The Lantern dei Mos Generator – recensione

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I padrini indiscussi dell’heavy rock, tornano sulle scene con The Lantern. Una raccolta di canzoni raffinate e completa rivisitazione di Tales from the Vault, album storico uscito nel 2007 ormai fuori stampa da tempo, attraverso l’etichetta Argonauta Records. Un remaster profondo e d’impatto dove c’è un netto miglioramento nel sound in fase di registrazione.

Il trio Mos Generator si forma nel 2000 a Port Orchard,Washington. dopo quasi dieci anni di esperimenti e collaborazioni importanti tra i suoi tre musicisti visionari e veterani, che hanno ispirato tutta la scena musicale stoner rock, con un attento studio nei loro nove album precedenti e tour infiniti in tutta Europa e Nord America. Si cimentano con questa nuova chicca, che suona come un nuovo disco, ma che in realtà è un salto nel passato, con nuove sonorità e tecniche utilizzate. Creando la giusta atmosfera che non esiste nei lavori successivi.

The Lantern si apre con “Dying Blues” immerge l’ascoltatore nel deserto ruvido e sul riff macchinoso che sposta gli equilibri, per un tappeto duro e carico di energia. Nella linea vocale melodica, il tiro graffiante si apre sul ritornello delicato e orecchiabile. La traccia è sullo stile southern rock, impreziosita dal solo di chitarra finale tagliente.

A seguire “In the Upper Room“, brano dannato, dove l’arpeggio lento e sensuale apre un paradiso sognante, per perdersi nel cambio oscuro su una buona dose di mistero. Nella desolazione semplice e diretta, il groove emozionante si avvolge alla voce di Tony Reed che va dritta all’anima. La struttura mette in risalto molte influenze ai primi dischi dei Monster Magnet, band psichedelica di New Jersey.

the lantern mos generator recensione

Su “The Lantern”, il primo singolo rilasciato, la rabbia furiosa si abbandona sui cambi vocali che incendiano l’atmosfera, nel bridge dissonante le chiare sonorità ci portano ai primi Alice in Chains in versione acida. Il grande schema di questo brano si corona nel finale, con il solo di chitarra provocante. Nella sporca e geniale “Nightwolf” la grinta che si sprigiona nei vari passaggi, sono ricchi di metal, un brano molto interessante con sfumature vintage avvolti dalla voce cosmica. La lunga cavalcata, impreziosita da un assolo anni 70, sposta il mondo distorto su qualcosa stile doom, tecnico e devastante. In chiusura “O’Cataa” è una rara perla d’altri tempi, composta da una struttura grezza e spinta da una grande energia ipnotica, la purezza essenziale si posa su una passione illimitata per le composizioni imperdibili e allucinate.

I Mos Generator danno la giusta sveglia elettrica, con The Lantern, per questa rivisitazione di un classico del passato, con la giusta attenzione per arricchire il sound troppo acerbo nella prima pubblicazione. Le tecniche di sovraincisione sono pazzesche e alzano di gran lunga il livello tecnico del disco. Un lavoro breve ma intenso.

Voto: 7

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