Suburraeterna: tutto nuovo, nulla di nuovo [Recensione]

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In arrivo il 14 novembre le prime cinque puntate di Suburraeterna, spin-off di Suburra – terminata nel 2020. Diverse le new entry nel cast ad affiancare personaggi di sempre come Spadino e Cinaglia.

2011: in una Roma presa d’assalto dalle rivolte civili, gli intrecci tra politica, Chiesa e crimine proseguono come d’usuale. Tre anni dopo la morte delle colonne portanti di Suburra, l’impero di Samurai è gestito da Cinaglia, – non più attivo in politica – Badali, Angelica Sale e Adelaide Anacleti.

In seguito a un evento che sconvolge gli Anacleti, Spadino torna a Roma per riprendere il controllo della sua famiglia. Scopriamo, infatti, che dopo la morte di Aureliano si era trasferito in Germania con il suo compagno, deciso a interrompere i legami con la sua famiglia d’origine.

suburraeterna

Suburraeterna si dota di colonne portanti decisamente diverse da quelle di Suburra, e la differenza è palpabile.

Quasi a voler imitare l’iniziale triade Lele-Aureliano-Spadino ci sono stavolta i tre fratelli Luciani: Damiano (Marlon Joubert), Giulia (Yamina Brirmi) e Cesare (Morris Sarra), che cercheranno la vendetta per la morte del loro padre anni prima, avvenuta per mano di Manfredi Anacleti.

Scarso il coinvolgimento emotivo nei loro confronti, complice il sentimento dell’età dell’oro ormai andata dei tempi delle prime due stagioni di Suburra. I fratelli Luciani oltrepassano l’essere legati al personaggio di Spadino; sono stati creati appositamente per giustificare il suo ritorno a Roma e per conferirgli il ruolo che precedentemente era di Manfredi.

Questa condizione contribuisce a un loro piattume e al loro status di cartonati, più che personaggi a tutto tondo.

La quasi-evoluzione di Spadino

Affermiamo tranquillamente che non sarebbe stato un errore sottrarre tempo a Ercole (Aliosha Massine) e utilizzarlo per indagare ulteriormente il rapporto tra Spadino e suo nipote Victor (Gabriele Di Stadio). Victor è l’esatto opposto di suo padre Manfredi, ma non alla maniera ribelle in cui lo era Spadino; si lascia subito sopraffare da quest’ultimo, subito deciso a controllarlo tanto da farne uno schiavo.

Spadino è più freddo e risoluto rispetto ai tempi di Suburra. Nonostante l’imponente cambiamento che è l’allontanamento dalla sua famiglia, non esita a tornare sui suoi passi per ristabilire il potere degli Anacleti. Non riesce a distaccarsi completamente dall’eredità che il suo cognome comporta: il suo punto debole è il potere, di fronte al quale crolla tutto il progresso accumulato.

Non si capisce come mai Suburraeterna, regia di Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda, non potesse essere direttamente una quarta stagione di Suburra anziché una serie a parte;

forse come tentativo di rigonfiare le aspettative dopo il deludente finale della serie capostipite?

Da diverso tempo, però, il marchio Netflix è diventato garanzia di produzioni seriali che si reggono quasi esclusivamente su luccicanti campagne di marketing. E Suburraeterna, purtroppo, ne è l’ennesima testimonianza – almeno fino a questi primi cinque episodi.

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