Max Gazzé a Lanciano – Live Report

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Ascoltare Max Gazzè dal vivo è sempre un’ottima occasione, così non mi
sono fatto sfuggire l’appuntamento a Lanciano il 15 settembre col suo On
the Road Tour dell’estate 2019

Parafrasando il famoso aforisma di Bergonzoni, si potrebbe dire che
Lanciano in settembre è un po’ come Parigi in aprile: ricorda New York a
Natale
. Settembre è infatti il famigerato mese delle celebrazioni patronali
della piccola cittadina abruzzese; festose luci ovunque, bancarelle con le
merci più disparate e folla che neanche al centro commerciale la settimana di
Natale.
Un inferno.
E questo, soprattutto, vuol dire una torma di gente che si trova lì per caso,
per niente avvezza ai concerti e che pretende di proseguire lo struscio tipico
del corso anche nell’area dedicata al live, o che sceglie i momenti dei brani
più impegnati o acustici per raccontarsi ad alta voce – altissima, in alcuni
casi – gli ultimi pettegolezzi del paesello.
Tuttavia anche gli episodi del folklore locale finiscono per far parte dello
spettacolo, e così, quando poco prima delle 22 Max Gazzè si presenta sul
palco, piazza Plebiscito è gremita da una folla quanto mai eterogenea.

A più di vent’anni dall’esordio di Contro un’onda del mare e dal grande
successo con La favola di Adamo ed Eva, Max è – come si suol dire – uno
splendido cinquantenne che affronta il live con la sicurezza data
dall’esperienza ma anche con un entusiasmo genuino che forse manca a
colleghi più giovani.
L’attacco è con L’origine del mondo, brano non conosciutissimo tratto dal
best seller del’98, La favola di Adamo ed Eva; lo spiegamento di forze in
campo è subito evidente: Gazzè, bassista virtuoso, si occupa della ritmica,
accompagnato da una chitarra acustica, una elettrica, batteria e tastiere; più
tardi arriverà una corposa sezione fiati.

Il concerto è l’ideale per chi si vuol divertire senza inseguire sciatti
tormentoni e rappresenta alla perfezione le pagine migliori della discografia.
Un miracoloso equilibrio, quello di Gazzè, tra melodie catchy – a volte fin
troppo – possibilità di scatenarsi e testi sempre un passo avanti per ironia e
suggestioni.

Il lavoro più saccheggiati è il già citato LFDAEE, che offre ben sei brani,
oltre a quello d’apertura: la sempre bella Vento d’estate, la folgorante Cara
Valentina
, resa in un arrangiamento non proprio riuscito con l’inserimento
dei fiati, la misconosciuta Raduni ovali e la title track che chiude il set –
prima dei rituali bis – arricchita da una lunga coda psichedelica con tanto di
chilometrico assolo del nostro al basso. Il sesto brano è la sanremese Una
musica può fare
, inserita solo nella riedizione post Sanremo dell’album e che chiude il concerto nel modo più festoso, prima di un gustoso siparietto
semi improvvisato col tormentone Posso (incisa con Carl Brave).

Anche il recente Maximilian offre tre brani: La vita com’è, la bellissima
Teresa e Ti sembra normale. Sono inoltre presenti tutti i pezzi delle
numerose partecipazioni di Max al Festival di Sanremo, che il pubblico più
affezionato canta a squarciagola.
L’ultimo e non fortunatissimo Alchemaya è omaggiato solo con la delicata
poesia de La leggenda di Cristalda e Pizzomunno.

Poco prima di mezzanotte – e dei fuochi d’artificio della locale festa
patronale – Max Gazzè si congeda alla fine di un concerto che è stato un
capolavoro di misura ed equilibrio: giusta la durata, ottima la scelta tra brani
festaioli e alcuni più impegnati e appropriata la giusta concessione a
passaggi strumentali di buon livello.
Per l’ennesima volta il concerto del romano è promosso a pieni voti.
Max, per noi è un sì!

Andrea La Rovere
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