Lucid Dream Festival 2023: sbarca a Pisa il festival che avete sempre sognato

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Lucid Dream Festival 2023: sbarca a Pisa il festival che avete sempre sognato 1

Tre giornate molto costruttive e interessanti quelle che si svolgeranno a Pisa presso il Cinema Arsenale. Cortometraggi ma anche tanti autori, masterclass e compositori in occasione del Lucid Dream Festival. In tutto questo però il vero ospite è proprio il fantastico che lega i tanti ragazzi appassionatissimi di questa associazione. Per l’occasione siamo andati a visitare il festival e abbiamo intervistato i due direttori creativi Simone Gonnelli e Stefano Cosimini così da poter meglio approfondire la loro realtà.

Ciao Simone e Stefano, congratulazioni per aver organizzato un festival sul fantastico che si prospetta altrettanto fantastico. Partiamo con la primissima domanda, come è nata l’idea di organizzare questo festival cinematografico?

Simone:

La Neon Film & Arts è un’associazione giovanissima attiva solo dallo scorso anno; eppure, c’è da dire che abbiamo già tenuto cinque anni fa quella che noi definiamo un’“edizione pilota” a Castelnovo di Garfagnana. Da allora, io e Stefano ci siamo interrogati sulle nuove possibilità del caso, e ora eccoci qui a Pisa. Questa nuova edizione del festival deriva dalla volontà di emergere dalle lunghe ombre del periodo pandemico e di riprendere il contatto con la realtà. Siamo appassionati del cinema fantastico a tutto tondo, ad essere proiettati saranno un calderone di cortometraggi legati all’orrore, alla fantascienza, al post-apocalittico, all’animazione e alle tante altre declinazioni del fantastico. E poi c’è il sogno lucido, un aspetto che ci ha da sempre appassionati tanto da legarlo al nome del festival non solo perché il nome ci è sembrato suggestivo ma anche perché alcuni di noi hanno indagato personalmente in queste esperienze. Sempre a Pisa abbiamo ulteriormente approfondito questo aspetto all’interno dell’internet film festival allestendo un’installazione in cui abbiamo dato la possibilità al pubblico di raccontarci i loro sogni e, avvalendoci delle nuove possibilità offerte dall’intelligenza artificiale, sono state generate le immagini dei loro sogni. Questa edizione, nella sua prima giornata, vedrà un particolarissimo omaggio al compositore Angelo Badalamenti e verranno suonate non solo alcune delle sue tracce più iconiche ma si ripercorrerà anche la loro creazione da un punto di vista musicale. Tengo moltissimo a questo evento. È qualcosa di unico che vogliamo regalare alla città di Pisa.

Stefano:

Se si andassero a vedere le statistiche scopriremmo che il fantastico è in assoluto il genere più amato e seguito e che, tra i film più visti al cinema, spiccano proprio quelli di genere fantastico. Con la nostra associazione ci siamo resi conto che in Italia non c’è molta attenzione per il genere fantastico indipendente. Da qui abbiamo capito che avremmo dovuto fare qualcosa e passare all’azione, anche per offrire uno spazio a chi non ne ha nella grande distribuzione. Fantastico è una terminologia che abbraccia di tutto, c’entra tutto quello che fuoriesce dal normale. È un termine ombrello che racchiude tantissimi generi. Ovviamente noi siamo amanti del cinema fantastico altrimenti mai avremmo deciso di realizzare un festival del genere!

La prima giornata del festival si aprirà con la presentazione del libro “I segreti di David Lynch” di Matteo Marino per poi chiudersi, quasi come se fosse un nastro di Möbius, con un omaggio sonoro al compianto compositore Angelo Badalamenti. Ho saputo anche che nella scorsa edizione il vostro presidente di giuria è stato Lamberto Bava. Quali sono gli autori o i film che più vi hanno influenzato nella vostra concezione di fantastico?

