Dopo l’uscita del suo primo album solista “Ama il prossimo tuo come te stesso”, Manuel Agnelli si è esibito nel suo tour invernale, appagando la nostra curiosità su come potesse essere il suo lavoro dal vivo, anche se – almeno a Roma – la location non è stata degna del suo spettacolo; così, dal momento in cui sono uscite le date del tour estivo, la mia curiosità ha ricominciato a farsi avanti.
E cosa non da meno, da questa primavera ascoltando il podcast del suo programma radio “Leoni per Agnelli” su Radio 24 con aneddoti curiosi e temi interessanti ho avuto la percezione di conoscere un nuovo artista che aveva qualcosa da raccontare e che mandava in onda musica che raramente puoi trovare in radio – se non cambiando stazione compulsivamente fino a trovare la canzone che ti piace, del tutto lontano dai tormentoni radiofonici.
Perciò eccoci al Rock In Roma per la data estiva di Manuel Agnelli, un tour senza nome se non il suo.
Seguo l’artista ormai da illo tempore e anche avendo tutta questa curiosità portata dalle cose sopra elencate so comunque cosa aspettarmi e cosa non, cosa vogliono i fan datati e cosa vogliono i fan più “freschi” catapultati in questa realtà grazie anche a programmi televisivi.
Poco prima delle 22 la band di Manuel Agnelli formata da Beatrice Antolini, i Little Pieces Of Marmelade e Giacomo Rossetti sale sul palco, si comincia subito con Severodonetsk, brano estratto dal suo primo disco solista, proprio come nel precedente tour invernale solo che questa volta il sound esce nella sua interezza, graffiante e compatto anche se qualche imperfezione si è notata soprattutto nella chitarra di Agnelli durante Non si esce vivi dagli anni 80. Sarà dovuto al fatto che l’artista aveva una mano rotta?
Come detto precedentemente la scaletta sembra quella di dicembre. Il live scorre perfettamente, si alternano ballate afterhoursiane a quelle di Ama il prossimo tuo come te stesso.
Un pubblico attento e vario quello presente in questa serata estiva, tanto che durante Male di Miele nessuno sembra scatenarsi. Come è mai possibile che un “inno” – di una band che oramai non esiste più – possa passare così in secondo piano? Eppure sulla maglietta di Manuel Agnelli a fine live c’era scritto “Nato per rompere i coglioni”. Nato per questo ma per cantare ad una platea che oramai impugna solo telefoni verso il cielo? Se da una parte è mancata l’energia su uno dei pezzi davvero mai immancabile nella scaletta di Agnelli, dall’altra la voce del pubblico implorante di suonare Strategie è sempre presente!
Ma a far dimenticare questo episodio è l’omaggio ai Joy Division con New Dawn Fades dedicata a Gabriele Ceci, chitarrista dei Massi Volume recentemente scomparso a causa di un incidente stradale, un momento davvero toccante.
A chiudere il live i brani di un’intera carriera e finalmente la folla sembra cominciare a scaldarsi pian piano con 1.9.9.6. fino a Dea e concludendo poi con Ci Sono Molti Modi che sembra esser diventata una canzone estiva da coppiette pronte a scambiarsi effusioni.
Un concerto che a suo modo ha convinto: “non siamo qui per promuovere qualcosa ma perché ci piace suonare” queste sono state le parole dell’artista che di certo non ha mai dimostrato il contrario benché poco percettibile la sintonia tra i musicisti ma certamente il protagonista resta e resterà Manuel Agnelli.
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