Il ritratto intimo ed emozionante di una donna che è stata, oltre che una grande astrofisica, un vero esempio di emancipazione, curiosità e autenticità. Margherita delle stelle, film tv dedicato a Margherita Hack, andrà in onda martedì 5 marzo in prima serata su Rai 1.
Liberamente ispirato all’autobiografia Nove vite come i gatti, edita da Rizzoli, scritta dalla Hack insieme a Federico Taddia, che è anche co-sceneggiatore della fiction, Margherita delle stelle è coprodotto da Rai Fiction e Minerva Pictures e ripercorre la vita della ricercatrice fiorentina, da bambina autonoma e curiosa a ragazza libera e anticonformista, fino a diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste.
Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi, diceva Stephen Hawking. E Margherita Hack ha passato tutta la sua vita a studiare le stelle ma non si è mai rinchiusa nel suo mondo fatto di scienza. Margherita delle stelle racconta volutamente gli anni di formazione della grande scienziata, prima che il mondo la riconoscesse tale. L’interpretazione di Cristiana Capotondi ci restituisce una Margherita Hack inedita: la studentessa svogliata che inizia a studiare fisica non per vocazione ma per stare con un’amica e la donna ironica e imperfetta che non ha mai rinunciato ad essere se stessa.
Giulio Base ha dato un tocco straordinario ad una storia tradizionale, quella di Margherita Hack, nata nel 1922, in un mondo che era assolutamente privo del ruolo della donna nell’intelletto e nella scienza – afferma Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction – Ho sempre desiderato raccontare la sua storia, che adesso rientrerà nella collezione di biopic che riscoprono il genio femminile (di cui fanno già parte Fernanda e Tina Anselmi).
È stato con grande onore che ho accettato di tornare al racconto televisivo dopo più di dieci anni dedicati ad opere cinematografiche destinate alle sale – dichiara il regista Giulio Base – Ho acconsentito con gioia proprio perché fortemente interessato al racconto così poco ortodosso, così poco lineare, così poco scontato, di una donna che ha segnato il Novecento, italiano e non solo.
È un dato di fatto che la scienza non è ancora delle donne. Oggi ci sono solo 10 donne tra gli 89 professori di astronomia negli atenei del nostro Paese e su 72 ricercatori solo 17 sono donne. Ma allora com’è possibile che una donna nata nel 1922, quando il ruolo femminile era relegato soltanto alla famiglia e alla manodopera, sia riuscita a diventare una scienziata? È proprio per dare una risposta a questa domanda che è nato il progetto Margherita delle stelle.
Lavoro con numerose fondazioni: fino a 16 anni sono molte le ragazze che sognano di studiare le materie scientifiche, dopo però passano a quelle umanistiche – commenta Cristiana Capotondi – Credo sia dovuto alla difficoltà delle donne di poter sognare una vita nella scienza.
Troppe volte a noi donne viene insegnato che avere un’ambizione non è elegante: Margherita Hack, grazie allo sport, aveva capito che non doveva vergognarsi di avere voglia di vincere e che vincere lealmente, secondo le regole, era un desiderio che poteva coltivare.
Calarsi in questo personaggio è stato un viaggio – aggiunge – Il suo studio delle stelle è una metafora della nostra vita, dobbiamo sempre puntare alla stella giusta, dirigerci verso i nostri sogni e Margherita è riuscita a realizzarli anche grazie all’aiuto delle persone che aveva accanto.
Questo risultato è stato possibile grazie alle figure eccezionali che erano i genitori di Margherita – spiega la sceneggiatrice Monica Zapelli – Non le hanno mai imposto barriere di genere, l’hanno educata facendole capire l’importanza delle domande e le hanno dato la libertà, un dono faticoso, che implica responsabilità di scegliere e, a volte, anche di deludere.
Cesare Bocci interpreta il padre di Margherita: Roberto è un uomo gentile, brillante e moderno che non ha mai impedito alla propria figlia di trovare la propria strada. La madre di Margherita, invece, ha il volto di Sandra Ceccarelli: Maria Luisa è una donna semplice e forte che condivide con il marito un legame profondo basato sulla libertà di espressione e il rispetto del prossimo.
Dove c’è un tetto di cristallo che inizia a crollare, ci sono state delle persone che hanno fatto in modo che questo tetto si potesse abbattere. Indubbiamente tra queste c’è il marito Aldo, un raro esempio di un compagno che si mette al servizio dell’amore e della sua donna.
Aldo le è stato sempre accanto, permettendole di dormire in Osservatorio perché è di notte che si studiano le stelle – sottolinea Flavio Parenti – Il loro è un matrimonio anticonvenzionale che propone archetipi nuovi per la drammaturgia italiana e offre la possibilità alle generazioni future e a quella di oggi di immaginare una vita differente da quella che ci hanno imposto. Chi va alla ricerca dei propri desideri affronta la delusione: se non c’è qualcuno che ti sostiene è difficile che la genialità sopravviva.
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