sono il meno, oltre al già citato Taketo Gohara l’album ha visto il missaggio di Giovanni Versari presso La Maestà di Firenze.
Caro m’è ‘l sonno è un disco contro la paura di quello che non si conosce, di quelle persone che molti vorrebbero tenere lontane. L’album di Susanna Parigi è una bussola che serve per orientarsi nelle zone più recondite del nostro io interiore e della società che spesso crediamo di conoscere da dietro uno schermo.
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