Fighting Demons with Dragons: recensione dal Biografilm di Bologna 2024

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Con Fighting Demons with Dragons, Camilla Magid segue la vita di alcuni ragazzi nella scuola di Østerskov, in Danimarca, e ricrea un affresco in grado di ricordare l’importanza della gentilezza e dell’accoglienza, sottolineando come il superamento di alcuni schemi imposti dalla società sia necessario al benessere e alla crescita di ragazzi altamente sensibili.

Con la sua opera seconda, Camilla Magid crea un lavoro di grande importanza sociale e, con una straordinaria delicatezza, decide di affrontare un tasto estremamente urgente: il disagio psicologico negli adolescenti. A sottolinearne l’impellenza, sono i dati sconfortati diffusi dall’Unicef che dichiara come, nel mondo, più di un adolescente su sette, tra i dieci e i diciannove anni, conviva con un disturbo mentale diagnosticato. Sono dati, questi, che, seppur sconcertanti, cercano di dimostrare che qualcosa, all’interno del nostro sistema, paia non funzionare. A inquietare maggiormente sono quei ragazzi che, alle prese con disturbi non ancora diagnosticati, vengono lasciati soli e senza riferimento alcuno.

La scuola di Hobro, Østerskov Efterskole, tenta di fronteggiare positivamente tale fenomeno in Fighting Demons with Dragons. Luca, Ask e Josefine, sono i protagonisti del documentario di Camilla Magid, gli stessi che, ancor prima di accedere all’innovativo programma promosso dall’istituto, non riuscivano a vivere serenamente il contatto con gli altri e con l’ambiente circostante.

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Fighting Demons with Dragons racconta allora l’approccio della scuola alla crescita e al benessere di ragazzi altamente sensibili con disagi psicologici e mostra l’impegno degli insegnanti a far sì che tale ipersensibilità possa essere coltivata ed educata, tuttavia preservando la delicatezza emotiva di ogni studente.

La particolarità di tale approccio ha a che vedere con l’utilizzo di giochi di ruolo come supporto all’insegnamento vero e proprio: i ragazzi, attraverso la creazione di personaggi e storie fantastiche, riescono a comprendere meglio la propria profondità e a fronteggiare il contatto con l’altro e con l’ambiente. Un metodo, questo, volto a fronteggiare il delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta, permettendo agli studenti di allontanarsi dal costante peso del giudizio e superando inutili schemi imposti socialmente.

Ognuno in lotta con problematiche di diversa portata, i ragazzi, attraverso l’utilizzo di spade e costumi, tentano di conoscere al meglio i propri demoni senza allontanarsene, piuttosto facendoci amicizia. Camilla Magid mette allora in luce un’altra questione importante che ha a che fare con il potere della narrazione che diviene risorsa salvifica e necessaria, capace di portare il singolo a fronteggiare la spaventosa moltitudine del sè. Il racconto fantastico in Fighting Demons with Dragons diventa allora un metodo per sperimentare diverse declinazioni caratteriali e per proteggersi, in parte, dai rischi della realtà, preparando gli studenti all’entrata nel mondo esterno con risorse alle quali attingere in caso di difficoltà.

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Østerskov diventa allora un luogo sicuro, un posto in cui i ragazzi non sono costretti ad adeguarsi a norme già scritte e a soffocare un proprio disagio; gli insegnanti promuovono una visione differente, la stessa che permette agli studenti di percepirsi come persone speciali nel senso più positivo del termine.

Camilla Magid lascia un messaggio importante al pubblico e mette in luce come sia la stessa trasparenza sulle problematiche psicologiche a dare ai ragazzi la possibilità di crescere in maniera sana e libera del giudizio altrui. In Fighting Demons with Dragons, l’autenticità dell’essere umano viene incoraggiata e fortemente incitata affinché possa evolversi nella sua più speciale unicità.

Il Biografilm Festival si svolge dal 7 al 17 giugno a Bologna ed è possibile consultare il programma sul sito www.biografilm.it

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