Simone:

Seguo molto il fantastico italiano, sono molto appassionato degli ultimi film di Matteo Garrone così come di Gabriele Mainetti. Ai tempi, ho seguito attentamente tutte le fasi produttive del suo film “Lo chiamavano Jeeg Robot”.  Poi quando parliamo di fantastico la mia predilezione è per la narrazione post-apocalittica… ma ci sarebbero così tanti film, rischieremo di arrivare all’apocalisse se li dovessimo elencare tutti…

Stefano:

Come è intuibile, ho un’infatuazione per David Lynch. Non a caso apriamo il festival con un libro dedicato al cineasta e chiudiamo poi con l’omaggio ad Angelo Badalamenti, legato a doppio filo con Lynch. Per me tutto ciò che racconta David Lynch rientra nell’ambito del fantastico ma soprattutto in quello dell’onirico che è il luogo in cui con la nostra associazione ci muoviamo. Poi… io fin da piccolo sono cresciuto a pane e Mario Bava, avere Lamberto Bava come presidente di giuria nella precedente edizione è stato un grande traguardo personale. Sono due autori molto diversi anche perché si sono mossi in due periodi storici molto diversi. L’horror made-in-italy è un genere che adoro, soprattutto quello anni Ottanta. Ah, quasi dimenticavo… ovviamente anche Dario Argento è un’altra mia grandissima fonte di ispirazione.

Giornate in cui si alterneranno masterclass, autori, proiezioni. E le giornate di sabato e di domenica saranno focalizzate sui cortometraggi della categoria Lucid Dream. Qual è stato il criterio di selezione di questi cortometraggi? Quali difficoltà avete incontrato in questo processo?

Simone:

Per il criterio di selezione ci siamo avvalsi dell’utilizzo di una scaletta valutando l’estetica, la storia, la qualità degli effetti speciali. Abbiamo tenuto in considerazione tutte le caratteristiche che un corto può avere e abbiamo utilizzato un punteggio. Poi, abbiamo dato la parola a dei giudici che ruotano al mondo del cinema e lavorano attivamente in questo.

Stefano:

È stata una selezione difficilissima, neanche noi ci aspettavamo un così alto numero di cortometraggi. Ne abbiamo ricevuti oltre 200, da autori sparsi per tutto il mondo. Per questo motivo siamo stati costretti a rinunciare ad alcune cose proprio perché mancava il tempo materiale di proiettarli tutti. Un grande dispiacere… Per quanto riguarda il criterio di selezione abbiamo considerato diversi aspetti, creando una categoria apposita per i cortometraggi italiani così da dare più spazio agli autori nostrani. Oltre a ciò, abbiamo anche creato categorie di cinema d’animazione e una categoria Lucid Dream per avere un maggiore bilanciamento tra tutti i corti in competizione. Inoltre, siamo andati a premiare anche produzioni più piccole che inevitabilmente risultavano inferiori da un punto di vista tecnico ma che riuscivano a portarci di più in quella dimensione onirica, in linea con il nostro festival.

Passando ad una domanda più logistica, qual è stata la sfida più grande che avete incontrato nell’organizzazione dell’evento? Quali consigli sentiresti di dare a coloro che vorrebbero cimentarsi in un’esperienza simile?

Simone

A differenza dei film che hanno tutt’altra distribuzione, spesso facilitata, devo ammettere che in Italia la distribuzione dei cortometraggi ha alcuni problemi, viene a mancare proprio la spinta istituzionale che spesso non vede il cortometraggio come un’opera di ingegno parimenti. Sembra prosaico dirlo ma il problema più grosso che abbiamo riscontrato è stato quello economico.  La ricerca dei fondi non è stata facile e la sostenibilità del festival stesso è stata messa più volte a rischio dal fatto che molti bandi ci sono stati preclusi. Comunque sia, un festival può sostenersi anche e soprattutto grazie alle iscrizioni dei cortometraggi. Il consiglio che posso dare è proprio quello di conoscere il più possibile i cortometraggi, scoprendo e approfondendo gli autori che spesso, purtroppo, non hanno avuto la visibilità meritata.

