All’Acustico Club di Roma, venerdì 11 Ottobre, un gruppo di giovani comici ha regalato una splendida serata. Come hanno fatto? Semplice: un microfono, due respiri profondi e tanta voglia di far divertire. La stand up comedy, genere fortemente apprezzato negli USA, deve ancora fare tanta strada nel nostro Paese. La rigida moralità che caratterizza il pensiero comune italiano fatica a interagire con una comicità dai tratti sferzanti e dal dark humour più macabro. Comici come Daniel Sloss, Louis C.K. e Ricky Gervais, che altrove spopolano sul Web e su Netflix, faticherebbero a trovare qui lo stesso calore di pubblico che hanno incontrato altrove. Con coraggio, determinazione e voglia di uscire fuori dagli schemi, questi ragazzi hanno voluto cimentarsi in questa avventura. E con quali risultati.
Ad aprire le danze, in qualità di presentatore (o, come si dice nel gergo, mc) uno straordinario Vincenzo Comunale. La sua comicità è meno crudele di quella dei suoi colleghi, fungendo da tranquillizzatore dell’atmosfera tra un comico e l’altro. Tuttavia, la sua simpatia, il suo contatto col pubblico e le sue gag rendono questi intervalli a dir poco spassosi. Tra uno spoiler di Joker e l’altro, con buona pace di chi nel pubblico ancora non l’ha visto, Vincenzo ci presenta i vari ospiti della serata.
Laura Formenti, unica donna della serata, offre un monologo molto divertente sulle disavventure nel rapporto tra i sessi. La sua comicità femminile, vagamente sullo stile di Geppi Cucciari, abbatte i vari cliché della società, in particolare il machismo più sfrenato e celodurista, svelando tutte le debolezze e le insicurezze di certi atteggiamenti. Letteralmente una furia sfrenata, il tutto mantenendo un tono sempre pacato e sorridente, arricchito da un raffinato accento del Nord che la rende ancora più pungente.
Segue Mauro Kelevra, che, nelle sue qualità di romano fuori del Raccordo (precisamente di Acilia) ci mostra nella sua stand up comedy tutta l’irriverenza del sobborgo. Con oscure risate su temi tabù e giochi di parole basati su geniali freddure, la sua esperienza e la sua voce squillante e potente (varie volte allontana il microfono per quanto alza il volume) provocano risate scroscianti.
Più timidi, ma molto divertenti, Adriano Sacchettini e Luca Casaburo. Il primo, campano, con un tono pacato e tranquillo, si muove su un crescendo di temi forti. E se le risate inizialmente si fanno deboli e timorose, alla fine esplodono una dopo l’altra, contagiose, guidate dalle gag. Il secondo, lombardo, in maniera ancora più asciutta e simpaticamente impacciata, ci mostra la forza dei timidi. Descrivendo gli inconvenienti (realmente accaduti, sottolinea Luca) della vita da venditore porta a porta, ci mostra anche come il fatto di conoscere molte persone e molte donne diverse offra notevoli vantaggi da un certo punto di vista. È la legge dei grandi numeri. Perciò, conclude il comico, “non prendete in giro il venditore porta a porta: quello scopa molto più di voi”.
Ospite che gioca in casa è il romano Davide Marini, già noto al pubblico dei social per i suoi divertenti doppiaggi romaneschi degli animali. Il suo monologo va a ironizzare sulle disavventure dei giovani nella vita quotidiana. Si vola letteralmente quando il comico parla delle incomprensioni nelle proposte di matrimonio o del caos provocato da una famiglia romana in fila per entrare a Disneyland.
Faccia pulita e apparentemente innocua, Flavio Verdino ci spiega come vivere bene la propria vita puntando sulla mediocrità. La sequela di situazioni che potremmo apprezzare molto di più se abbassassimo solo un po’ le nostre aspettative viene ricambiata da numerose risate, freddate proprio in coda da una battuta molto fuori dalla comfort zone. Questione di un paio di secondi: poi il pubblico si riprende, ride e applaude convinto.
Chi esce, e tanto, dalla comfort zone è Andrea Vituzzi. Non c’è n’è per niente e per nessuno. Il suo cinismo macabro va a colpire tutti i temi più scottanti e i tabù più sacri della nostra cultura, della nostra storia e della nostra contemporaneità. Degno seguace dei sopracitati C.K. e Gervais, la sua stand up comedy irriverente sorprende una parte del pubblico, totalmente impreparato al “comico più crudele della serata”, come è stato presentato. Meno monologhista è più autore di rapide freddure, Andrea esegue la sua perfomance con un ritmo perfetto e una vis comica encomiabile, sferzante senza esclusione di colpi.
