Visioninmusica Summer 2021 riparte con i concerti dal vivo e inaugura la sua edizione estiva il 19 giugno all’Anfiteatro Romano di Terni. Sei performance di eccezionale qualità, con artisti italiani ed internazionali, articolati in repertori del tutto trasversali: si parte da Giorgio Tirabassi & Hot Club Roma con “Il fulmine a tre dita” (19 giugno), progetto a ispirato al gipsy jazz di Django Reinhardt, tra ironia e malinconia.
Si continua con un doppio concerto in occasione della Festa della Musica (21 giugno), rispettivamente con i Machine Head Quintet, formazione che fa dialogare il rock con loop, campionamenti ed elettronica, e l’Orchestra Magna, ensemble di jazz, funk, reggae, house e latin composto esclusivamente da musicisti umbri. Nella stessa serata sarà presentato il saggio “La storia della disco music” di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, che rappresenta uno dei più autorevoli compendi del genere musicale amato da ogni generazione.
A seguire (22 giugno), il trio del giovane e talentuosissimo chitarrista palermitano Matteo Mancuso, la cui tecnica chitarristica è rivoluzionaria per precisione e sensibilità. Arriva da Cuba, il giorno seguente (23 giugno), la violinista e cantante Yilian Cañizares che col suo “Resilience Trio” proporrà un tocco di espressività virtuosistica interpretando con la sua voce fascinosa brani da jazz, classici e afro-cubani. A chiudere la manifestazione (24 giugno) sarà il quartetto capitanato dal sassofonista Stefano Di Battista con il recente progetto “Morricone stories”, in cui omaggia il compianto Maestro Premio Oscar reinterpretando in chiave jazz alcuni dei memorabili successi cinematografici sa lui composti.
Evento speciale, infine, il 30 giugno con il concerto promosso e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e di Narni che vedrà protagonista Tosca con “Morabeza”, un canto alla vita celebrato nel colore e calore di un immaginario salotto sudamericano in cui la cantante dialoga con i suoi musicisti esercitando musicalmente l’amore per le sonorità che hanno forgiato la sua personalità artistica. Evento privato con posti limitati disponibili al pubblico.
I biglietti vanno dai 10 ai 25 euro e sono già disponibili sul sito di Vivaticket:
https://www.vivaticket.com/it/tour/visioninmusica-summer-2021/1137
*Soci Visioninmusica 2021, Soci CLT 2021, Soci Fai delegazione di Terni 2021.
Gli abbonamenti sono in vendita SOLO presso New Sinfony (Terni) galleria del Corso 12, 05100 Terni – tel. +39 0744 407104
I biglietti per l’evento di Tosca (30/06) sono acquistabili a partire dal 25 giugno fino a esaurimento posti solo presso New Sinfony (galleria del Corso 12, Terni – tel. 0744 407104).
Visioninmusica Summer 2021 – Il Programma
19 GIUGNO 2021 – GIORGIO TIRABASSI & HOT CLUB ROMA IL FULMINE A TRE DITA
Non impugnerà la pistola del commissario Ardenzi né i mestoli dello chef Perrone, ma imbraccerà una chitarra: Giorgio Tirabassi, attore di teatro, cinema e fiction italiana (Distretto di Polizia, Paolo Borsellino, Benvenuti a tavola – Nord vs Sud) è protagonista del nuovo spettacolo musicale Django Reinhardt, il fulmine a tre dita, ideato da Gianfranco Malorgio in collaborazione con Renato Gattone. Lo spettacolo di musica e parole racconta al pubblico la vita di un grande jazzista europeo all’apice del successo negli anni Trenta e Quaranta.
Jean Reinhardt (1910-1953), in arte Django, è stato un chitarrista jazz francese di etnia sinti. Le sue composizioni e il suo originale modo di suonare sono stati studiati e assimilati da molti altri musicisti, creando, nel tempo, un nuovo stile di jazz chiaramente identificabile: il gypsy jazz. Dopo un terrificante incendio che gli provocò l’atrofizzazione di anulare e mignolo della mano sinistra, cicatrizzate insieme, Django sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria riuscendo a vincere la menomazione fisica.
