You 4, prima parte: il ritorno del trash a cui ormai siamo affezionati

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In uscita il 9 febbraio su Netflix la prima parte della quarta stagione di You, la celebre serie con protagonista Penn Badgley. Nuovi ingressi nel cast, tra cui Amy Leigh Hickman, Tilly Keeper, Charlotte Ritchie e Ed Speleer.

Dopo aver ucciso sua moglie e abbandonato il figlio davanti a un portone, lo stalker e serial killer Joe Goldberg fugge in Europa. Questo ci era già diventato noto con il trailer della quarta stagione di You, in pubblicazione su Netflix diviso in due parti: la prima è in uscita il 9 febbraio, la seconda il 9 marzo.

All’inizio di You 4 la stampa statunitense crede Joe Goldberg morto in un omicidio-suicidio compiuto da sua moglie Love.

Quello che i giornalisti non sanno è che non c’è stato alcun suicidio, il mai catturato stalker è vivo ed è stato lui a uccidere Love. Nel tentativo di fuggire dalla sua vecchia vita e dalla sua psicopatia si è procurato una nuova identità fuggendo nel Regno Unito, facendosi conoscere da tutti come il professor Jonathan Moore.

Jonathan sembra essere apprezzato dai suoi studenti, soprattutto da Nadia, con la quale ha un rapporto confidenziale – e verso cui, stranamente, non sviluppa una malsana ossessione. Unico filo conduttore con la sua vita passata – per questa prima parte, almeno – è il sentimento da lui provato per Marienne, che nel frattempo si è rifugiata in Francia per fuggire da lui dopo aver scoperto l’omicidio per mano di Joe del suo ex e di Love. 

Tramite l’odiato vicino di casa Malcolm, Joe si avvicina a un’élite di personaggi ricchi e da lui estremamente odiati. L’incontro-scontro tra l’introverso Joe e le spocchiose nuove conoscenze sfocia in una serie di misteriose morti di cui Joe sembra non essere il responsabile. Saranno cruciali i suoi rapporti con due nuovi, importanti personaggi: Kate, moglie di Malcolm, e Rhys Montrose, acclamato scrittore inglese.

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Joe Goldberg / Jonathan Moore viene a scontrarsi con un mondo che non gli appartiene.

Già precedentemente Joe era stato messo alla prova, nella sua quieta introversione, da caratteri esuberanti come quello di Peach nella prima stagione e degli estrosi coniugi Conrad nella terza. Questa volta, però, incontri con personalità simili smettono di essere occasionali; il protagonista di You si ritrova presto schiacciato da un mondo a cui finge di appartenere, accettando di mescolarsi ad esso pur di sfuggire al suo passato.

In un’odiata bolla di amicizie non desiderate e frivoli capricci, la misantropia di Joe è affidata alla sua cinica voce narrante in sovrapposizione alla sua espressione costantemente neutrale. Non passa troppo tempo, però, prima che la situazione gli sfugga di mano e si ritrovi a fronteggiare in una situazione dove mantenere le apparenze si rivela fonte di nevrosi.

La nuova stagione di You si destreggia tra il vecchio e il nuovo.

Fino a questi primi cinque episodi, l’impressione è che la quarta stagione di You sia una serie TV a parte. Chiunque non abbia mai visto le prime tre stagioni potrebbe tranquillamente cominciare la quarta e capire tutto quanto senza bisogno di ulteriori dettagli; che Jonathan Moore sia uno psicopatico in fuga dai suoi precedenti omicidi è specificato più volte, Guinevere Beck è fuori dalla scena da ormai tanto tempo e idem dicasi per Candace e Love, sue precedenti ossessioni finite in omicidio.

L’atmosfera dark academia in cui è immersa la quarta stagione di You è una coccola visiva per gli amanti del genere e Jonathan Moore sembra costituire l’impeccabile archetipo del professore universitario, il tipo perfetto da risultare INTJ nel test delle sedici personalità di Jung.

Torna, immancabile, la componente demenziale senza la quale You non sarebbe la stessa.

Nonostante la quarta stagione possa sembrare una serie TV a parte, – essendo quasi totalmente sconnessa da fatti precedenti che hanno formato la personalità di Joe – persiste l’elemento simbolo della serie: l’assenza di tende alle finestre. Ovviamente il nuovo interesse romantico di Joe si lascia vedere da una finestra senza tende; ovviamente decide di masturbarsi in corrispondenza di quella stessa finestra, mettendo a dura prova l’autocontrollo di Joe.