A concludere la serata ci pensa Davide DDL, che racconta una disavventura penale realmente accaduta. La comicità sta già nell’incipit, in quanto la sua vicenda è legata a un volto noto della televisione e per motivazioni assolutamente ridicole. Oltre a una certa solidarietà che si prova necessariamente verso il comico campano, il suo spirito costantemente positivo gli consente di ironizzare su ulteriori disavventure e disgrazie personali. E poi, sostiene Davide, “in questo modo ho una grande storia da raccontare”. Un ottimo modo di scacciare i pensieri negativi.
Questi ragazzi provenienti da Nord, Centro e Sud ci hanno quindi deliziato, regalandoci tante risate. Ognuno col proprio stile e il proprio bagaglio di esperienza e di vicende personali, hanno avuto la forza e il coraggio di farci ridere su temi molto poco mainstream. L’iniziativa è encomiabile, perché ci consente, oltre che di ridere, anche di aprire la mente e di comprendere la realtà da punti di vista differenti e spesso disprezzati dal pensiero comune. Inoltre, la risata – è provato scientificamente – aiuta tantissimo, fa stare meglio l’anima e il corpo. Sicuramente l’Italia è ancora indietro per quanto riguarda la stand up comedy, ma chissà che tra qualche anno questi ragazzi non avranno anche loro uno spazio personale sulle note piattaforme aperte al grande pubblico come Netflix e simili.
A margine dell’esibizione, abbiamo avuto modo di parlare personalmente con Vincenzo Comunale e Davide DDL che ci hanno spiegato un po’ la loro comicità, dove nasce e soprattutto come cresce.Il vissuto personale è appunto uno dei temi maggiormente sfruttati, andando a ironizzare sulla società contemporanea e su vicende drammatiche e, talvolta, ansiogene. Questa esperienza comica nasce, soprattutto per Davide DDL, da esperienze esterne, soprattutto slegate dalla comicità: Davide infatti è giornalista di politica estera. Poi le sue vicende personali l’hanno spostato poco alla volta a immergersi nel mondo della stand up comedy, un mondo che consente di conoscere se stessi in profondità, sotto aspetti nuovi. L’interazione col pubblico è fondamentale (“se il pubblico non ride, non hai fatto bene il tuo lavoro”, sostiene Davide) e anche processi come la stesura dei pezzi sono tutti passaggi di una maggiore conoscenza interiore, un modo di affrontare e superare il proprio trascorso personale. Nota del redattore: questo è un buon modo anche per il pubblico di conoscere meglio se stesso. Questi ragazzi, oltre che bravi, fanno anche del bene: speriamo continuino nella loro attività comica, augurando loro un successo sempre maggiore.
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Ma vogliamo informarci su qualcosa, prima di scriverne?
Comprendo perfettamente gli encomi a gente come Laura Formenti, Mauro Kelevra, Davide Marini e Vincenzo Comunale, tutti e 4 comici con un enorme bagaglio di esperienze alle spalle, ma gli altri, mi spiace dirlo, sono ancora molto ma molto acerbi!
Io ero presente quella sera, oltre ad essere un assiduo spettatore di serate ROMANE di stand-up, e posso dire con assoluta certezza che, ad esempio, nessuno ha riso per Andrea Vituzzi. Nessuno. Qualcosa di divertente lo aveva, chiaramente, ma ce ne vuole da qui a metterlo al pari di CK o Gervais (i classici e banalissimi nomi che cita chi non sa nulla sull’argomento ed ha aperto Wikipedia distrattamente).
Sugli altri va beh, si entra nel campo del gusto personale: a me non sono piaciuti per niente, pur avendo alcuni degli spunti interessanti, ma apprezzo che almeno per loro l’autore non sia andato a scomodare mostri sacri della stand-up tanto per ostentarne la conoscenza dei nomi!
Articolo superfluo, vi è poca conoscenza della materia trattata (ma non è il primo e non sarà l’ultimo in Italia) e un po’ troppo facile entusiasmo.
Il redattore forse ha voluto dare fiducia ed immedesimarsi nei giovani artisti che hanno deciso di intraprendere la via della stand-up comedy. Trattandosi di esordienti che cercano di creare qualcosa di bello e di personale, crediamo sia giusto credere in loro ed evitare di sminuire – pur mantenendo distacco ed oggettività – le loro personalità artistiche, seppur ancora acerbe. Sulle conoscenze di C.K. e Gervais non si preoccupi: il redattore ha visto diversi loro spettacoli e ha fatto ricerche personali anche di altri stand-up comedians, sia stranieri (Daniel Sloss, Dave Chappelle, Kevin Hart, Tom Segura e altri) che italiani (Giardina, Montanini, etc.). Infine la ringraziamo per il suo contributo che può essere solo uno sprone a migliorarci continuamente.