La fama dei suoi virtuosismi varcò ben presto i confini del vecchio continente: nel 1946 Duke Ellington lo invitò negli Stati Uniti per una trionfale tournée che si concluse alla celebre Carnegie Hall di New York. Mito senza tempo, alla vita di Django si è ispirato anche Woody Allen per il suo film Accordi e disaccordi (1999). L’anno successivo uno dei brani simbolo di Django – Minor Swing – è stato il tema della colonna sonora di Chocolat di Lasse Hallstrom, candidata all’Oscar. Giorgio Tirabassi, appassionato chitarrista, nello spettacolo interpreta il duplice ruolo di attore e musicista, raccontando gli aneddoti più significativi della vita del jazzista gypsy.
Tra momenti ironici e passaggi commoventi, lo spettatore si ritroverà immerso nell’Europa delle sale da ballo della Parigi degli anni Trenta. La musica è affidata ad una band di 5 elementi – tre chitarre, un clarinetto e un contrabbasso – artefici di sonorità coinvolgenti, capaci di alternare passaggi di virtuosismo a momenti romantici e intrisi di malinconia.
21 GIUGNO 2021 – FESTA DELLA MUSICA
LA STORIA DELLA DISCO MUSIC
Il voluminoso saggio narra in prospettiva socioculturale la storia di un genere musicale – melting pot sonoro, sociale e culturale – che da movimento underground si è evoluto in carismatico trend-setter di massa. Dalle originarie discothèques di Parigi alle radici afro, R&B, soul e funk, fino alle contaminazioni con l’elettronica, il rock e il jazz, la metodica e dettagliata ricerca riserva uno spazio anche alla prima Italo Disco.
Cinquecento pagine ricche di racconti, aneddoti e citazioni con la prefazione di Gloria Gaynor e l’introduzione di Amii Stewart, due regine dell’epoca d’oro, e le postfazioni di Mario Biondi e Ivan Cattaneo: una vera e propria guida per orientarsi tra correnti, superstar, icone e “meteore” della Disco Music, senza dimenticare il ruolo dei DJ, dei personaggi più oscuri e il contributo fondamentale all’evoluzione della musica moderna.
Con un approccio poliedrico, La storia della Disco music tratta ampiamente la realtà sociale, politica e culturale degli anni d’oro del genere, sia in Italia che nel mondo, dimostrando come sia stato e continui ad essere un fenomeno di aggregazione tra razze, sessi e ceti, contro pregiudizi, razzismo e omofobia.
Basta scorrere una qualsiasi classifica di quarant’anni fa per trovare canzoni diventate leggendarie non solo sul dancefloor, ma anche negli annali della musica pop: da Hot Stuff di Donna Summer a I Will Survive di Gloria Gaynor, da Good Times degli Chic a Knock On Wood di Amii Stewart, fino allo storico duetto di Donna Summer e Barbra Streisand, No More Tears (Enough Is Enough).
“La Disco Music resterà per sempre impressa nel DNA della musica” – affermano gli autori. “Neanche quando, a tre mesi di distanza dall’apice del suo successo, nel 1979, ebbe luogo la “Disco Demolition Night”, la più vergognosa e violenta crociata contro il genere, che vide bruciare a Chicago migliaia di dischi, si riuscì a “ucciderla”. Quell’atto lasciò trasparire l’intolleranza, il razzismo e l’omofobia di un gruppo di fanatici sostenuti da una frangia dell’industria discografica”.
