Achille Lauro a Sanremo: vi ha perdonato

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Coraggio e fiducia in se stessi. Sono queste le due parole con cui voglio identificare Achille Lauro e Boss Doms a Sanremo. Due artisti che in un anno hanno completamente stravolto il loro stile, cambiando genere musicale e cambiando anche loro stessi. E dopo un anno dal loro cambiamento torneranno a Sanremo, proprio dal posto in cui era partito tutto.

Il 6 febbraio 2019 uscì Rolls Royce con cui Lauro de Marinis partecipò al 69° festival di Sanremo piazzandosi al nono posto (posizione che fu “influenzata” anche dalle molte critiche che ricevette ma a cui arriveremo dopo). Da quell’edizione del Festival di Sanremo cambiò totalmente la carriera di Achille Lauro. Quando nell’aprile del 2019 uscì 1969 Lauro fu l’inizio di una nuova, grande, carriera. Devo essere sincero, io ero un haters di Achille Lauro, uno di quelli che cambiava canale mentre si esibiva a Sanremo, uno di quelli “ma a Sanremo non possono esserci i trapper”.
Ma appunto il coraggio e la fiducia nei propri mezzi di Lauro mi fecero cambiare idea su di lui e poi in seguito sulla trap (ma quella è un’altra storia). Il coraggio che ha avuto nel lasciare un genere che, probabilmente, gli stava e gli avrebbe dato tutto, e la fiducia in se stesso che gli ha permesso di allargare i suoi orizzonti musicali.

Il coraggio di Achille Lauro e Boss Doms nel lasciare una genere come la trap, che si unisce allo spunto del capire che quel genere stesse arrivando al capolinea (almeno sulla grande scena), e arrivare a Sanremo come cattivo esempio.

Concentriamoci sulla prima parola: coraggio. Una parola che ho scelto per due motivi. Il primo sta nel coraggio che hanno avuto Achille e Boss nel lasciare la trap, nel capire, forse, che da lì a poco quest’ultimo genere avrebbe cominciato a stancare le grandi industrie musicali (basti pensare alla poca visibilità che stanno avendo due grandi esponenti come Sfera Ebbasta e Ghali) senza accontentarsi solamente del successo di Pour l’amour, il secondo invece sta nell’essere arrivato a Sanremo SOLO come cattivo esempio per i ragazzi italiani e di esserne uscito da cattivo esempio (riuscendo a smontare tutte le critiche che gli venivano fatte) ma anche da futuro della musica italiana. Il cerchio si chiude con l’ultimo atto di “eroismo” di Lauro de Marinis, ovvero quello di tornare a Sanremo quasi a dire “ok, vi perdono di come mi avete trattato me e la mia canzone facendomi arrivare nono solo perchè secondo voi incitasse i giovani a drogarsi”.

La fiducia in se stessi di Achille Lauro e Boss Doms. Come quella fiducia di quest’ultimo che è come se avesse imparato a suonare uno strumento da zero e anche a produrre con quello strumento.

Per analizzare questa loro fiducia voglio analizzare la figura del musicista di Boss Doms. Un musicista che fino a prima di 1969 si cimentava solo a produzioni sulla console e si è ritrovato all’improvviso con una chitarra in mano a produrre un album completamente diverso da quelli precedenti. Praticamente Boss Doms ha “imparato” ad usare un nuovo strumento da zero, producendoci poi un album che ha fatto esplodere per la seconda volta il suo amico Achille Lauro, ed anche lui nel frattempo aveva fatto un percorso di rieducazione, togliendosi di dosso la figura del trapper e mettendosi addosso quella del rocker (o quasi). C’è anche qualcun altro che ha dato fiducia ai due musicisti, sono quei vecchi fans di Achille Lauro che lo hanno continuato a seguire anche dopo il cambiamento, che, insieme agli haters (come lo ero io) diventati fans di Lauro hanno fatto capire all’artista che l’accoppiata coraggio e fiducia aveva funzionato.

Ora torna a Sanremo, con un annuncio fatto tramite la figura di San Francesco. Un annuncio che sa quasi di perdono verso chi lo ha attaccato lo scorso festival.

Achille Lauro ha annunciato la sua partecipazione a Sanremo con un post su instagram, definendola come “Il Giorno del Giudizio” aggiungendo una foto di San Francesco ed una didascalia ed che recita:

“Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco.
Dai genitori ricevette fin dalla infanzia una cattiva educazione, ispirata alle vanità del mondo.
Sciupò miseramente il tempo, dall’infanzia fin quasi al suo venticinquesimo anno. Anzi, precedendo in queste vanità tutti i suoi coetanei, si era fatto promotore di mali e di stoltezze, fino a quando Dio, nella sua bontà, posò il suo sguardo su di lui perché non perisse del tutto.
La mano del Signore si posò su di lui e la destra dell’Altissimo lo trasformò, perché, per suo mezzo, i peccatori ritrovassero la speranza di rivivere alla grazia, e restasse per tutti un esempio di conversione a Dio”.

achille lauro napoli
Foto di Angelo Orefice

Io, da bravo creatore di film mentali da premio oscar ho cercato di capire cosa possa significare un annuncio del genere. Ed ecco che cerco di collegare la figura di San Francesco ad Achille Lauro. Il primo punto che mi viene in mente è sicuramente quello del perdono. Lauro e Boss hanno perdonato chi lo criticava tornando a Sanremo portandosi dietro molte persone convertite a lui, ed ecco il secondo punto. Infine, l’ultimo punto è il punto in cui possiamo paragonare “la mano di Dio” alle due parole che la fanno da padrone in questo articolo, ovvero “coraggio” e “fiducia” che hanno dato ad Achille e Boss una nuova speranza. Insomma l’annuncio di Achille Lauro all’edizione di Sanremo del 2020 sa di perdono verso quei giornalisti, giurie e italiani che lo hanno criticato quando cantò in eurovisione Rolls Royce. Vi ha perdonato, anche se voi non lo meritate, anche se avete provato a farlo “morire” come artista. Verrà con tutta la sua gente pronto a convertire anche voi.

Marco Mancinelli
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