Quando si parla di miti, è probabile che tra i primi nomi a venirci in mente ci sia quello di Marilyn Monroe. Donna dalla bellezza ineguagliabile, solare, incredibilmente sensuale e innocente allo stesso tempo ha non solo segnato un’epoca, ma è diventata un’icona anche per le generazioni successive.
La sua grazia, il suo talento, (non sufficientemente apprezzato, ma evidente in pellicole come Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde, Fermata d’autobus, A qualcuno piace caldo e soprattutto Gli Spostati), uniti ad una vita privata paragonabile a quella di un’eroina tragica hanno fatto sì che Norma Jean Baker (Los Angeles 1° giugno 1926- Los Angeles 05 agosto 1962) diventasse “semplicemente” leggenda.
Il risultato è stato che l’attrice californiana, subito dopo la sua tristissima e misteriosa fine, ancora oggi sia celebrata e omaggiata in film (My week with Marilyn, di Simon Curtis, Usa 2011), nella musica (Candle in the wind, Elton John e Bernie Taupin, 1973) e in generale nell’arte.
La gente non mi vede! Vede solo i suoi pensieri più reconditi e li sublima attraverso di me, presumento che io ne sia l’incarnazione.
Marilyn Monroe
Marilyn Monroe nell’arte
La figura di Marilyn Monroe diventa icona replicata tra le mani del notissimo esponente della Pop Art americana Andy Warhol.
Con le notissime serigrafie a colori, l’artista americano trasformò il volto dell’attrice nell’icona della società americana. La faccia di Marilyn Monroe viene ripetuta con esclusive variazioni di colore, in modo da trasformarla in un prodotto commerciale attraverso un bombardamento mediatico.
La diva diventa oggetto del desiderio di massa e si propone ai nostri occhi come un’immagine bidimensionale mediata dal linguaggio fotografico. In particolar modo, Warhol, attraverso processi di solarizzazione e viraggio, fa variare i colori, creando un effetto decorativo appariscente al punto da attirare l’attenzione dello spettatore ma equilibrato con l’uso di lineamenti delicati. Colori come il rosso, il blu, il verde, il giallo, il rosa si susseguono con divergenze di colori complementari.
L’opera deve funzionare nell’immediato, motivo per cui sceglie di dargli un’impostazione fotografica a mo’ di inquadratura centrale. La stampa serigrafica restituisce l’immagine di una donna appetibile da tutti, ma raggiungibile da pochi, una donna sensuale e fragile, un desiderio di massa che rappresenta tutto ciò che la società moderna americana desidera.
Del resto, a partire dagli anni ’50, la ricerca artistica americana aveva abbandonato l’esplorazione dell’individualità dell’artista per spostarsi su problemi della collettività e sul cambiamento sociale dell’età moderna. Avevano, cioè, abbandonato l’espressionismo astratto per dedicarsi al nuovo grande tema artistico contemporaneo: l’analisi dell’oggetto moderno.
Marilyn Monroe e la sua passione per l’arte
Certo, tutti conoscono le opere Pop ispirate alla diva americana, ma quanti di voi sanno che frequentò un corso di storia dell’arte alla University of Southern California?
Ebbene si, la giovane attrice aveva una passione fortissima per la tradizione artistica occidentale, al punto da decidere di intraprendere un periodo di studi. Mentre seguiva il corso all’università, scrisse nella sua autobiografia:
Parlava di Rinascimento e lo faceva sembrare dieci volte più importante della più grande epopea degli Studio’s. Assorbivo tutto ciò che diceva. Conobbi Michelangelo, Raffaello e Tintoretto. Ogni giorno un nuovo genio su cui imparare di notte, sdraiata sul letto, desideravo vivere nel Rinascimento. Di certo ora sarei già morta, ma forse ne sarebbe valsa la pena.
Marilyn Monroe
Questa passione la portò a collezionare pregiati pezzi antichi di archeologia egizia e arte antica, che, purtroppo, all’indomani della prematura morte, venne dispersa. Ancora oggi non se ne conoscono gli spostamenti.
Maria Ascolese ed Eleonora Turli
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