L’alchimista di Paulo Coelho, un piccolo libricino, ha sempre richiamato la mia attenzione. Mi è stato consigliato da molti dei miei amici, i quali lo avevano letto e ognuno di loro lo aveva interpretato a modo proprio. “Perché non lo leggi anche tu?” mi chiedevano sempre, ma qualcosa dentro di me mi sussurrava che non era ancora il momento. Sapevo che sarebbe stata una lettura impegnativa, non per la trama, infatti il testo è estremamente scorrevole e piacevole agli occhi, ma perché ero sicura che quel libro avrebbe guardato dentro di me e io stessa non ero pronta.
Un libro che muta ad ogni lettura, un libro che vuole aiutarti a realizzare la tua leggenda personale, ovvero il tuo sogno.
Ancora mi ricordo quel giorno in cui sono andata in libreria a comprarlo, la notte avevo dormito male e la mattina mi ero svegliata peggio per via di domande esistenziali che mi attanagliavano i pensieri soprattutto “Che cosa sto facendo della mia vita ora? Che cosa voglio dal mio futuro?”, ma soprattutto, la più tremenda di tutte “Chi sono?”. Mi crucciavo perché erano domande filosofiche senza un senso pratico, il mio scopo era quello di studiare, prendere la laurea e cercare un lavoro. Ma queste domande non mi facevano dormire la notte perché non riuscivo a dare una risposta che mi soddisfaceva. A “che cosa sto facendo della mia vita ora” mi rispondevo “studio per un futuro”, al “che cosa voglio dal mio futuro?” “un lavoro per il quale sto studiando”, “Chi sono?” “Una studentessa come tante altre”; questa serie di domande e risposte mi mettevano davanti agli occhi un serpente che si morde una coda fatta di sterilità e vacuità. Svegliarsi la mattina, andare all’università e poi tornare a casa non era una routine, ma una prigionia di monotonia priva di senso.
E all’interno di questa grigia routine compariva ai margini, come il Re di Salem descritto nel libro, “L’Alchimista”
Il Re di Salem è un’entità che emerge per aiutare le creature a seguire la propria leggenda personale e assumeva differenti forme in base alla situazione. Con me il Re di Salem si è manifestato nel libro “L’Alchimista” pubblicato da “La nave di Teseo”. Il libricino, o nel mio caso il mio Re di Salem, emergeva tra le parole di un amico, compariva in uno scaffale di un negozio che non vendeva libri e quando entravo in una libreria il mio occhio cadeva subito su di lui, come se la sua copertina fosse più luminosa rispetto alle altre. Sembrava che quel piccolo e delicato oggetto di carta mi stesse seguendo con la stessa forza di un leone che insegue la preda, o di un angelo custode che cerca di recuperare il proprio pupillo smarrito nella propria tristezza e senza nessun sogno alla quale aggrapparsi.
Un giorno particolarmente grigio, dove le domande esistenziale avevano avuto la meglio sul mio sonno, “L’alchimista” entrò definitivamente nella mia vita. Pensavo di essere brava a nascondere il mio malessere, ma le occhiaie nascoste male dal trucco non hanno convinto un docente dell’Università della Tuscia che mi fece un discorso sull’importanza nel credere in se stessi aggiungendo “Ti consiglio di leggere l’Alchimista, ma leggilo lentamente per capirlo appieno”. Eccolo là! Quel piccolo libricino onnipresente riappare di nuovo! Così, accompagnata dai miei pensieri, ringraziai il professore per le sue parole gentili e lo andai a comprare.
Ognuno di noi ha un sogno da inseguire, ma quanti di noi hanno il coraggio di realizzarlo?
La storia del libricino è molto semplice, un pastore dell’Andalusa di nome Santiago sogna di trovare un tesoro sotto le piramidi egiziane e parte verso la sua ricerca. Dove è lo straordinario di questo racconto? Nel coraggio dell’uomo di lasciare tutto quello che conosceva e lanciarsi all’inseguimento del proprio sogno affidandosi al destino perché, imparerà nel suo cammino “Se desideri qualcosa, tutto l’Universo confabulerà a tuo favore”. La forza di volontà è la protagonista indiscussa de “L’Alchimista” e il pastore è solo un mezzo per far capire al lettore le meravigliose capacità che sono presenti dentro ognuno di noi quando decidiamo di prendere in mano le redini della nostra vita e dirigerle verso il nostro destino
Quanti di noi si sono sentiti come il pastore, in un luogo sconosciuto e come unico avere il proprio sogno?
Realizzare i propri è sempre un impresa difficile perché è necessario uscire fuori dalla propria confort zone. Il pastore, infatti, non troverà un percorso facile per il suo cammino. Non solo dovrà andare in un Paese mai visto, ma dovrà anche fare i conti con un linguaggio mai sentito e ad alcuni imprevisti, come il furto dei suo pochi averi rimasti. Sembrava una situazione disperata e il suo destino aveva un bivio ben preciso: lasciare tutto e tornare nella sua casa e alla sua vita che ben conosceva, oppure lanciarsi nella novità e non arrendersi confidando unicamente su sé stesso.
Quando Santiago incontrerà l’Alchimista del deserto tutto cambierà, anche tu che stai leggendo.
In questo percorso verso le piramidi Santiago imparerà a decifrare il linguaggio del mondo, ovvero quei segnali che l’Universo dona a tutti noi affinché possiamo capire che cosa fare per inseguire il nostro sogno. Perché l’Universo parla costantemente a tutte le sue creature e anche se solo in pochi lo ascoltano, Lui non demorde continuando a lasciare segni per chi ha la volontà di decifrarli. Il pastore, infatti, messo davanti ad un bivio terribile decide di concentrarsi sui segnali e, poche ore dopo, troverà un lavoro ben pagato e in un anno imparerà l’arabo.
Da povero pastore spagnolo ad intraprendente guerriero arabo.
La crescita di Santiago è graduale e sconvolgente. A seguito dell’incontro con l’Alchimista capirà che cosa è l’Universo e che ogni creatura ha una propria leggenda personale, ovvero il proprio destino da seguire. Non seguire la leggenda personale porta ad una condizione di perenne vuoto interiore al punto da chiedersi “Perché sto vivendo?”. Ogni essere, vivente e non, ha uno scopo in questa esistenza e l’Alchimista del deserto ha lo scopo di insegnare come trasformare l’oro in piombo, come interpretare i linguaggi del Mondo e soprattutto come vivere in armonia. A cosa serve trasformare il piombo? E’ la base della ricerca alchemica e solo grazie a queste conoscenze Santiago è riuscito a trasformare il proprio corpo in vento e sconfiggere dei briganti in mezzo al deserto.
Grazie alla storia di Santiago, ho capito che mi stavo trasformando nel mercante di cristalli…
… un uomo che ha sempre lavorato per racimolare denaro per permettersi un viaggio alla Mecca, senza mai partire perché non sapeva a chi lasciare il suo prezioso negozio. Un serpente di abitudini e monotonia che si morde la coda insomma. Un serpente che non ha il coraggio di abbandonare la propria coda per un pasto più succulento che lo aspetta dove lo sguardo non vede.
Non voglio rivelarti se pastore riuscirà nel suo intento e cosa ne sarà dell’Alchimista, ma voglio chiederti: qual è il vero tesoro? Il tesoro del sogno, il viaggio, il linguaggio del Mondo oppure la vita stessa?
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