“Come and Be Joyful”, il nuovo lavoro dell’Hamrahlíð Choir (e di Björk)

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Quasi allo scadere di un’annata che non è stata avara di buona musica (anche dall’Islanda), la pubblicazione non certo più attesa dell’anno, eppure sorprendente, giunge dall’Hamrahlíðarkórinn (Hamrahlíð Choir) con il titolo Come and Be Joyful (One Little Independent Records/Audioglobe).

L’Hamrahlíð Choir fu fondato nel 1982 da Þorgerður Ingólfsdóttir, che ne è ancora meritoriamente la conduttrice, e consta interamente di allievi dell’Hamrahlíð College di Reykjavik. Sin dalla sua fondazione, il coro ha dato l’opportunità a circa 2’500 giovani islandesi di avvicinarsi alla musica classica e di mantenere acceso l’interesse per le tradizioni musicali del proprio paese. Nel corso di quasi quattro decenni di storia, il coro si è guadagnato l’apprezzamento dei circoli musicali, collaborando con importanti conduttori e artisti internazionali (tra cui John Cage) e lanciando la carriera musicale di diverse personalità artistiche islandesi. La più celebre tra queste è Björk

La collaborazione tra Björk e l’Hamrahlíð Choir ha avuto inizio nel 2017 con la partecipazione del coro alla registrazione di Utopia, nono LP dell’artista islandese. 52 membri del coro accompagnarono Björk nel lungo tour Cornucopia, ed è in tale periodo che fu concepito il progetto di Come and Be Joyful. Accanto a un repertorio tratto dalla tradizione folk islandese, l’album include la riuscitissima rivisitazione coristica di due brani di Björk: Sonnets, tratto da Medùlla (2004), e Cosmogony, tratta da Biophilia (2011).

Nel merito, lo scorso 25 gennaio Björk affermò:

“La prima performance delle due canzoni risale al debutto di Cornucopia, avvenuto o scorso anno allo Shed [New York]. Entrambe le canzoni ci sono piaciute molto, e quando ci fu chiesto di esibirci alla cerimonia in cui la Society of Icelandic Composers mi premiò e rese membro onorario, eseguimmo Cosmogony e Sonnets”.

La stessa Björk ha scelto pubblicamente le seguenti parole per descrivere la sua collaborazione con il coro:

“Sono immensamente grata all’Hamrahlíð Choir e alla sua originaria conduttrice þorgerður ingólfsdóttir per avermi accompagnata nel tour. Io stessa ho fatto parte coro all’età di 16 anni e credo che ogni singolo musicista islandese di cui abbiate mai sentito parlare sia stato cresciuto e battezzato musicalmente da questa donna miracolosa. In Islanda è una leggenda, una guardiana dell’ottimismo e della luce in quell’epoca tumultuosa qual è l’adolescenza. Ha inoltre incoraggiato e sponsorizzato dozzine di opere corali da parte dei più importanti compositori islandesi per circa mezzo secolo. Non ho parole per descrivere l’onore, il calore, l’amore e il rispetto”.

"Come and Be Joyful", il nuovo lavoro dell'Hamrahlíð Choir (e di Björk) 1

Oltre alle due rivisitazioni della star islandese, l’album dell’Hamrahlíð Choir contiene dodici brani di breve durata. Una breve apertura di strumenti a fiato introduce le voci sulla scena, come un sipario che si alza, dando il la alle note di Ísland, farsælda frón (Iceland, Beloved Country).

Musicalmente parlando, l’album è variamente segnato dal tono solenne e cerimoniale di  Vísur Vatnsenda-Rósu (Vatnsenda-Rósa ́s Verses), Blástjarnan þó skarti skær (The Blue and Brightly Shining Star) e Smávinir fagrir (Fair Little Friends); dal richiamo alle tradizioni folkloriche di Stóðum tvö í túni (We Stood in the Meadow); dall’urgenza ultraterrena di Veröld fláa sýnir sig (The Deceptive World); dallo scherzo contrappuntistico di Komdu nú að kveðast á (Make Verses, Maestro); dalla celebrazione della gioia mondana di Haldiðún Gróa hafi skó (Dance Song) e Vikivaki (The Lover in the Red Forest) e di quella ultramondana di con Í gleðinni (Come and Be Joyful); infine, dai richiami più strettamente religiosi di Haustvísur til Máríu (Autumn Verses to the Virgin Mary) e Maríukvæði (A Mary Poem)

È un bene che un’artista internazionalmente rinomata come Björk abbia accettato di apporre il proprio sigillo sull’album dell’Hamrahlíð Choir. La speranza è che ciò possa rivolgere i riflettori su un’iniziativa musicale che, nel corso dei suoi quarant’anni di storia, ha probabilmente raccolto meno di quanto abbia seminato. Un ascolto, quello di Come and Be Joyful, particolarmente indicato sotto le festività natalizie.

Federico Morganti
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