I cambiamenti fanno sempre paura. L’arrivo di un nuovo presidente, il cambio armadio con l’arrivo delle stagioni più fredde dell’anno. Stavolta però la novità non è del tutto sbagliata. Anzi.
Dopo l’ultimo singolo uscito, il mio subconscio mi sta dando la conferma che i Linkin Park hanno pescato la carta giusta dal mazzo per l’eredità di Chester Bennington. Heavy is the crown. La corona è pesante. Letteralmente. Non ho paura a dire che Emily Armstrong mi ha stupito. Nel nuovo singolo della band ho sentito la difficoltà (ovviamente non dal punto di vista canoro), la rabbia e l’intimità di una ragazza dall’animo confuso, misterioso, semplice ma allo stesso tempo elegante. Quando ho chiuso gli occhi mentre ascoltavo il singolo, la sua voce ha toccato le corde più profonde della mia anima e le ha scosse. Roba che in cuor mio fanno pochi eletti. Alcuni nomi? Per dirla con un linguaggio pinkfloydiano, quel pazzo diamante di Dylan, il grande e troppo spesso sottovalutato Layne Staley, e guarda un po’, il mai dimenticato Chester Bennington.
I Linkin Park hanno fatto bene ad andare avanti, si percepisce che dentro di loro (e soprattutto, dentro le loro tasche) ancora c’è la voglia di fare musica (e fare soldi). Al contrario di quanto dicano i fan più accaniti, che il più delle volte, quando si parla di queste band mainstream si può chiamare anche come tifoseria tossica, questa voce, in questo momento, è una brezza di aria fresca all’interno del panorama metal. Le vent se lève, il faut tenter de vivre. Chi ha visto quel capolavoro di Si alza il vento, capirà benissimo di cosa sto parlando. Nonostante le avversità che ci colpiscono, bisogna andare avanti, bisogna continuare a vivere. Shinoda e soci sono così tornati alle sonorità di Meteora, album che li ha lanciati nell’iperspazio della musica, eleggendoli a paladini degli insicuri, dei reietti. Basta l’uso spasmodico dell’elettronica mista a voci power metal. E’ tornato il sano, rozzo, sporco screaming. Già nel primo singolo uscito, The Emptiness Machine, si sentiva l’eco del passato che ritorna. Ma con Heavy is the crown gli occhi possono brillare un po’ di più.
La canzone parte come da più antica tradizione: Shinoda rappa e cuce l’abito per il ritornello di Emily Armstrong, che prende tanto di quel menefreghismo alla Joey Ramone e si libera dei suoi demoni interni con forza melodica da serie A. La magia vera arriva poco dopo, quando la cantante prova a emulare lo storico scream da 17 secondi di Chester in Given Up. Tecnicamente parlando, la canzone del 2003 è molto più complicata, ma la potenza rilasciata dalle corde vocali della neo cantante dei Linkin Park lascia comunque a bocca aperta gli ascoltatori. Non voglio creare un momento nostalgia, ma quando ho sentito per la quarta volta il brano, mi sono tornati in mente quei periodi a cavallo tra il 2006 e il 2008, quando con gli amici d’infanzia mi scambiavo, rigorosamente via bluetooth, i video di Dragon Ball con le canzoni dei Linkin Park (Era la genesi degli Amv e neanche me ne stavo rendendo conto). Mentre partiva il ritornello di Emily Armstrong in Heavy is the crown, ho capito che era un buon prodotto perché l’ho immaginato proprio accoppiato ai frame di Gohan che sconfigge Cell.
Il prossimo album della band, con Emily Armstrong cantante, uscirà il 14 novembre (data da segnare col cerchio rosso sul calendario) e le mie aspettative, dopo questi due singoli, sono alte. Sarà difficile scalzare le grandi opere (Meteora e Hybrid Theory) ma i Linkin Park sono tornati, con una voce pronta a sbaragliare tutti. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
NdR: Dall’articolo è stata volutamente tralasciata la polemica riguardo lo scandalo Masterson.
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