La martellante pioggia di Roma non ha placato l’entusiasmo delle centinaia di migliaia di spettatori presenti in Piazza San Giovanni in Laterano per un’edizione del concertone che onora l’articolo 1 della Costituzione italiana nel suo settantacinquesimo anniversario: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” viene scelto come slogan da CGIL, CISL e UIL.
Per condurre la 33esima edizione del Concerto Fabrizio Biggio viene affiancato all’ormai veterana Ambra Angiolini che, alla soglia delle lacrime, dà il via alla manifestazione dedicando il concerto alla memoria Lorenzo Parelli, diciottenne deceduto “nella prima sillaba della parola futuro” nel gennaio dello scorso anno durante il suo ultimo giorno di stage in un progetto di alternanza scuola-lavoro.
Con una versione rivisitata dell’Inno di Mameli, l’Orchestraccia dà il via alle oltre 8 ore di spettacolo che vedranno coinvolti oltre 50 artisti durante il concertone, dedicando la prima parte dell’evento ad una musica quanto più attuale e ospitando i vincitori dei contest 1MNEXT e “sicurezza stradale in musica”, con la pausa in tv dalle 19 alle 20 riempita dal dj set di Ema Stokholma per poi ospitare anche artisti attempati nella serata: come nel caso di Ligabue (che torna sul palco del Concertone presentando la sua “il Sale della Terra” come una canzone “sugli effetti della droga più vecchia del mondo: la smania di potere”) e di Johnson Righeira.
La voglia di stare al passo con i tempi, oltre che dalla partecipazioni di molti degli artisti che hanno preso parte all’ultima edizione di Sanremo, era lampante già dall’annuncio dell’unico ospite internazionale: la norvegese Aurora che ha incantato l’intera piazza grazie alla sua esibizione commovente.
Dopo l’esibizione di Piero Pelù che ripropone una versione punk del Presidente Mattarella, la chiusura viene affidata a Rocco Hunt che in tarda serata tiene incollati gli spettatori con un mix delle sue hit.
Nonostante la dedica a Lorenzo Parelli ed il primo articolo della Costituzione italiana utilizzato come slogan, per la seconda edizione consecutiva sembra che il concerto di piazza San Giovanni si stia allontanando dal suo scopo principale: tanti i momenti dedicati alle rivendicazioni dei diritti sociali, molti meno quelli dedicati alla tutela dei diritti dei lavoratori. La mancanza di azioni concrete non porta a smuovere le coscienze sulle emergenze reali nelle quali riversano i lavoratori. La sensazione è quella di aver partecipato ad una grande festa (complice anche l’ottima organizzazione e gestione dell’evento nonostante una condizione estrema) godendo del meglio che la musica italiana ha da offrire, dove a tanti giovani è stata data l’occasione di potersi esibire di fronte ad un pubblico di trecentomila persone, dimenticandoci, però, che si tratta di una celebrazione ai diritti dei lavoratori.
Leggi anche
- “The Mandrake Project”: l’immaginario occulto di Bruce Dickinson [Recensione] - Aprile 11, 2024
- Aurora, Parco della Musica 2023: live report - Luglio 4, 2023
- When Angels Kill, Fifth Angel: recensione - Luglio 4, 2023