Daisy Jones and The Six: seguendo l’Aurora | Recensione

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Perché la band più nota della fine degli anni ‘70 si è separata alla fine di un tour sold out e dopo un album che ha venduto milioni di copie?

Perché Daisy Jones e i The Six hanno deciso di allontanarsi dopo tutto quel successo?

Beh, è quello che l’intervistatrice sta cercando di capire, dopo decenni, in quello che sembra un documentario che scorre di fronte agli occhi dello spettatore. Perché Daisy Jones and The Six è questo, un mockumentary che ci svela i retroscena di una band che è stata una vera e propria meteora dell’epoca degli albori della disco e del rock&roll. Il gruppo, fondato dai fratelli Billie e Graham Dunne, e la solista Daisy Jones, cantautrice dalla voce memorabile, hanno saputo creare in un solo album una magia che all’epoca in ben pochi erano stati in grado di fare. 

E allora, perché tutto finì all’improvviso, nell’estate del 1979?

daisy jones and the six recensione
Daisy Jones and The Six

Daisy Jones and The Six: guardaci ora (Honeycomb)

Con una interpretazione magistrale di Sam Claflin (Hunger Games, Enola Holmes, Io prima di te fra i suoi ruoli più noti) e Riley Keough (se il nome non vi dice nulla, vi basti sapere che è la nipote di Elvis Presley), e nel cast anche, fra gli altri, Suki Waterhouse (che aveva già lavorato con Claflin in #Scrivimiancora), Camila Morrone (modella ed ex fidanzata di Leonardo DiCaprio) e una piccola apparizione di Timothy Oliphant, la serie è tratta dal bestseller omonimo di una delle autrici più amate del #BookTok: si tratta di Taylor Jenkins Reid, che con il film de I sette mariti di Evelyn Hugo in pre produzione sta per toccare anche il grande schermo con le sue storie incredibili (parecchie ancora inedite il Italia). In questo caso, credo che i cambiamenti rispetto alla carta stampata siano vari ma sopportabili (quasi al limite, per chi come me ha amato il libro: ci sono solo un paio di stravolgimenti di trama che proprio mi hanno fatto storcere il naso), e credo anche che la serie sia stata in grado di aggiungere alcune scene che probabilmente nel libro si sono perse nello stile con cui è scritto: è infatti strutturato come una vera e propria intervista, con i botta e risposta della misteriosa intervistatrice (che, senza troppi spoiler, è più importante di ciò che si pensa) e degli ex membri della band.

La colonna sonora, poi, è incredibile. Look at us now (Honeycomb) è ovunque sui social, e molto probabilmente la ascolteremo per parecchio tempo. Ma in generale tutto l’album, Aurora, che è già disponibile all’ascolto su tutte le principali piattaforme di streaming, è una vera e propria bomba soft rock che ricorda a tratti Florence and The Machine e anche quei Fleetwood Mac che avevano reso nota Stevie Nicks. Perfino lo stile di Daisy è simile a quello di Florence e Stevie: i costumi (suoi e del resto del cast) sono pazzeschi, in pieno stile anni ’70.

Ma quindi… di cosa parla Daisy Jones and The Six?

Di resilienza. Di seconde opportunità. Di famiglia, e di musica. Ma anche di dipendenza, di violenza, di rabbia. 

E d’amore. Soprattutto d’amore, nelle sue molteplici forme.

Perché non è mai troppo tardi per cantare l’ultima canzone insieme.

Daisy Jones and The Six è disponibile dal 3 marzo su Prime Video.

Beatrice Tabacchi
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