Renato Zero, compie 70 anni l’artista rivoluzione della musica

| |

Oggi, 30 settembre, il re dei sorcini Renato Zero compie 70 anni. Per celebrare questo giorno così speciale, noi di Shockwave Magazine vogliamo rivelarvi le ultime novità e ripercorrere la sua straordinaria carriera.

Ricordo ancora quando l’anno scorso, il 24 novembre, ero in trasferta per voi per assistere ad una delle date del tour di Zero il Folle. Devo ammettere però che non sono una sorcina, non lo sono mai stata. Ora voi vi chiederete, a che pro allora? La verità è che ero lì per mia madre, sorcina praticamente da sempre. E così, come mia madre mi ha accompagnato ai concerti del mio idolo, io ho fatto con lei. E c’è da dire che ci sono cresciuta con le sue canzoni, eh!

La prima grande notizia riguarda proprio Zero il Folle. Eh sì perché Renato, come qualunque artista al posto suo, avrebbe voluto festeggiare i suoi 70 anni nella sua città, con i suoi sorcini. Causa Covid-19 però l’impresa si è rivelata impossibile. E allora ci pensa Canale 5. Come infatti è stato annunciato dall’incredibile voce di Luca Ward in uno spot in rotazione sulla nave ammiraglia della Mediaset, per il giorno del suo compleanno o comunque durante la settimana fatidica andrà in onda proprio il live registrato a Milano durante l’ultimo tour.

“STO ARRIVANDO! Questa volta mi sono fatto in tre, pur di non lasciare pause inutili alla mia fervida immaginazione. E il vostro cuore non ha mai smesso di pulsarmi accanto. 3, 2, 1, ZERO e la favola continua…”

Ma Renato ha voluto fare le cose in grande, del resto come biasimarlo. Pensando ai propri fan, potremmo dire che il prossimo progetto discografico è monumentale. Dopo Zerovskij e Zero il Folle infatti ci sarà non uno, ma ben TRE dischi di inediti. Per quando è prevista l’uscita? Il primo “capitolo” è fissato proprio per oggi, gli altri due seguiranno a ruota il 30 ottobre e il 30 novembre.

Renato Zero, compie 70 anni l’artista rivoluzione della musica 1
La copertina del primo dei tre cd inediti.

La biografia di un artista unico nel suo genere.

Se dovessi scegliere tre aggettivi con cui descrivere Renato Zero sarebbero: anticonformista, eclettico e eccentrico. Ma ammettiamolo, chi non vorrebbe arrivare a 70 anni con la stessa grinta ed energia che ha lui?

Renato Zero è in realtà il nome d’arte di Renato Fiacchini, nato a Roma il 30 settembre 1950 a due passi da piazza del Popolo. Trascorre la sua infanzia circondato da donne e a soli 14 anni ottiene il suo primo contratto per 500 lire al giorno al Ciak di Roma.

Ma il vero e proprio esordio c’è nel 1967 quando Gianni Boncompagni produce il suo primo 45 giri.

Renato Zero

“Il Renato Zero degli esordi aveva intuito che per essere effettivamente diverso, innovativo e soprattutto durare nel tempo doveva giocare le sue carte su altri piani, infatti dal suo singolo d’esordio alla pubblicazione del suo primo album, deciderà di allontanarsi almeno parzialmente dall’ambiente musicale per compiere altre esperienze che risulteranno fondamentali per il suo bagaglio culturale e artistico”.

Comincerà quindi a frequentale il noto Piper, il locale romano che a quell’epoca era un punto di riferimento per chiunque volesse sfondare nel mondo della musica e dello spettacolo in generale. Qui stringerà una profonda amicizia con Mia Martini e Loredana Bertè, e verrà notato da Renzo Arbore che lo vorrà in alcuni dei suoi programmi.

Il Renato Zero degli esordi è ancora alla ricerca di un’identità, ma nel frattempo lavora duramente per mettere a punto il proprio stile. Dopo tanta gavetta è pronto a debuttare con le sue preferenze stilistiche e il suo nome d’arte scelto per ripicca contro chi lo criticava: “Sei uno zero” è infatti la frase che ha sentito ripetere più spesso dal pubblico quando travestito e truccato cominciò ad esibirsi in piccoli locali romani.

Il suo personaggio dapprima trasgressivo e provocatorio si evolverà sostituendo le paillettes con una gestualità che oggi è il mezzo principale per esprimere le sue emozioni, le speranze, le delusioni e le gioie. Le sue canzoni racconteranno sé stesso come uomo e come artista, l’amore e il sesso in tutte le sue declinazioni, affrontando temi come la pedofilia, l’identità di genere, la droga, l’incomunicabilità, l’omosessualità, l’emarginazione, la violenza e la spiritualità.

Nel 1973 esce il primo album ufficiale della sua carriera intitolato No! Mamma, no!, ma non riscuote il successo previsto. Non si perde d’animo e nel 1976 esce Trapezio, mentre l’anno della vera e propria consacrazione sarà il 1977, quando Zero pubblica il 45 giri Mi vendo/Morire qui che resta in testa alle classifiche per ben 57 settimane.

Seguono Zerolandia nel 1978, EroZero nel 1979, e Tregua nel 1980, dedicato al padre scomparso quello stesso anno. Nel dicembre del 1981 esce Artide Antartide, e ormai chi lo ferma più. Dopo tanto clamore la RAI recluta Renato Zero per lo show del sabato sera condotto da Corrado e Raffaella Carrà, ma non senza problemi, visto che la sigla Viva la RAI avrà qualche problema con la censura.

Seguono poi tanti incredibili successi negli anni ’90, quando prendono vita alcune delle canzoni più struggenti, quasi immortali come Nei giardini che nessuno sa, I migliori anni della nostra vita, Il carrozzone, Cercami e Si sta facendo notte.

Renato Zero

Negli anni 2000 è la volta di Tutti gli zeri del mondo, un inno agli ultimi, che diventa anche uno speciale televisivo mentre nel disco vengono incluse alcune cover di notevole pregio: Tu si’ na cosa grande di Modugno, La canzone di Marinella di De André e la magistrale L’istrione di Aznavour. Il 2001 sarà l’anno di La curva dell’angelo, dedicato a sua madre mentre il 2003 quello di Cattura, arte pura.

Nel 2005 esce Il dono, nel 2009 arriva Presente, poi è la volta delle raccolte Puro spirito e Amo, di un disco che sa di denuncia sociale, Alt, del progetto più ambizioso della sua carriera Zerovskij e del suo ultimo lavoro dedicato alla follia, Zero il Folle.

“Folle è chi sogna, chi è libero, chi cambia”.

Per restare aggiornati sulle ultime news, consultate il sito ufficiale.

Tamara Santoro
Previous

Caravaggio e l’altro

Mika, lo show “I love Beirut” raccoglie 1 milione di euro per il popolo del Libano

Next
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial