Steven Spielberg – i 74 anni del regista dell’arte della guerra

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Compie oggi ben 74 anni uno dei registi più straordinari della nostra epoca, Steven Spielberg.

Steven Spielberg è considerato uno dei membri di maggior spicco della Nuova Hollywood, movimento che nacque negli anni Settanta, insieme a Woody Allen, Stanley Kubrick, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e George Lucas.

A seguito dello scarso interesse per il cinema e dell’attrazione degli spettatori verso novità come la televisione ed il cinema europeo, soprattutto quello italiano, i produttori si diedero da fare per dare vita ad una nuova fase che vide i registi diventare autori (come in Europa). Così nacquero produzioni indipendenti e l’intreccio tra diversi settori, primi fra tutti la musica e la moda.

Spielberg, prima ancora di vincere un Oscar per uno dei suoi film, è stato insignito del Premio alla memoria Irving G. Thalberg, premio conferito ai “produttori creativi, i cui lavori riflettono delle continue produzioni cinematografiche di alto livello”.

Ma visto e considerato il titolo che abbiamo dato all’articolo dedicato a Steven Spielberg, direi di vederne il motivo con 3 dei suoi film più straordinari.

Schindler’s List, 1993

Steven Spielberg
Una scena memorabile del film diretto da Spielberg.

Premio Oscar per il Miglior Film e il Miglior Regista, Golden Globe per la stessa categoria, e sarebbe sufficiente fermarci qui. È infatti considerato uno dei migliori film della storia del cinema.

Ispirata al romanzo La lista di Schindler di Thomas Keneally e basata sulla vera storia di Oskar Schindler, la pellicola permise a Spielberg di raggiungere la definitiva consacrazione tra i grandi registi, ricevendo ben 12 nomination agli Oscar e vincendo 7 statuette.

Caratteristica saliente del film è quella di essere stato girato interamente in bianco e nero, fatta eccezione per quattro scene: la prima è la scena iniziale, in cui si vedono due candele spegnersi, così come, simbolicamente, la fiammella di altre due candele riacquista colore verso il termine della storia.

La seconda e la terza scena in bianco e nero, dove appare una bambina con un cappotto, solo quest’ultimo colorato di rosso, dapprima durante il rastrellamento del ghetto, poi durante la riesumazione delle vittime.

Infine, è interamente a colori la sequenza finale del film, quando, ai giorni nostri, vengono rispettosamente deposti i sassi sulla tomba del vero Oskar Schindler presso il cimitero di Gerusalemme.

Come avrete quindi già capito il film narra la vera storia di Oskar Schindler, un industriale tedesco che, mettendo a rischio la propria vita e la propria carriera, riuscì a salvare migliaia di ebrei da un tragico destino. Ad interpretarlo è uno straordinario Liam Neeson che proprio per la sua interpretazione ricevette una candidatura all’Oscar.

Salvate il Soldato Ryan, 1998

Steven Spielberg
I protagonisti del film diretto da Steven Spielberg.

Steven Spielberg viene premiato con il Premio Oscar e il Golden Globe per il Miglior Regista, ma il film vince anche le statuette per Oscar alla Migliore fotografia, al Miglior montaggio, al Miglior sonoro e al Miglior montaggio sonoro. Un vero e proprio capolavoro.

La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale, in particolare nei giorni del D-Day. Di grande interesse sono i primi 24 minuti del film, che dipingono in maniera cruda e realistica lo sbarco dei soldati a Omaha Beach, particolarmente intensi e apprezzati soprattutto grazie agli effetti sonori, non per niente il preparto è stato premiato con due Oscar.

Quel giorno John Miller (Tom Hankscapitano della Compagnia C del 2º Battaglione Ranger, partecipa al sanguinoso assalto anfibio di “Omaha Beach”, nella Normandia occupata dai tedeschi; sopravvive al terribile mitragliamento e bombardamento tedesco delle spiagge con parte dei suoi uomini, che guida nell’espugnazione di un bunker e alcune trincee.

Il giorno seguente, a Washington, il capo di stato maggiore dell’esercito generale George Marshall (Harve Presnell) apprende la notizia della morte di tre dei quattro fratelli della famiglia Ryan e che il quarto e ultimo fratello, il paracadutista ventiseienne James Francis Ryan (Matt Damon), è disperso dopo i lanci avvenuti poche ore prima dello sbarco. Il generale, dopo aver letto ad alcuni sottoposti una commovente lettera risalente al periodo della guerra di secessione americana, decide quindi di organizzare un’operazione di salvataggio per riportare il soldato Ryan a casa. La missione è affidata proprio al capitano Miller, che ha giusto il tempo di selezionare alcuni dei commilitoni più fidati prima di partire per setacciare la Normandia.

Per quanto però Spielberg abbia realizzato una ricostruzione incredibilmente realistica dello sbarco in Normandia, la missione che muove il film non è mai davvero accaduta ed è liberamente ispirata alla vicenda del sergente Fritx Niland.

Il ponte delle spie, 2015

Steven Spielberg
Tom Hanks è il protagonista del film diretto da Steven Spielberg.

Spielberg si impegna per raccontare con eleganza e maestria cosa significasse vivere durante gli anni della Guerra Fredda, da semplice essere umano e non come soldato. Il risultato gli fece guadagnare un ampio successo da parte della critica, nonché il riconoscimento a Mark Rilance come miglior attore non protagonista in occasione dell’88° edizione dei premi Oscar.

James Donovan (Tom Hanks) è un avvocato di New York a cui gli viene affidato il caso dell’arresto e l’incarico di gestire le operazioni di scambio tra Rudoff Abel (Mark Rilance), spia sovietica che verrà poi condannata, e Francis Gary Powers (Austin Stowell), pilota americano di un aereo-spia che è stato catturato dopo l’abbattimento del proprio aereo sopra la Russia.

Lo scambio avverrà sul ponte di Glienicke, denominato appunto “ponte delle spie”, luogo simbolo che dà il titolo al film.

Tamara Santoro
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