Stefano:

Devo capire quanto devo essere sincero in questo discorso!

Totale onestà. È un’intervista-vérité parafrasando il cinéma-vérité!

Stefano:

La principale difficoltà, come ha già detto Simone, è proprio quella economica. È il primo anno che facciamo un’edizione di questa portata e le risorse iniziali sono state davvero scarne. Per fortuna abbiamo avuto il supporto da uno sponsor e dal comune di Pisa, questo ci ha sicuramente aiutati ma rimaniamo comunque su budget modesti se paragonati a quelli di tante altre realtà festivaliere. La seconda difficoltà, invece, è che stiamo ancora muovendo i primi passi e c’è ancora tanto lavoro da fare. Insomma, dobbiamo ancora prendere bene le misure su alcune cose, capire, confrontarci e crescere insieme al nostro festival. Per coloro che volessero cimentarsi in un’esperienza simile, raccomando di cercare i finanziamenti giusti prima di costruire male qualcosa. Altro consiglio è quello di dare moltissima attenzione ai registi, già dalla primissima edizione-pilota del nostro festival abbiamo capito che senza di loro il festival neanche esisterebbe. Tutti i fronzoli attorno che richiamano gente servono a poco se poi non dai il giusto spazio ai registi.

Il cinema fantastico ha avuto tantissime declinazioni nel corso della storia del cinema. Pensiamo ai primi decenni con Mélies, il successo riscosso in Italia da Giovanni Pastrone con Cabiria, il periodo produttivo della Universal dagli anni 30 ai 50 e poi ancora i tantissimi B-movies, i peplum, tutto il filone sci-fi. Ne è passato di tempo…. ma torniamo alla contemporaneità, per voi c’è un qualche rapporto di discontinuità con il passato? È possibile intravvedere qualche nuova tendenza nel fantastico?

Simone:

C’è sempre un ritorno al passato, c’è sempre un’ispirazione da ciò che è stato. Tra i nostri selezionati abbiamo ritrovato un filone supereroistico, alcuni cortometraggi si ispiravano al personaggio dotato di poteri sovraumani ma in linea di massima non abbiamo comunque riscontrato cortometraggi che fossero “innovativi” nel senso stretto del termine, proprio perché si attinge sempre dal passato. Per quanto riguarda le nuove tendenze penso che alcuni aspetti innovativi potrebbero esserci grazie alle creazioni dell’intelligenza artificiale, in un rapporto di coesistenza dal quale gli autori potrebbero trarne nuove idee. Rimarrei stupito se trovassi un cortometraggio completamente realizzato dall’intelligenza artificiale, per me questo sarebbe un elemento innovativo e che rappresenterebbe uno scostamento con il passato.

Stefano:

Domanda molto difficile! Probabilmente c’è qualcosa di veramente innovativo ma bisognerebbe andare a scavare oltre il fondo perfino dei cortometraggi indipendenti che abbiamo selezionato. Facendo un riferimento contemporaneo c’è stato il boom di questo nuovo film horror “Skinamarink”, un film molto al confine della sperimentazione: sono un’ora e quaranta di inquadrature fisse di angoli e pareti vuote in cui non accade nulla. C’è la volontà, poi, anche in un film del genere trovi citazioni di tante altre cose. Forse non c’è del nuovo in quello che è stato fatto fino ad ora ma non necessariamente tutto questo rappresenta un qualcosa di negativo. Si può sempre salire sulle spalle dei giganti del passato e costruire qualcosa di più bello.

Grazie mille della vostra disponibilità e spero che seguiranno tante altre edizioni!

Stefano e Simone:

Grazie a te, anche noi non vediamo l’ora!

