Ron Howard si afferma già come attore bambino al cinema e alla televisione, diviene celebre in tutto il mondo grazie al ruolo di Richie Cunningham nella famosa sitcom Happy Days, per cui peraltro vinse il Golden Globe per il Miglior attore in una serie commedia o musicale a soli 24 anni. Partecipò poi ad alcuni film celebri come il cult American Graffiti di George Lucas e Il pistolero di Don Siegel, per poi scegliere la strada del regista.
Ron Howard ha diretto anche Rush, film del 2013 nel quale si racconta la rivalità tra i due piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt, interpretati rispettivamente da Daniel Brühl e Chris Hemsworth. Nel 2015 invece dirige Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick con Charlotte Riley, Chris Hemsworth, Cillian Murphy, Michelle Fairley e Paul Anderson. L’ultimo dei suoi lavori è invece Elegia americana, disponibile su Netflix.
Ripercorriamo ora la fortunata carriera di Ron Howard in occasione del suo 67° compleanno.
A Beautiful Mind, 2001
Ron Howard dirige un biopic dedicato agli studi, alle imprese, alla malattia e al trionfo del matematico statunitense John Forbes Nash, interpretato da uno straordinario Russel Crowe, premio Nobel 1994 per l’economia, e liberamente ispirato all’omonima biografia di Sylvia Nasar, pubblicata in Italia col titolo Il genio dei numeri. Viene quindi analizzato il ritratto di un uomo eccentrico, e anticonformista, il cui grande talento fu afflitto per molti anni da una grave forma di schizofrenia.
Il film fece incetta di premi tra cui 4 Golden Globe, 2 BAFTA, e 4 Premi Oscar tra cui Miglior attrice non protagonista e Miglior sceneggiatura non originale mentre a Ron Howard viene assegnato il Premio Oscar per il Miglior film e per il Miglior regista e Golden Globe per il Miglior film drammatico.
Durante la sua carriera ha avuto modo di stringere un sodalizio artistico con l’attore Tom Hanks e di particolare degna di nota è anche la sua collaborazione decennale con Dan Brown, uno dei più acclamati autori di thriller.
I due rapporti hanno avuto modo di incrociarsi quando Ron Howard ha portato al cinema tre dei best-seller che vedono protagonista il professore di simbologia Robert Langdon, interpretato appunto da uno straordinario Tom Hanks.
Il Codice da Vinci, 2006
La prima delle numerose avventure di Robert Langdon portate in scena in modo magistrale da Ron Howard.
A Parigi, il curatore del Louvre, Jacques Saunière, viene ucciso per mano di uno strano monaco albino appartenente all’Opus Dei. Il professor Robert Langdon viene informato dell’omicidio e, condotto al Louvre, viene interrogato, poiché ritenuto colpevole della morte del curatore.
Langdon, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, e successivamente anche dallo studioso sir Leigh Teabing, dovrà ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d’arte, enigmi e misteriosi artefatti, il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri della storia. Tale percorso si incrocia con quello di un’antica e misteriosa società segreta nota come Priorato di Sion di cui Saunière faceva parte come Gran Maestro (livello più elevato), che nasconde un inconcepibile segreto che, se rivelato, potrebbe compromettere i fondamenti stessi del Cristianesimo.
Angeli e Demoni, 2009
L’adattamento cinematografico è arrivato soltanto nel 2009, ma la pubblicazione del libro risale al 2000 ed è quindi antecedente al Codice da Vinci.
Protagonisti dell’indagine del professore sono gli Illuminati, antica setta di scienziati perseguitata dalla Chiesa cattolica. Venivano marchiati a fuoco prima di essere barbaramente uccisi ed esposti come monito per le strade di Roma. Un rituale credule che Robert Langdon riconosce sul cadavere orrendamente mutilato di un uomo nei laboratori del CERN di Ginevra.
Uno scienziato che ha difeso fino all’ultimo il segreto di un’arma sperimentale di capacità distruttive superiori a quelle dell’energia nucleare, un’arma scomparsa e nascosta nei sotterranei del Vaticano, dove è in corso il conclave per l’elezione del nuovo papa. Ma nelle intenzioni degli assassini la sede di san Pietro è destinata a rimanere vacante per sempre: solo il potere della Scienza regnerà. Sulle spalle di Langdon grava un difficile compito: interpretare il disegno delle cripte progettate da Galileo e Bernini, trovare il nascondiglio dell’ordigno e salvare il Vaticano.
Inferno, 2016
L’ultimo capolavoro che lo vede protagonista nasconde l’enigma nelle terzine di più famosi versi di Dante. Un thriller che di “infernale” ha molto. Non è una sorpresa Robert Langdon sia un esperto di Dante. È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e Piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare. Ma ora è tutto diverso.
Robert Langdon si risveglia in una stanza d’ospedale, stordito, ferito alla testa, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare. Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.
Leggi anche
- Libera, tra rispetto della legge e desiderio di vendetta - Novembre 18, 2024
- Dal cinema alla fotografia: il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore si racconta - Novembre 12, 2024
- Il tempo che ci vuole: la lettera d’amore di Francesca Comencini al padre Luigi e alla Settima Arte - Ottobre 5, 2024