Ugo Foscolo, poeta poliedrico e ribelle, fu uno spirito inquieto che seppe riversare nei suoi scritti un profondo disagio interiore. La sua vita, fatta di gioie e dolori, fu la grande fonte di ispirazione di molte sue composizioni.
Ugo Foscolo, il poeta “irrequieto”
Il nostro autore è nato a Zante, isola greca nel Mar Ionio. Di origini veneziane, si trasferì con la madre a Venezia successivamente alla morte del padre. Il binomio Zante-Venezia è uno dei motivi per cui Foscolo è così irrequieto: la mancanza di senso di appartenenza a una patria precisa lo accompagnerà per tutta la vita, influenzandone il pensiero e di conseguenza la produzione scritta.
Nonostante sia considerato uno dei massimi esponenti del neoclassicismo italiano, l’impossibilità di appartenere a un luogo influenzò anche la sua adesione a una particolare corrente letteraria: egli abbraccia il neoclassicismo esaltando i miti greci e il concetto di “bellezza”, ma abbraccia anche il romanticismo mostrando nelle sue poesie forti sentimenti di passione, irrequietezza e ribellione. È anche grande sostenitore dell’illuminismo, mostrando forte fiducia nella scienza e nel progresso.
Ma è soprattutto a livello politico che mostra tutta la sua ribellione e profondo risentimento. A seguito della delusione datagli da Napoleone Bonaparte, che con il Trattato di Campoformio del 1797 cedette Venezia nelle mani degli austriaci, Foscolo si sentì profondamente tradito e negato della sua libertà, tanto da esiliarsi prima in Svizzera e poi in Inghilterra.
“E perché farci vedere e sentire la libertà, e poi ritorcerla per sempre? E’ infamemente!”
(da “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo)
Ugo Foscolo: curiosità
Sono diverse le curiosità legate alla figura di Foscolo, date soprattutto dal suo essere irrequieto.
- Non si era mai sentito parte di nessun luogo. Viaggiava costantemente in Europa ma mai nessun posto lo faceva sentire a casa;
- Fu un autore particolarmente produttivo. Scriveva continuamente, e la scrittura era allo stesso tempo cura e valvola di sfoga di questa sua forte irrequietezza. Scrisse talmente tanto che diverse opere restarono incompiute;
- Foscolo non era un amicone dei benpensanti del suo tempo. Ribelle e testardo, litigava costantemente con gli aristocratici che incontrava durante i suoi viaggi a proposito di questioni sociali e soprattutto politiche. Per questo si fece tanti nemici in giro;
- Era un gran latin lover! Incontrò numerose donne durante i suoi viaggi ed ebbe numerose relazioni. Ma ce ne fu una a rubargli davvero il cuore: una giovane prigioniera inglese, Lady Fanny Emerytt Hamilton, purtroppo già sposata. Da lei ebbe una figlia, Floriana, che conobbe tardi nella sua vita, ma che gli stette vicino fino alla morte. Molti studiosi dicono che non è certo che Floriana fosse effettivamente sua figlia biologica;
- L’amore, per Foscolo, era importante. Anzi, di vitale importanza. Per questo, per lui le donne erano un toccasana e le uniche in grado di lenire le sue sofferenze: “Oh come la beatitudine di sentirsi amato addolcisce ogni dolore”;
- Era ossessionato dall’idea di essere dimenticato dopo la morte. Scrisse il più possibile per lasciare tracce di sé e per essere ricordato e ammirato dai posteri. Non a caso la poesia era l’unica cosa per lui in grado di rendere immortale ciò che si è stati e ciò che si è fatto in vita;
- I concetti di Patria, bellezza, libertà, amore e giustizia non erano che mere illusioni. Ma senza di esse la vita non avrebbe meritato di esser vissuta. Senza di esse l’uomo non avrebbe avuto più motivo di perseguire i propri ideali.
Ma una cosa, di Foscolo, nonostante tutte le sue ambiguità, è certa: dietro tutta quell’irrequietezza vi era soltanto un grande desiderio di armonia e tranquillità, che solo la poesia, in fondo, fu in grado di realizzare.
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