La querelle Bugo – Morgan è stata, oggettivamente, l’evento mediatico di maggiore spicco dell’ultima edizione del festival di Sanremo. Che sia sui social o nei peggiori salotti della TV italiana, la catastrofica litigata tra i due, con le conseguenze poste sotto agli occhi di tutti, continua a tenere banco molto più di quanto abbia fatto l’elemento che, per definizione, dovrebbe invece attirare realmente l’attenzione: il vincitore del festival.
Il buon Diodato, purtroppo, si è portato a casa l’Ariston nell’anno sbagliato. Mediaticamente parlando, almeno, qualunque discussione inerente al vincitore o agli altri artisti sul podio è stata sopraffatta dalla soap scaturita tra i due eccentrici cantautori. Basti guardare, per averne conferma, le visualizzazioni dei rispettivi video su youtube o accendere la televisione selezionando uno dei tanti programmi pomeridiani che vivono ormai di salottismo e polemiche tra il rosa e il nero.
Fuori concorso per l’abbandono di Bugo, a quanto pare “Sincero” ha in qualche modo comunque vinto il festival di Sanremo, nel senso di attenzione e attrazione
Un elemento che, in parte, fa riflettere e potrebbe aprire a qualche lecito dubbio. Credo non ci sia bisogno di spendersi nella narrazione del fatto, ampiamente già trattata in ogni dove, così da poter andare dritti dritti verso le opportune considerazioni. Dando per scontato che quanto successo sul palco e dietro le quinte del festival sia vero e non un arguto costrutto (e di questo ne parleremo tra poco) è impossibile non inquadrare in Morgan il solo carnefice possibile.
Personalità da sempre eccentrica e strabordante, il musicista ed ex giudice di X-Factor ha già dimostrato a più riprese di non essere in grado di sostenere il peso dei riflettori, scadendo spesso in polemiche, tensioni e accuse di complotto. Per quanto possa essere stato fattibile giustificarlo e magari dargli anche in parte ragione per quanto lamentato in relazione ai talent show, da cui tempo fa invitò gli artisti ad allontanarsi e non partecipare, è davvero dura credere nelle accuse complottistiche che Castoldi ha tentato di montare contro l’orchestra di Sanremo ed il suo compagno di palcoscenico.
Come spesso è successo, molto più probabilmente, Morgan ha tentato di strafare ponendosi al centro della totale attenzione
Vedasi le esibizioni, la scelta della cover ed il suo intento di dirigere persino l’orchestra, per poi, chiaramente, fallire miseramente per inadeguatezza. Un’inadeguatezza non dovuta, magari, alle scarse capacità musicali, in fondo tutti conosciamo Morgan come un soggetto ampio conoscitore di musica e di buon gusto, ma dovuta principalmente ad un’attitudine eccessiva e iraconda che, negli ultimi anni, spesso lo ha sabotato quando portato all’attenzione mediatica.
Musicista non sopravvalutato ma che non ha mai reso come avrebbe potuto, portando lo stesso sottoscritto a preferirlo con i tasti d’avorio del pianoforte sotto le mani più che nelle incisioni dei Bluvertigo (band sopravvalutata), Morgan sembra aver sempre avuto un grande limite: se stesso.
Probabilmente Morgan è un personaggio non più in grado di sostenere i grandi riflettori, di salire sui grandi palcoscenici e di sostenere l’attenzione mediatica
Probabilmente il suo management dovrebbe tenerlo lontano da simili eventualità, “limitandolo” al palco, al live, all’opinione di tanto in tanto e al suonare, cosa che alla fine gli viene anche bene e questo lo sappiamo tutti quanti. È proprio incautamente portando un personaggio come lui su di un palco come quello della RAI che, alla fine, scoppiano le “bombe”. E dell’ultima la sola vera vittima, ma solo in parte, è stata proprio il cantautore Bugo.
Vittima, come dicevo, solo in parte considerata la grande attenzione mediatica ora su di lui riversa. Empatizzato e compreso dal grande pubblico, incuriosito sia dal danno subito sia dalla sua natura apparentemente docile e vittima dell’ego di Marco Castoldi, sono in molti quelli che probabilmente, dopo la nota serata, sono andati a documentarsi sulla sua arte e, ancor di più, sul suo nuovo album rilasciato lo scorso 7 febbraio: Cristian Bugatti.
L’omonimo lavoro, in sé musicalmente interessante per quel poco che sono al momento riuscito ad ascoltare, avrà sicuramente una grande spinta sui riscontri e sugli ascolti, non solo grazie alla qualità in esso sicuramente insita, ma soprattutto grazie alla curiosità scaturita dalla grande onda del post querelle Bugo – Morgan.
A questo punto, e viene spontaneo chiederselo, sarebbe possibile ipotizzare una minima percentuale per cui, la grande litigata, sia stata una geniale trovata di marketing?
A far riflettere ancora di più è proprio il testo di “Sincero”, canzone presentata al festival. Un testo ironicamente antagonista e all’opposto di ciò che, alla fine, tra i due “amiconi” è successo sul palco dell’Ariston. Un ritornello dove Bugatti inneggia alle “canzoni inglesi” dove nessuno capisce il testo, così come inizialmente nessuno aveva colto i cambi di testo di Morgan nonostante la lingua italiana. Per non pensare a quell’”amico figlio di puttana” richiamato proprio nella canzone e a cui, Castoldi, con le sue azioni sembra essersi avvicinato.
Non vorremmo fare i complottisti. Di fatto, quanto appena detto, siamo lungi dal declamarlo come una probabile verità, anzi. A giudicare dai toni, dai volti, dalle espressioni, sicuramente nella tragica querelle c’è del vero. O meglio, sicuramente lo è quasi tutto. Però alle volte speculare può essere interessante, specie quando si rimane sulla supposizione senza scadere sull’accusa al netto di elementi che, ironicamente, fanno un poco pensare. Ma la vita alle volte è strana con il suo incedere ed accavallarsi di casualità che, alla fine, sembrano riderci dietro e sbeffeggiarci, facendoci sentire un poco dei bambini ingenui.
In tutto ciò una cosa è certa, con tutto il torto che sembra aver avuto, Morgan su quel palco è stato sincero, e a Bugo, la cosa, non è più piaciuta.
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