MACHINE HEAD 5TET RUNAWAY
Con il nuovo disco Runaway (2021) i Machine Head Quintet proseguono la ricerca iniziata con Fuori dal Chorus (2012), introducendo variazioni stilistiche e tematiche al loro modo di fare musica. Per le improvvisazioni il quintetto si avvale in maniera efficace dell’elettronica, grazie all’impiego di campionamenti e loop con i quali i musicisti interagiscono brillantemente. All’interno di Runaway convivono particolari interpretazioni di classici brani rock insieme a pezzi originali che spaziano dal genere latin al funk. Il quintetto è composto da musicisti di esperienza, con alle spalle numerosi progetti individuali e altrettante collaborazioni con artisti del panorama jazzistico internazionale.
I Machine Head Quintet sono: Massimo Morganti – compositore, direttore della Colours Jazz Orchestra e docente di trombone jazz presso il Conservatorio di Adria; Marco Postacchini – saxofonista, compositore e docente di armonia, composizione e arrangiamento jazz presso il Conservatorio Maderna di Cesena; Roberto Gazzani – bassista, compositore, polistrumentista, insegnante con collaborazioni e incisioni dal jazz al funk; Andrea Morandi – batterista con una formazione influenzata dalla musica brasiliana e una carriera che gli ha fatto frequentare generi musicali differenti; Nico Tangherlini – giovane pianista, classe 1995, con già all’attivo progetti e collaborazioni di rilievo.
Insieme costituiscono “un ensemble coeso e dinamico”, come ha scritto Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia. Il tutto all’insegna di uno stile in cui elementi tradizionali e innovazione convivono e dialogano. Gli album dei Machine Head Quintet sono prodotti e distribuiti da Groove Master Edition, etichetta discografica di Gegè Telesforo.
ORCHESTRA MAGNA
Orchestra Magna nasce dall’idea di formare un ensemble che riunisse alcuni tra i migliori musicisti umbri e di costruire intorno al loro profilo un progetto di alta qualità musicale, dinamicità e forte diffusione. Il repertorio è costituito da canzoni originali in italiano che fondono insieme jazz, funk, reggae, house e latin.
I musicisti sono di primo livello: Lorenzo Agnifili, vincitore del primo premio ai concorsi di composizione “Barga Jazz” (2013 e 2018) e “Scrivere in Jazz” (2018); Marialuna Cipolla, nominata al David di Donatello per la colonna sonora de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores; Cristian Pratofiorito, che ha collaborato con Federica Carta e Giuseppe Anastasi (Premio Tenco 2018); Antonio Mandosi che ha collaborato con l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Ennio Morricone; Fabio D’Isanto che ha collaborato con Ares Tavolazzi.
L’Orchestra Magna ha visto la luce nel 2018 e ha già all’attivo numerosi concerti nel centro Italia, nel circuito dei club e dei festival estivi, tra cui va ricordata la performance a Scheggino per la rassegna La voce della terra (2019).
22 GIUGNO 2021 – MATTEO MANCUSO TRIO
In poco tempo il nome di Matteo Mancuso ha fatto il giro del globo. La sua tecnica chitarristica è rivoluzionaria per precisione e sensibilità, e in grado di attraversare generi musicali differenti in totale controllo e disinvoltura. Il futuro della chitarra sembra essere già qui. Classe 1996, Matteo Mancuso ha intrapreso la formazione musicale accademica a Palermo. Come un enfant prodige ha già collaborato con i maggiori musicisti siciliani, condividendo il palco in numerose formazioni e cimentandosi con la musica che va da Wes Montgomery al jazz contemporaneo.
Con il trio Snips – insieme a Salvatore Lima alla batteria e Riccardo Oliva al basso – si addentra in una dimensione chiaramente fusion. Musicista poliedrico, padroneggia sia la chitarra classica che la chitarra elettrica e proprio per quest’ultimo strumento ha sviluppato la personale tecnica a cui si accennava: senza plettro, utilizzando dunque solamente le dita, esprime un linguaggio musicale unico. Il suo canale YouTube conta oltre novantamila iscrizioni ed è seguito da un vastissimo pubblico internazionale.
