Two Strangers Trying Not to Kill Each Other: recensione

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In occasione del Biografilm Festival, giunto quest’anno alla sua 20ª edizione, i due registi Jacob Perlmutter e Manon Ouimet hanno presentato il documentario Two Strangers Trying Not to Kill Each Other, che ci offre uno sguardo poetico e commovente sulla storia d’amore tra la coppia di artisti Joel Meyerovitz e Maggie Barret.

Cosa può nascere dall’incontro di due estranei che, sorprendentemente, non cercano di uccidersi a vicenda? Se quei due estranei sono Joel Meyerovitz e Maggie Barret, sicuramente una delle storie d’amore più belle che possano essere raccontate sul grande schermo. Lui, nato a New York, è uno dei più importanti fotografi al mondo, tra i primi sostenitori dell’uso del colore nella fotografia, autore di mostre rivoluzionarie e di oltre 40 libri. Lei, originaria della Cornovaglia, è una pittrice, scrittrice e terapeuta di talento che non ha mai sfondato del tutto nel campo artistico, dal passato segnato da forti traumi ma anche dalla voglia costante di essere riconosciuta. Calmo e riflessivo lui, energica e vitale lei.

Il loro incontro, risalente a circa trent’anni prima degli eventi di Two Strangers Trying Not to Kill Each Other, avviene quando i due hanno già una lunga e in parte drammatica vita alle spalle, fatta di relazioni tumultuose, perdite e dipendenze, che vediamo dipanarsi in parallelo attraverso fotografie d’archivio, fino al momento che unisce le loro strade in una sola. Li ritroviamo rispettivamente a 84 e 75 anni ancora molto innamorati, un amore che è quello di due anime che sentono di stare per arrivare alla fine e decidono di dedicarsi completamente l’una all’altra fino alla fine dei propri giorni. I due riflettono sul peso della memoria e sulle incertezze del futuro in discorsi appassionanti e intelligenti, mentre sullo sfondo vediamo la meraviglia naturale delle campagne toscane in cui abitano ormai da molti anni, in una placida serenità. Almeno fino al momento di un bruttissimo incidente che coinvolge Maggie, e che porta gli equilibri della coppia a incrinarsi. Joel, spesso preso dal lavoro e dalla sua carriera da fotografo, si riscopre badante di Maggie, prendendosi cura con amore e dedizione della donna; lei dal canto sua dimostra una forza e una resilienza non comuni, anche dopo la dolorosa diagnosi di osteoporosi grave.

two strangers trying not to kill each other recensione

Appassionante e commovente, Two Strangers Trying Not to Kill Each Other ci permette di sbirciare nell’intimità di due personalità artistiche e umane affascinanti, sempre riprese con distacco e profondo rispetto da un’altra coppia di artisti, quella del duo Perlmutter-Ouimet: dopo aver vissuto per un anno insieme a Joel e Maggie, condividendo praticamente tutto, dagli spazi al cibo, i quattro raggiungono un livello di fiducia e sintonia tale da potersi aprire completamente, restituendoci scene dal forte impatto emotivo e personale, come se stessimo assistendo a una seduta di terapia di coppia, con i due protagonisti che si mettono completamente a nudo (anche letteralmente).

La macchina da presa non si muove mai in Two Strangers Trying Not to Kill Each Other, se non quando è Joel a dover prendere in mano le redini della ripresa, per registrare dei momenti legati all’incidente di Maggie in cui i due registi non erano presenti fisicamente. Per il resto, la vita dei due fluisce davanti alla telecamera in maniera naturale, con una chiarezza e purezza totale delle immagini ispirate alla fotografia dello stesso Joel, non disdegnando anche una certa ricerca compositiva. I due protagonisti a volte abitano porzioni diverse dell’inquadratura, come in una sorta di split screen naturale, a volte si ricongiungono, altre volte è come se fossero una cosa sola. Nel momento più intenso del film, quello di una lite in cui Maggie scarica sul compagno tutto il suo senso di frustrazione e inadeguatezza, schiacciata com’è dal peso di una carriera artistica così importante e ingombrante come quella di Joel, la composizione visiva dell’immagine è così forte da rendere il momento ancora più forte al livello emotivo: Maggie sola al centro della scena, Joel fuori campo ma riflesso solo vagamente in uno specchio. È là che finzione e realtà trovano la loro compiutezza definitiva, nel riuscire a riassumerci un rapporto non perfetto ma proprio per questo umano, in cui alla fine a vincere è la forza di resistenza dell’amore.

Il Biografilm Festival si svolge a Bologna dal 7 al 17 giugno. È possibile consultare il programma sul sito www.biografilm.it

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