Archspire – Bleed the Future

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Siete pronti ad un’esperienza da capogiro? Questa è la domanda che ognuno si fa prima di ascoltare un qualsiasi album degli Archspire, e vale anche per i più appassionati di metal estremo. Bleed the Future, quarto album della band è qui e nessuno è pronto a riceverlo.

Archspire - Bleed the Future 1
Da sinistra a destra: Spencer Prewett, Jared Smith, Oliver Rae Aleron, Dean Lamb, Tobi Morelli

Con i primi tre album gli Archspire ci avevano abituato a ad i loro marchi di fabbrica, quali i vocals ruggenti e rapidissimi di Oliver Rae Aleron, i blast beat che sfidano le leggi della fisica di Spencer Prewett e la combinazione esplosiva di Dean Lamb e Tobi Morelli alla chitarra, elementi di sicuro presenti in Bleed the Future. La loro tecnica e velocità ha sempre impressionato tutti i fan del metal fin da All Shall Align (2011), ma quel che dimostra quest’album è che fino ad adesso si stavano solo riscaldando.

Infatti, manca all’appello un elemento fondamentale della band: Il basso di Jared Smith, membro più recente degli Archspire che dal 2016 in poi non ha fatto altro che migliorare ed in Bleed the Future da il meglio di sé. Vi basti guardare il suo playthrough di Drone Corpse Aviator, terzo singolo estratto per averne una conferma, e se qualcuno avesse ancora dubbi sul fatto che Jared sia il degno erede del purtroppo ex- membro della band Jaron Evil, qui non può far altro che ricredersi.

Bleed the Future non è un concept album e le canzoni sono mondi a sé stanti, quel che si nota è che gli Archspire si sono molto impegnati a scrivere pezzi estremamente veloci ma allo stesso tempo più accessibili al pubblico. Ed è proprio così, il pezzo di chiusura dell’album A.U.M., è il pezzo più veloce mai scritto dalla band, il riff d’apertura è in 7/8 e molto elegantemente sfocia in una sezione centrale in 5/8 per poi ritornare in 7/8. Come fa un pezzo del genere a risultare comunque accessibile? Per via dell’estrema cura che la band ha messo nella realizzazione dell’album.

Effettivamente Bleed the Future avrebbe dovuto essere terminato nella scrittura nel 2020 tra i vari tour che gli Archspire immaginavano di fare. Ovviamente questo non è successo e la band si è trovata a chiudersi per un lunghissimo tempo nello studio a limare ogni singola nota di ogni riff di ogni canzone. A detta di Jared Smith: “Si tratta di un processo di scrittura estremamente faticoso, a volte frustrante ma quel che volevamo era migliorare come band e alla fine ci siamo riusciti, siamo molto contenti del risultato”

A.U.M. non è l’unico pezzo di Bleed the Future con un cambio di tempo, anche in Drain of Incarnation gli Archspire ci regalano una soluzione ritmica analoga. L’intro di basso, a dinamica bassa è in 4/4 ed il riff principale invece è in 3/4, la transizione avviene con l’ingresso della chitarra e preannuncia il caos della prima strofa.

Altro pezzo interessante è Abandon the Linear in cui la band continua con la tendenza ad inserire riff da famosi pezzi di musica classica. Se in Remote Tumor Seeker da Relentless Mutation (2017) toccò al Requiem di Mozart, in Bleed the Future tocca alla Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven. Il famoso terzo movimento, con il suo andamento Presto e Agitato è perfetto per questo album frenetico.

Per concludere, Bleed the Future è la culminazione di un anno di lavoro, un’opera grandiosa ma al contempo fruibile per tutti, gli Archspire a detta della stessa band, ci hanno dato il meglio che abbiano prodotto fino ad adesso e tutti noi non possiamo che apprezzarlo.

Eugenio Gabrielli
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