Ancora più stranianti sono gli sprazzi di presunta correttezza politica di Joe. La sua voce narrante dice, in una delle scene iniziali: “As a problematic man appropriating a queer poet once said: the heart wants what it wants”, ed è impossibile non avvertire lo stridio tra il lessico woke e chi lo utilizza. Quanto è credibile sentire Joe Goldberg, stalker e pluriomicida, additare un’altra persona come problematic? Ma soprattutto: siamo sicuri che “appropriarsi” della frase di un poeta queer sia assai più problematico rispetto all’omicidio di più persone? E, ciliegina sulla torta, poche puntate dopo Joe attacca un uomo mentre la sua voce narrante gli dà del misogino.
Sintetizzando il tutto: da che pulpito viene la predica.

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Background check, questo sconosciuto

La faccia rassicurante di Joe Goldberg è stata spiattellata su quotidiani in tutta l’America in allegato alla notizia della sua cruenta morte. Ma com’è possibile che nessuno, nessuno studente in un’università tanto altolocata riesca a collegare il viso di Joe al famoso tizio ucciso dalla moglie poi morta suicida?

Siamo nel 2023: rimarchiamo l’ovvio ricordando che Internet fa sì che anche le notizie più irrilevanti corrano in pochi secondi da una parte all’altra del globo. E soprattutto: siamo in un ambiente universitario popolato dalla Gen Z, che fa della connessione Internet e del cazzeggio online la propria linfa vitale. Infine: siamo nel Regno Unito, in una prestigiosa università e in un ambiente che sembra essere tutt’altro che sconosciuto e appartato come potrebbe esserlo una piccola cittadina di cento abitanti nel sud-est del Kazakistan.

Ma tornando a monte della questione: Joe Goldberg è un fuggitivo creduto morto che si ricostruisce una vita in Inghilterra improvvisandosi professore di una prestigiosa cattedra… senza una laurea. E questo viene specificato nel dialogo con uno dei tanto odiati personaggi dell’élite con cui s’interfaccia, nel momento in cui lui parla Joe dell’università e la voce narrante di quest’ultimo risponde di non esserci mai stato. Tocca assumere che la nuova identità acquistata da Joe sia corredata anche da un titolo di studio appropriato, altrimenti questo dubbio è condannato a restare tale.

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La nuova comunità altolocata con cui Joe / Jonathan s’interfaccia è insopportabile, ma la recitazione degli attori che interpretano questi nuovi personaggi lo è ancora di più.

Più stereotipicamente ricchi di così non si può. Nel muovere una presunta critica al sistema capitalista, You rende i nuovi amici-nemici di Joe spocchiosi, arroganti e pieni di strambe frenesie. Peccato che gli attori che li interpretano esasperino al massimo le loro personalità con un’artificiosità non necessaria, rendendo la storia ancora più stucchevole di quanto non lo sia già.
L’effetto finale è alla Disney Channel; l’impressione più ricorrente è quella di avere a che fare con un esercito di cloni di London Tipton. Non è difficile empatizzare con gli istinti omicidi di Joe, in questa stagione.

Punto a favore della quarta stagione di You è il modo in cui viene gestita la tendenza ossessiva di Joe.

La nuova ossessione di Joe è per una donna diversa da Beck e Love, sia a livello di personalità che d’estrazione sociale. Nonostante sia abbastanza ingenua da masturbarsi davanti a una finestra senza tende, Kate si dimostra – com’è giusto che sia – diffidente nei confronti di Joe, quando si accorge che la sua presenza nella sua vita inizia ad essere tanto ricorrente quanto sospetta.

Reduce dai propri colossali errori, Joe decide di lottare contro la sua sociopatia con più intensità rispetto ai suoi tentativi passati. Non mostra pentimento verso gli omicidi compiuti, ma la consapevolezza del prezzo ingente da pagare per sfuggire da tutto ciò che ha commesso costituisce gran parte della sua motivazione a non cadere nelle vecchie trappole del suo disturbo mentale, per quanto venga messo alla prova più e più volte.

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