Sabato 3 giugno è andato in scena il primo dei due concerti sold out all’Arena di Verona di Elisa, accompagnata dal produttore e pianista Dario Faini, in arte Dardust. An intimate Arena, Two nights only è stato un viaggio musicale intimo, sognante e inebriante.
Qualche minuto dopo le 21, Elisa Toffoli si è presentata davanti al suo pubblico, a quel pubblico che ha imparato a conoscerla ed amarla in oltre venticinque anni di carriera durante la quale è stata in grado di creare un ponte tra stili ed epoche diverse. Un live speciale che chiude il progetto Back to the future partito da Sanremo. Dancing è stata l’apripista di un concerto diviso in due atti durato oltre due ore, durante il quale si è perso il conto del numero delle standing ovation partite dalla platea e dalle gradinate dell’Arena di Verona che ha inondato d’affetto l’artista friulana che ha risposto con il suo immenso talento nel trasmettere emozioni indelebili con la sua voce e le sue canzoni.
I brani scelti per il primo atto sono stati Promettimi e Anche fragile, entrambi contenuti nell’album Diari Aperti, mentre è dopo Una poesia anche per te che il pubblico è andato in delirio, un’esibizione estatica, durante la quale Elisa ha rimarcato la sua oggettiva bravura. Spazio a molte altre canzoni che appartengono al repertorio storico dell’artista come Labyrinth, Qualcosa che non c’è, No Hero e L’anima vola, così come alle ultime hit Seta e Palla al centro, appositamente riarrangiate per l’occasione con pianoforte, chitarra e archi.
Dopo il momento di Dardust, con quindici/venti minuti di “Fantasia sulle stagioni”, Elisa è tornata sul palco dell’Arena con un ambito diverso, dando avvio al secondo atto omaggiando il maestro Ennio Morricone, autore della musica di Ancora Qui, brano che appartiene alla colonna sonora del film Django di Quentin Tarantino. Non potevano di certo mancare quei brani dall’appeal internazionale come Stay e Together, così come quelle canzoni che ormai fanno parte della nostra tradizione canora nazional-popolare come Eppure sentire e Se piovesse il tuo nome. Immancabili, poi, i brani sanremesi O forse sei tu e Luce, con i quali ha ammaliato l’intera Arena.
Un momento di rara bellezza è stato quando Elisa ha deciso di omaggiare Tina Turner con uno dei brani simbolo della regina del rock ‘n’ roll, venuta a mancare di recente e con la quale la cantautrice ha collaborato in passato, ovvero The Best. Ad accompagnarla, durante tutta l’esibizione, solo le note del pianoforte suonato da Dardust. Toffoli ha scelto di chiudere il primo dei due live all’Arena di Verona con Gli ostacoli del cuore e A modo tuo, tornando sul palco per il bis con un abito rita black, per poi congedarsi salutando gli spettatori in estasi.
Un live in cui Elisa si è fatta tutt’uno con il suo pubblico creando una sinergia e complicità d’intenti più unici che rari. D’altronde stiamo parlando di un diamante della musica italiana, capace di trasformare ogni esibizione in un’esperienza musicale pregiata. Sul palco del tempio sacro della musica italiana, oltre al maestro Dardust, ci sono stati anche le preziose chitarre di Andrea Rigonat e il quintetto d’archi composto dal primo violino Caterina Coco, dal violino Alessio Cavalazzi, dalla viola Matteo Lipari, dal violoncello Valentina Sgarbossa e dal contrabbasso Simone Giorgini.
Elisa ha raccontato quella complessità e versatilità che l’ha attraversata in questi anni di carriera. Un’artista in continua evoluzione, così al di fuori dagli schemi classici che è impossibile da non amare. Ed il pubblico ha deciso di farsi prendere per mano e accompagnare in un viaggio musicale di rara eleganza, tra musica e magia.
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