Chitarristi del calibro di Steve Vai, Al Di Meola, Joe Bonamassa, Dweezil Zappa e Stef Burns, gli hanno riservato entusiastici apprezzamenti ed eccezionali attestazioni di stima. Nel 2017, nell’ambito di Umbria Jazz, ha vinto una borsa di studio per il prestigioso Berklee College di Boston. Con il gruppo SNIPS ha suonato riscuotendo notevole successo al festival Les Nuits de la Guitare di Patrimonio, in Corsica, oltre che alla Musikmesse 2018 di Francoforte e ad Umbria Jazz 2018.
Nel 2019, collaborando con Yamaha guitars, ha partecipato al Namm Show di Los Angeles e al Young Guitar Festival di Bangkok, in questo caso come special guest e giurato della competizione. Ancora nel 2019 si è recato in Russia per una serie di masterclass nelle città di Mosca, San Pietroburgo e Perm’. Nel 2020 Matteo Mancuso ha fondato il suo nuovo trio con Stefano India al basso e Giuseppe Bruno alla batteria, dando spazio anche alla sua vena compositiva con brani originali. I prossimi mesi uscirà il suo primo lavoro discografico: viste le premesse è destinato a un sicuro impatto sulla scena musicale e discografica internazionale.
23 GIUGNO 2021 – YILIAN CAÑIZARES “RESILIENCE TRIO” Feat. CHILDO TOMAS & INOR SOTOLONGO
“Yilian è uno dei talenti più incredibili della nuova generazione di musicisti cubani. È una virtuosa, espressiva e spontanea, con una grazia che la rende adorabile (Chucho Valdés)”. Yilian Cañizares è violinista, cantante e compositrice, nasce a l’Avana ma dal 2000 si stabilisce in Svizzera. Senza mai tradire le sue origini, Yilian miscela con gusto ritmi jazz, classici e afro-cubani, interpretati con una voce dal fascino straordinario.
Dopo due acclamati album – Ochumare (2013) e Invocación (2015) – conquista la reputazione di artista innovatrice, capace di oltrepassare il confine dei generi musicali: “il mio suono riflette la ricchezza e la miscela di culture che porto con me oggi, ciò che sono: donna, cubana, musicista, cittadina del mondo”. Il settimanale francese Nouvel Observateur l’ha definita “rivelazione dell’anno”: per il suo carisma, per le influenze da cui trae ispirazione e per la naturalezza con cui affronta il palcoscenico. In questi ultimi anni ha collaborato con musicisti internazionali di assoluto livello tra cui: Ibrahim Maalouf, Omar Sosa, Youn Sun Nah, Chucho Valdés, Roberto Fonseca e Dhafer Youssef.
Aguas (2018) è l’album realizzato insieme a Omar Sosa, mentre in Erzulie (2019) Yilian dà voce al suo impegno civile a favore della condizione femminile. Yilian avrebbe dovuto portare in tournée Erzulie nel corso del 2020, ma la pandemia ha stravolto anche i suoi programmi. Senza perdersi d’animo, dà oggi vita a un nuovo progetto per esprimere tutte le emozioni generate dalla crisi che ha accomunato l’intera umanità: “Resilience Trio”, insieme a Childo Tomas e Inor Sotolongo, è un progetto che trasmette speranza, per tutti quelli che, come lei, hanno scelto di far fronte alle avversità e di continuare a creare arte.
24 GIUGNO 2021 – STEFANO DI BATTISTA 4TET MORRICONE STORIES
Le composizioni di Ennio Morricone per il cinema sono un tesoro di fantasia associato a immagini di ogni genere, oltremodo versatili, disponibili a essere trattate, elaborate e riscoperte. Potremmo ascoltarle interpretate da un coro alpino o da un quintetto di fiati, sarebbero comunque godibili e perfettamente riconoscibili. Ma quando c’è di mezzo il jazz… è un’altra storia: sembra davvero un matrimonio perfetto, naturale, diciamo pure inevitabile. Anche grazie a una perfetta analogia: la musica di Morricone – che esalta tracce melodiche ricche di emozione, in una trama di armonie intelligenti, che è ciò che fa anche il jazz, letteralmente.
