Ultramorfosi è l’ep d’esordio di Mare, cantautrice e producer genovese classe 99, il disco esce per Pioggia Rossa Dischi.
Viviamo tempi all’apparenza semplici ma molto stratificati. Anni in cui il senso del collettivo ha lasciato il posto alle singolarità. Questo passaggio ha reso molti individui inermi di fronte agli accadimenti della propria vita, è proprio a queste persone che è dedicato l’EP di Mare. La ricerca di una propria identità sembra portarci in vicoli ciechi o a svoltare angoli bui, questo è il senso di Labirinto, uno dei brani del disco.
I quattro pezzi che costituiscono il suo esordio discografico, infatti, sono una sorta di boa che indica la direzione a chi sperimenta il senso di smarrimento nel percorso di costruzione del sé. Meteore ad esempio ci porta in un luogo dove si incontrano le persone che entrano e che escono dalla nostra vita, alcune sembrano restare lì per sempre, altre scompaiono in un momento, tutte però lasciano qualcosa.
“Ultramorfosi” racchiude in sé la dualità dell’uomo: “ultra” si riferisce alla vastità delle nostre emozioni, un universo che trova il suo limite nel lato razionale e scientifico del nostro pensiero, dall’altro c’è “morfosi” ovvero il cambiamento, il dinamismo e l’evoluzione che ci spinge naturalmente a lasciare il posto in cui ci troviamo per andare oltre la stasi.
La voce e le produzioni elettro pop di Mare ricordano a tratti quelle di Maria Antonietta ma trovano anche riferimenti in cantautrici come Cristina Donà. Le atmosfere rarefatte richiamano anche le produzioni internazionali più recenti. Forse è questa la scintilla che muove la produzione di Mare, la ricerca di una sintesi nuova tra cantautorato e elettronica.
Quattro brani che tracciano un percorso che va seguito fino in fondo provando a capire se e quali sono i limiti di questa strada alla ricerca interiore e musicale.
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