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Elenco dei cortometraggi in ordine di proiezione:

Categoria internazionale:

  • Dead End di Dima Barch
  • Sangue Nero di Ophélie NéVE
  • Space Woman di Hadi Moussally
  • Boanthropy di Yuri Orlov
  • Half Samurai di Rashad Haughton
  • La nueva (The Newcomer) di Ivan Villamel
  • The Wild Roots di Nicolas Millot
  • Chrysalis di Mathilde Rey
  • Gateway di Christoper Cunetto
  • INCUBUS di Tito Fernandes

Categoria Lucid Dream:

  • Alchemy di Brandon Polanco
  • Brigitte di Gabriel Auclair-Doucet
  • Entre Deux Feux di Mathieu Jobard
  • O di Dominik Balkow
  • Table 8 di Sander Van Dijk
  • Violet Purge di Yannis Do Couto

Categoria internazionale:

  • Corner Boy di William May
  • MILTOWN di Connor Martin, Chris Beyrooty
  • The Abyss of the Soul di Guilherme Daniel
  • Glovebox di Joseph Matarresse, Philip Matarrese
  • In The Shadow Of God di Brian Sepanzyk
  • Maryla di Guillaume Heulard

Categoria animazione:

  • A Familiar Race di Lara Parizek
  • Eat The Rich (short version) di Niven Wilson
  • Experience the World- The Train di Duro Howard Jr.
  • Going well di HyeJeong Lee
  • How To Survive The Heatwave and Stay Human di Ronni Shalev, Alon Sharabi
  • Night di Ahmad Saleh
  • Over and Under di Ruby Clarke
  • Saint Android di Lukas Von Berg
  • Saint Android di Lukas von Berg
  • Slouch di Michael Bohnenstingl
  • The Best Ham Sandwich According to a Fish di Jessica Xu
  • THE SPRAYER di Farnoosh Abedi
  • There is nothing nice deep within di Fiorella Spitzer
  •  Without End di Yuki Sun
  •  Yeah I’m good thanks di Hannah Lau-Walker
  • Your Bad Animals di Ido Shapira and Amit Cohen

Categoria Lucid Dream:

  • BLACK SUN (SOLE NERO) Angelo Armiero 0.19.15
  • L’Amore Negli Occhi (Love In The Eyes) Sebastiano Dimartino 0.09.26
  •  NYX Renato Rosati 0.09.58 Samira (Sub Eng) Massimiliano Battistella 0.09.14
  •  Wee See Things as We Are Davide Perna

Categoria italiani:

  • Don’t eat those Cassatinas di Martin Alan Tranquillini
  • GIOIA di Eduardo Castaldo
  • La mano nera di Fabrizio Maddalena
  •  L’uovo di Daniele Grassetti
  • SIR di Maurizio Ravallese
  • Strategie di sopravvivenza di Bruno Ugioli, Riccardo Menicatti
  • Cuore di strega Marco Baroni
  •  Deerstalker di Stefania Accetulli
  •  Fine partita di Luca Leone
  • Nostos di Mauro Zingarelli
  • Script di Piero Cannata
  •  Superposition di Gigi Funcis
  • Connessi di Daniele Guarnera
  • Guardians of Midgard di Fabio Garelli, Shilan Shamil
  • Internet sparito di Matteo Cirillo, Bonolis Bros
  • Una mela al giorno di Simone Vacca
  • Non siamo in casa di Christian Pezzolato, Matteo Raffaelli

CATEGORIA ANIMAZIONE ITALIANI

  • Clinical Lycanthropy di Emilio Giacomelli, Francesco Pesiri
  • Ecce (sub ita) di Margherita Premuroso
  • EVIA di Nicola Rota
  • Le Rendez-Vous des Arts di Walter Rastelli
  • The Black reCAT di Paolo Gaudio
  • When You Wish Upon A Star di Domenico Modafferi
Alessandro Zuccarini
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