E ancor di più, quello che fa un musicista come Stefano Di Battista, che con i temi di Morricone gioca come se fossero di quella materia magica, sostanza di quella speciale e misteriosa musica che ci riempie l’anima. E non c’è neanche bisogno di attingere ai colossi dell’immaginario cinematografico. Di Battista ha scelto in qualche caso temi marginali, o meglio film meno noti, come Veruschka o Cosa avete fatto a Solange, per affrontare quella parte del repertorio ancora da riscoprire e ricordare: anche perché Morricone ha scritto più di cinquecento colonne sonore.
C’è naturalmente anche il godimento puro di ascoltare temi che conosciamo benissimo che diventano perfetti standard jazz, come Metti una sera a cena, ricca di swing e ironia, oppure Il buono il brutto e il cattivo che si rivela come un duello di improvvisazioni, col sax che parte da quel motivo ispirato dal verso del coyote, prima di sciogliersi nell’emozione del Tema di Deborah di C’era una volta in America: una delle più belle invenzioni di Morricone, alla quale teneva moltissimo perché esprimeva in maniera perfetta il suo ideale di melodia scritta con un esiguo numero di note ma dal massimo effetto.
Per non parlare della delicata rilettura di The mission, con un elegante passaggio dall’oboe originale al sax soprano, fino alla sorpresa di un inedito, un pezzo intitolato Flora, che il Maestro regalò a Di Battista. È un meccanismo sofisticato, che potrebbe continuare per altri dischi, come una serie, come se una parte del pensiero di Morricone fosse stata sempre, magari senza saperlo, votata al jazz.
30 GIUGNO 2021 – TOSCA MORABEZA
L’estate 2020 ha visto Tosca protagonista di più di trenta concerti nei principali festival italiani con “Direzione Morabeza”. Morabeza è un canto alla vita. Solo chi ama la vita può infatti sperimentare le emozioni che questa bellissima parola capoverdiana esprime: la sensazione dolce-amara che accompagna i momenti più intensi e preziosi della nostra esistenza, la presa di coscienza della bellezza di un presente che apparterrà presto al passato e la certezza della nostalgia che si accompagnerà al ricordo.
Celebrare, cantare la meraviglia di ciò che è unico e fugace, con lo sguardo verso l’orizzonte e la consapevolezza del tempo che scorre, abbracciando il passato ed immaginando il futuro: questo è il senso ultimo dello spettacolo “Morabeza”. Nell’atmosfera di colore e di calore di un immaginario salotto sudamericano, Tosca, attraverso un dialogo continuo con i suoi musicisti ci conduce nel mondo musicale che ha amato, quello che la rappresenta ora e quello che è stato per lei un modello: “esercita” il suo amore restando fedele a ciò che le è caro, ritrovando e ritrovandosi attraverso la musica che ha plasmato la sua personalità artistica.
Intimo, raffinato, contemporaneo, nato da un progetto della stessa Tosca, prodotto e arrangiato da Joe Barbieri con la regia di Massimo Venturiello, Morabeza poggia su tre solidi elementi: ricerca, lingua e suono. Il disco costruisce un ponte fra la radice italiana e le musiche d’altrove.
Francese, portoghese, arabo, italiano e romanesco: una colorata giostra poliglotta che celebra l’intreccio e la contaminazione fra i popoli, l’accoglienza e l’ascolto come via di salvezza per l’uomo, oltre all’amore e alla sua declinazione meno complessa e più immediata: la passione, centro nevralgico di tutte le canzoni del disco. Sul palco, accanto a Tosca ci sono Giovanna Famulari, brillante polistrumentista (violoncello, percussioni, pianoforte), Massimo de Lorenzi alla chitarra classica, Carmine Iuvone al contrabbasso, Luca Scorziello alla batteria, Fabia Salvucci vocalist e Alessia Salvucci alle percussioni.
L’intero concerto è un viaggio nel quale ogni canzone è una tappa, dove la narrazione di Tosca è la strada che le unisce.
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