Questo dicembre per Battaglia Edizioni viene ripubblicato il testo di Billy Roche del 2006 con la traduzione di Beatrice Masi. “I racconti di Rainwater Pond” è una narrazione corale e malinconica di un paesino senza tempo lontano dai nostri schemi eppure così reale.
Non conoscevo Billy Roche né avevo mai letto niente di lui prima d’ora. Ma dalla prima frase del suo “I racconti di Rainwater Pond” avrei scommesso che aveva a che fare con il mondo del teatro. Billy Roche è un famosissimo drammaturgo e attore in Irlanda vincitore nel 1989 del “John Whiting Award” per il testo: “A handful of stars” e conosciuto per il il mastodontico play: “The Wexford trilogy”. Ed è proprio Wexford, il suo paesino d’origine nel sud dell’Irlanda, dove lo scrittore lavora e vive tutt’ora, il protagonista di questa raccolta di racconti.
I racconti di Rainwater Pond: la semplicità del quotidiano
La parola d’ordine è semplicità e quotidianità. Billy Roche, quasi come un novello Cechov, ci catapulta in un mondo lontanissimo da noi, quasi un’Arcadia moderna, dove fanno capolino dei curiosi personaggi, frutto o meno della fantasia dell’autore, che sembrano agire in una sorta di limbo dove il tempo si è fermato. Mano a mano che si avanza nella lettura vengono delineate delle figure del tutto normali che vivono, amano e muoiono nella stessa cittadina e che sembrano anime senza pace desiderose di far conoscere la loro storia.
Il narratore è onnisciente, potrebbe essere uno qualsiasi degli abitanti del paese che ci presenta uno ad uno i ritratti degli altri compaesani, le loro avventure e disavventure circoscritte in uno spazio limitato. Allora vi troviamo descritti personaggi come Evelyn, la delicatissima donna amata da tutti o Matty lo storpio del villaggio paragonato ad un Quasimodo innamorato della sua Imelda /Esmeralda; la struggente figura di Maggie Angre, una ragazza diversa che non è più cresciuta dopo aver assistito al macabro spettacolo della morte di suo fratello o Indaco, un uomo sia rozzo che affascinante, un Barbablù che nasconde dei segreti lontani e sconosciuti in stanze chiuse a chiave.
Ogni racconto è costruito quasi come una fiaba o un racconto mitologico, i personaggi reali vengono trasfigurati in un per sempre e le loro azioni o loro sentimenti si cristallizzano passando dal particolare all’universale. Le tematiche affrontate sono quelle dell’esistenza umana: l’amore, la morte la solitudine. Ogni personaggio descritto da Roche vive una propria solitudine dovuta ad un amore non corrisposto o all’essere “diverso”. Ogni personaggio vive un disagio personale e intimo che si porterà dietro per tutta la vita. I luoghi e i riferimenti ritornano, così tutti si ritrovano al Banjo bar a bere o alla sala da ballo, tutti portano le loro amanti ad Useless Island. Tutti vivono la stessa ordinaria e banale vita desiderosi di andarsene da un paesino gretto e con poche prospettive di miglioramento ma nessuno di loro riesce e chi si azzarda ritorna ferito.
Natura e musica: le vie di fuga da una vita monotona
Unica via di scampo è lo stagno di Rainwater Pond, luogo mistico e affascinante dove si può andare a fare il bagno per star soli con se stessi o tuffarsi e sparire per sempre. Lo stagno appare e viene nominato in ogni racconto come spettatore silente degli avvenimenti che gravitano attorno a lui, come divinità altra, naturale che è sopra tutte le cose. La presenza dell’ambiente naturale che plasma i suoi abitanti è fortissima e Wexford diventa quasi un paese fatto di ricordi, di passato, di cose accadute che potrebbero ripetersi, di occasioni perdute, di desideri mai appagati e sopiti.
A corredare il tutto leggiamo tra le righe la pungente ironia dell’autore che asciuga, che minimizza che rende delle tragedie immani molto più leggere. Come il gioco di parole del racconto: “Una fuga fortunata”, fuga da un amore struggente mai corrisposto che porta il protagonista ad autoconvincersi che è stato un bene che il desiderio di una vita non sia stato esaudito. O le continue battute autoironiche dello storpio Matty sulla sua condizione di reietto della società. Altro particolare interessante di “I racconti di Rainwater Pot” è la presenza costante di una vera e propria colonna sonora, brani citati che si collegano agli eventi che stanno avvenendo forse collegati al fatto che Billy Roche, prima di iniziare a scrivere in tarda età, era un cantante della “Roach Band”. Magari il cantante “Tommy Day”, protagonista di “Una fuga fortunata” ma nominato in altri racconti, potrebbe essere il suo alter ego letterario.
I racconti di Rainwater Pond: il vaso di Pandora della letteratura mondiale
I rimandi e le suggestioni che questi racconti fanno venire alla mente colpiscono e affascinano allo stesso tempo: ci si diverte a giocare cercando degli accostamenti e provando a vedere se funzionano. Dopo il già citato stile cechoviano, c’è la storia di Daly ne “Il giorno libero”, un novello Belluca o Mattia Pascal anglosassone di pirandelliana memoria, c’è il ritratto di una piccola cittadina dove si vive e si muore come nel testo teatrale “Piccola città” di Thornton Wilder. Ci sono delle anime che reclamano una vita che non hanno vissuto e che sembrano raccontarci, dopo la loro morte, quello che sarebbe potuto accadere “se”. A questo punto ci vengono in mente le note di “La Collina” di De Andrè e le parole scolpite nella pietra di Edgar Lee Masters in un accostamento forse azzardato ma probabilmente giusto per una raccolta densa di malinconia e profondità.
<<Dove se n’è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire
Dov’è Herman bruciato in miniera.
Dove sono Bert e Tom
il primo ucciso in una rissa
e l’altro che uscì già morto di galera.
E cosa ne sarà di Charley
che cadde mentre lavorava
dal ponte volò e volò sulla strada.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l’altra d’amore.
E Maggie uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale
e Edith consumata da uno strano male.
E Lizzie che inseguì la vita
lontano, e dall’Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto
dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male
hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle barriere
legate strette perché sembrassero intere.
Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.
Dov’è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant’anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all’amore né al cielo.
Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate
sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
“Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?”>>
CREDITI
I Racconti di Rainwater Pond
Di Billy Roche
Prefazione di John Banville
Traduzione: Beatrice Masi
Battaglia Edizioni Dicembre 2019
Promozione: libri.goodfellas.it
Distribuzione: messaggerie.libri.it
Progetto grafico: Giulia Tudori
Disegno di copertina: Giulia Tudori
Redazione: Loris Di Bella
Leggi anche
- Sottocoperta – Chiara Migliorini: il teatro è qui e ora - Aprile 15, 2021
- My Mamma: l’universo fucsia della Rappresentante di Lista - Aprile 15, 2021
- Graz un piccolo scrigno musicale nel repertorio di Nils Frahm - Marzo 29, 2021