Venerdì 12 marzo esce Tribù Urbana (qui la recensione), il nuovo attesissimo album di inediti di Ermal Meta, già disponibile in pre-order (https://smi.lnk.to/TribuUrbana) e contenente 11 brani inediti. In conferenza stampa il cantautore ci ha raccontato come è nato l’album, la scelta di portare sul palco dell’Ariston Caruso e come è nata Un milione di cose da dirti.
Il Festival di Sanremo si avvicina, ed Ermal Meta è pronto a tornare da protgonista assoluto, dopo la vittoria nel 2018 con Non mi avete fatto niente. Sul brano sanremese Ermal rivela:
“Ho pensato anche a Stelle Cadenti come canzone da portare a Sanremo, ma poi io al Festival non sono mai andato con una ballad e quindi Un milione di cose da dirti è la canzone più giusta. Una canzone scritta in dieci minuti. Una canzone semplicissima, una canzone d’amore verticale, nata in un periodo di solitudine che parte da qui e va verso l’alto. Nel brano non ho voluto usare dei nomi propri, per non confinare in dei nomi la storia che vado a raccontare, quindi ho usato due figure come Sonagli e Fanale”
Poi parla di Caruso, che interpreterà il 4 marzo nella serata delle cover: “La cover è nata per caso, non avevo fatto il calcolo delle date. Ho saputo che il 4 marzo 2021 ricorreva il 50° di 4 marzo 1943 dalla mia ragazza che mi ha chiamato”. Poi rivela: “Se ci fosse il format dei duetti a Sanremo, senza cover, accanto a me avrei voluto Federico Zampaglione o Samuele Bersani“.
“Ho scelto la cosa che tutti mi sconsigliavano di fare. Mi voglio misurare con questo brano. Un giorno mi sono messo al pianoforte e ho registrato una tape di Caruso, l’ho mandata a Diego Calvetti e gli ho chiesto un’arrangiamento degno di questo brano, suggerendogli che avrei voluto farla con dei mandolini di Napoli, da lui è nata l’idea di includere la Napoli Mandolin Orchestra“.
Per quanto riguarda le collaborazioni (non presenti nell’album), Ermal Meta rivela che ci ha pensato e che si saprà qualcosa di più in seguito, ma non può svelare niente. Poi dice: “In realtà non ho pensato a dei veri featuring perché sto vedendo in giro cose un po’ scollegate tra di loro, e non mi andava di riproporre una cosa così”.
Invece su Tribù Urbana dice: “Il titolo è nato a conclusione del disco, gli esseri umani da sempre tendono a formare delle tribù, siano esse formate da capanne o intere città, il termine tribù indica un collegamento tra persone”.
“Nina e Sara è nata quando vidi una mia ex ragazza dopo anni, ed era fidanzata con una ragazza. Per questa canzone ho preso in prestito Anna e Marco per il finale un po’ così, aperto”. Su Gli Invisibili, Ermal ha rivelato di essersi sentito invisibile quando ha regalato le sue canzoni ad altri interpreti e vedeva quelle canzoni raccontate in maniera diversa, mentre voleva essere lui a interpretarle. Da qui ha deciso di prendere tra le mani non solo carta e penna, ma anche il microfono per dare voce e volto alle sue canzoni.
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